L'Italia Mensile

La guerra in Ucraina: un piano americano per distruggere l’Europa.

di Fabio C. Maguire

L’obbiettivo della Casa Bianca è sempre stato quello di difendere e preservare la propria egemonia a livello internazionale.
Gli Stati Uniti per realizzare questa impresa si sono serviti di strumenti sovente illeciti, sia da un punto di vista giudiziario che etico.
Con colpi di Stato, ingerenze, pressioni; con invasioni decennali, deportazioni ed eccidi, hanno rinvigorito il loro potere a scapito della sovranità degli Stati e della libertà dei popoli.

Anche in Ucraina l’obbiettivo era di insidiare la Russia attraverso l’istituzione di un governo avverso e la presenza di una popolazione ostile e vendicativa che avrebbe seguito senza indugi i tamburi di guerra americani.
Ma oltre a voler liquidare Mosca perché sotto la guida del Presidente Vladimir Putin è tornata ad essere una grande potenza in grado di opporsi ai piani diabolici del Pentagono, la Casa Bianca era ed è altamente intenzionata a separare definitivamente la Russia dall’Europa e l’Europa dalla Russia.
Questo perché avrebbe pregiudicato il progetto di predominio statunitense giacché l’Europa avrebbe potuto riappropriarsi della propria sovranità e delle proprie capacità politiche ed economiche, avviando un epoca di prosperità e sinergia che avrebbe inevitabilmente estromesso gli Stati Uniti dal vecchio continente.

Infatti, un Europa vigorosa ed energica segnerebbe irreparabilmente l’epilogo dell’impero americano e il ripristino dei vecchi equilibri geopolitici su scala globale.
Ad avallare questa ipotesi sopraggiungo i dati allarmanti ed inquietanti di Eurostat che accreditano l’idea che la guerra in Ucraina non servisse esclusivamente a combattere la Russia.
A tal proposito, basta osservare i pagamenti effettuati dall’Unione Europea dopo l’inizio del SMO per avere un quadro chiaro della situazione.

Le sanzioni imposte alla Russia, che avrebbero dovuto piegare il paese in poco tempo, si sono dimostrate dannose e controproducenti solo e soltanto per l’Europa e la sua gente che hanno dovuto elargire oltre 304 miliardi di euro solo per l’acquisto di gas a partire dal 2022.
Di questa cifra, i pagamenti in eccesso derivati dagli embarghi risultano essere complessivamente di 185 miliardi di euro, con costo medio mensile delle importazioni di gas nell’Unione Europea di 15,2 miliardi di euro, di cui 7,7 miliardi per per il gas naturale liquefatto e altri 7,5 miliardi per il gas dei gasdotti.

Precedentemente alle sanzioni, i cittadini europei pagavano mensilmente circa 5,9 miliardi di euro, di cui 3,6 per il gas dei gasdotti e 2,3 miliardi per il gas liquefatto.
Un balzo assurdo di quasi 10 miliardi di euro che in venti mesi ha prodotto un eccesso di spesa di 185 miliardi.
E ad aver guadagnato lautamente sono stati proprio gli Stati Uniti che hanno incassato 53 miliardi di euro nel breve arco temporale di cui sopra.

Il tentativo americano di precidere la Russia dall’Europa e viceversa passa anche attraverso l’attentato ai gasdotti Nord Stream 1 e 2, i quali stringevano Mosca e Berlino in una salda parternship commerciale che avrebbe tagliato fuori gli Stati Uniti dal mercato del gas in Europa.
In conclusione, le sanzioni hanno scosso lievemente la Russia, differentemente dall’Europa che ha vissuto e sta vivendo una dura crisi dettata dall’inflazione impetuosa, dall’incombente deindustrializzazione, vedi Germania, e dai timori di recessione.
Ripristinare le relazione con la Russia e abbandonare la politica bellicista ed imperialista statunitense è l’unica salvezza per l’Europa e gli europei.

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