L'Italia Mensile

La Pasqua dei proletari

Alessia Sciannimanico

Manca poco meno di una settimana a Pasqua, i bambini ci chiedono che cosa gli porterà il coniglietto e vediamo mille uova nei supermercati.

Il consumismo eccessivo ci ha portati a comprare 1000 cose inutili, perché se ne compri solo due sembrano pochi, così come per il Natale, abbiamo perso il Sacro della festa e il senso comunitario e popolare di queste giornate, che vedevano il popolo e i proletari ritrovarsi insieme, prima in Chiesa e poi intorno alla tavola.

In questi ultimi decenni il dramma nelle periferie è addirittura aumentato.

Perchè oltre al solito problema, quello di arrivare affannati a fine mese, si è aggiunto un secondo.
Antropologico e culturale, che ha fatto smarrire coscienza di popolo e di classe e ha persino disintegrato valori come Dio e famiglia.

Per rincorrere ciò che la società ci chiede e ci impone di fare, per inseguire i modelli televisivi, per diventare “borghesi” simili a quelli trasmessi su “Uomini e Donne” o “Il Grande Fratello” oppure quelli oggi diventati famosi (e ricchi) su Instagram e Tik Tik o suon di “like”, anche il popolo e i proletari hanno dimenticato chi sono, le loro radici, le loro traduzioni.

La corsa al consumismo, allo spreco, alle cose futili ha cancellato ogni spazio di aggregazione sociale vera.

Poi dopo il Covid il tutto è esploso all’ennesima potenza, con social e rete che si sono impossesati definitivamente delle nostre vite.

Portandoci addirittura a consumare di più e a vivere davvero di meno.

Il tutto mentre una guerra imperialista della Nato che i governi Draghi e Meloni hanno seguito e inseguito ci hanno portatori verso una crisi sociale senza precedenti.

I prezzi del gas si sono alzati di conseguenza quelli della corrente.
Anche il grano e la farina (beni primari) sono raddoppiati.
Un pacco di biscotti costa fino a 5 euro.

Le grandi aziende continuano a pagare gli operai 4-5 euro l’ora e continua ad avere le sedi fiscali all’estero, l’iva è ancora al 22% e chi ne fa le spese è il consumatore.
E quindi tutte le famiglie.

Gli interventi sulle emergenze sociali, queste si vere e gravi sono sempre pieni di cavilli e monche, sempre tardivi e fuori tempo.

Basta vedere l’ultima pseudo sanatoria per i senza titolo sulla casa.
Hanno fatto una legge per case popolari nel 2020 dove sanavano quelli entrati entro maggio 2014 con duemila clausule.
Lasciando fuori un decennio di “occupazioni”.

Le sinistre e chi ci governa ci dicono spesso di non alimentare la guerra tra poveri, cosa giustissima.

Poi vediamo che rom e stranieri sistematicamente ci scavalcano in tutte le graduatorie, come se essere italiani fosse una colpa…

Per carità, nessuno di noi ne fa una questione di razza o nazionalità, ma nemmeno può essere un razzismo al contrario.

La Meloni, che sembrava l’ultima possibilità per gli italiani, sembra una “pentastellata” più “fascista”.
Urla alla legalità, ma solo contro I poveri e gli ultimi e poi si piega a Nato, UE e Oms.

Mentre politica e politici continuano a votare le spalle al popolo e al proletariato le borgate hanno iniziato ad alzare la testa.

Noi stiamo lavorando per il 15 aprile!
Saremo tutti in corteo a San b
Basilio: un giorno di festa, un giorno di unione, un giorno di fratellanza.

Per chiedere la sanatoria per tutti, una graduatoria che privilegi le giovani coppie italiane, per l’alzamento dei salari minimi nazionali.
Per il riscatto delle periferie, per la lotta di classe, per il Tricolore, per la nostra cultura e le nostre tradizioni, per le comunità in lotta!
Per Roma e i romani. Per l’Italia!

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