Processo 9 ottobre: da un Uomo onesto che porta la divisa la verità su quel giorno

Pamela Testa

Dopo mesi e mesi di bugie, condanne mediatiche, sommari processi televisivi e tanto altro fango, finalmente ieri “è stata rimessa la Chiesa al centro del villaggio”!

A far ciò non è stato un avvocato della difesa, nemmeno uno degli imputati, bensì un manifestante comune ma che come lavoro fa il luogotenente della Guardia di Finanza.

E non solo.
Un Cavaliere della Repubblica con 33 anni di onorato servizio sulle spalle, ed altrettanti d’ininterrotto volontariato verso chi è bisognoso di sangue e di piastrine.

Un uomo senz’ombre, con uno stato di servizio impeccabile e colmo di encomi, che ha raccontato con estrema precisione la giornata del 9 ottobre: una piazza definita dallo stesso finanziere “di gioiosa protesta”.

Fondamentale la sua testimonianza, nella quale – a viso aperto – ha descritto i gravi accadimenti che durante la manifestazione hanno messo in pericolo alcuni cittadini: il coraggioso ispettore ha evidenziato con lucidità oltre che nei dettagli tutte le fasi della giornata.

Dal comizio, festoso e pacifico di Piazza del Popolo, sino al corteo autorizzato partito da Villa Borghese, che doveva giungere sino alla Cgil ma che è invece stato inspiegabilmente bloccato a Piazzale Brasile.

Qui il colpo di scena: un furgone della Polizia che investe un attivista anti Green Pass; non solo, lo stesso finanziere ha ancora descritto ai presenti come sia riuscito a salvare una ragazza da un investimento certo da parte di una macchina della PS, partita improvvisamente a marcia indietro al sopraggiungere dei manifestanti.

Così come ha evidenziato il comportamento non violento dei manifestanti e degli imputati.

Stefano Serafini (questo il nome del luogotenente della GDF) ha oggi rovesciato mesi e mesi di menzogne, smentendo il piano diabolico della procura che voleva criminalizzare gli oltre 100.000 cittadini italiani che quel giorno hanno osato gridare “lavoro e libertà”!!

Voglio porgere a quest’UOMO coraggioso e leale tutta la mia stima e il mio rispetto, ringraziarlo a mani giunte per il grande insegnamento che ieri ha impartito a tutti noi nonché per aver onorato la divisa che indossa, facendoci capire la differenza tra chi ogni giorno porta un’uniforme ed un grado con valore ed onore rappresentando lo STATO e chi, invece, indossa quella molto più comoda ma senza gloria della GENDARMERIA DI REGIME.

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