L'Italia Mensile

Oltre la destra e la sinistra, per un coordinamento di lotta di liberazione nazionale

Sia a destra che a sinistra sono a favore dell’Unione europea e delle scellerate politiche economiche imposte da Bruxelles, sono stati favorevoli all’introduzione dell’euro, alla tirannia dello spread, al Fiscal Compact ed oggi al Mes!

Destra e sinistra sono per la Nato e le sue guerre imperialiste, guerre a cui abbiamo preso parte in barba all’art. 11 della Costituzione. Iraq, Afghanistan e Serbia sono state bombardate con il sostegno unanime della destra e della sinistra.

Destra e sinistra hanno accettato l’abrogazione dell’articolo 18!

Così come destra e sinistra hanno fatto governi tecnici con Conte e Draghi, ceduto sovranità all’Oms e sostenuto la dittatura sanitaria. Allo stesso modo, oggi, sia destra che sinistra sono in guerra contro la Russia.

Sia chiaro, quando parliamo di destra e di sinistra parliamo non solo dei rispettivi volti istituzionali e di potere, ma anche di radicali ed antagonisti.

A destra, fatta esclusione per FN, tutta la destra cosiddetta radicale è a braccetto con i partiti del centrodestra, favorevoli alla guerra della Nato, e, naturalmente, stravede per Azov!

Ma, se a destra stanno messi male a sinistra stanno pure peggio.
In tre anni di tirannia tecno-sanitaria tutto l’antagonismo con la patente è stato assente giustificato.
Anzi, in nome di un becero e strumentale antifascismo hanno attaccato piazze e popolo in lotta contro l’apartheid del Green Pass! Del resto, come non evidenziare l’allergia, ormai profonda e verace, del popolo, del proletariato e delle periferie contro le sinistre, da quella Ztl e radical-chic, a quella fucsia e arcobaleno.
Il proletariato nazionale imputa ad ex, post e vetero comunisti di aver barattato i diritti sociali con quelli cosiddetti civili di pochi.
Immigrati e mondo Lgbt+++ sono diventati il pubblico di riferimento di chi un tempo cantava “Avanti Popolo…”.

Così come le destre stanno morendo dietro Nato, Zelensky e battaglioni ultra-nazionalisti che combattono contro il “comunista” Putin! Le sinistre fanno lo stesso contro il “fascista” Putin.

O, peggio ancora, sotto, la sottana e le felpe sovraniste di Meloni e Salvini, tutti seriamente impegnati a distruggere ciò che è rimasto dello Stato sociale e a liquidare definitivamente l’Italia!

Per questo abbiamo scelto il popolo del dissenso!
Perché figlio delle lotte sociali degli ultimi 10 anni, quello che ha innalzato il TRICOLORE contro sfratti e precarietà, che si è definito patriota nelle lotte per i diritti sociali e le libertà.

Che, sempre col TRICOLORE, ha resistito apertamente all’odioso Green Pass, perché si sente orgogliosamente italiano, fregandosene degli attacchi di Speranza e del mainstream, della Cgil e del deep State nostrano.

Un popolo che oggi è contro la guerra della Nato ed innalza sempre il TRICOLORE contro l’imperialismo.

Ovviamente, questo popolo del dissenso deve fare uno scatto in avanti e comprendere che oggi agende e pandemie varie hanno lasciato posto alla Nato, al globalismo a guida Usa e al capitalismo più crudele.

Ecco perché patrioti e socialisti: perché il TRICOLORE è la bandiera del proletariato e non dei servi della Nato. Perché destra e sinistra hanno fallito e nelle rispettive versioni bluet e fucsia hanno soffocato anche neri e rossi.

Perché, oggi, l’unica bandiera da innalzare, contro l’occupazione americana e il suo eterno neo-colonialismo è il TRICOLORE.

Perché sono le bandiere delle patrie, oggi, a difendere i popoli contro il globalismo, il capitalismo e le loro guerre.

Sono le bandiere della Russia, dell’Iran, della Palestina ad innalzarsi contro il nuovo ordine mondiale americano!

Così come in Italia è il TRICOLORE a sventolare contro Zelensky a Sanremo e contro questo governo che sta affamando gli italiani.

Destra e sinistra sono le due facce del regime e della contro-rivoluzione anti popolare.
Per questo urge un grande e plurale movimento popolare di resistenza, per questo serve una lotta di liberazione nazionale che possa trasformare il semplice dissenso in forza autenticamente rivoluzionaria.

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