La Grande Truffa Della Tessera Sindacale

LA GRANDE TRUFFA DELLA TESSERA SINDACALE…
LA LOTTA AI SINDACATI … PUNTO CARDINE DEL PROGRAMMA POLITICO DI STEFANIA AVERSA
STRACCIAMO LE TESSERE… DENUNCIAMO I SINDACATI…

Abbandonare i sindacati… stracciare le tessere sindacali… bloccare l’arricchimento parassitario del finto sindacalismo ritirando le deleghe di pagamento ai datori di lavoro… denunciare l’omissione di tutela dei lavoratori dissidenti sospesi, privati della retribuzione e demansionati… richiedere il ristoro dei danni subiti…

Il dipendente può agire contro l’organizzazione sindacale se ritiene di aver ricevuto un danno?
La risposta è senza se e senza ma… Sì!
Siamo portati a pensare che i sindacati facciano sempre gli interessi dei lavoratori e che, dunque, non possa ipotizzarsi un conflitto o, addirittura, una causa legale tra lavoratore e sindacato.
In realtà, non è così.
Gli avvenimenti succedutisi ad oggi nel corso della finta emergenza sanitaria lo dimostrano.
Milioni di lavoratori hanno subito la repressione della dittatura sanitaria imposta normativamente in violazione di ogni parametro costituzionale con la connivenza dei sindacati che pure avrebbero dovuto essere il baluardo della difesa dei lavoratori dissidenti.
Il sindacato – associazione privata non riconosciuta – dovrebbe perseguire l’obiettivo di tutelare e di migliorare le condizioni di lavoro dei lavoratori.
La legge, infatti, riconosce ai sindacati un ruolo molto importante e, in particolare, molte norme tutelano e valorizzano la contrattazione collettiva, ossia, la stipulazione di accordi tra i sindacati e i datori di lavoro aventi ad oggetto le condizioni di impiego dei lavoratori.
Il sindacato dovrebbe, pertanto, tutelare le posizioni dei lavoratori… di tutti i lavoratori… prescindendo dalle scelte da questi compiute, se conformi a parametri di legittima manifestazione del dissenso, per la semplice ragione che la tutela del lavoratore deve necessariamente essere attuata “a prescindere”. Tanto almeno secondo i dettami di un sano sindacalismo del lavoro.
Ciò non è avvenuto in relazione alle scelte dei lavoratori in tema di “obbligo del green pass” ed “obbligo di vaccinazione” per i lavoratori dissenzienti, che senza alcuna tutela sindacale – avendo abiurato il sindacato il proprio ruolo – sono stati sospesi, privati della retribuzione con tutte le drammatiche conseguenze che da queste vessazioni di carattere estorsivo sono derivate per ognuno di loro.
I sindacati hanno abbandonato la tutela di questi lavoratori ignorando di prendere anche minimamente in considerazione le loro istanze.
Ora noi tutti sappiamo che fare parte del sindacato non è gratuito.
Il lavoratore, infatti, se vuole iscriversi ad un sindacato, deve versare una quota di iscrizione annuale che viene direttamente trattenuta dal datore di lavoro dalla busta paga del dipendente e riversata all’organizzazione sindacale, tramite una delega di pagamento.

Quando il lavoratore, che paga regolarmente la quota sindacale, va al Caf per presentare la dichiarazione dei redditi oppure va al patronato per presentare una domanda all’Inps, dipendente e sindacato stanno attuando un contratto di servizi. Oggetto di questo contratto è l’erogazione di un servizio professionale al lavoratore il quale, come corrispettivo, paga la quota di iscrizione sindacale.
Lo stesso concetto presiede però alla tutela sindacale del lavoratore che dovrebbe essere il compito principale del sindacato… la ragione stessa per la quale il lavoratore versa l’onerosa gabella al proprio (sic!) sindacato.

A Nostro modo di vedere e “sentire” il diritto quando i sindacati non svolgono la loro precipua e primaria e principale mansione di tutela del lavoratore omettendo il necessario intervento di “difesa”, allo stesso modo delle ipotesi di negligenza o diligenza dovuta nello svolgimento di compiti aggiuntivi della primaria prestazione assunta attraverso l’esazione del contributo, dei danni che discendono dalla omessa tutela il sindacato deve rispondere sia dal punto di vista penale che civile.

In questi casi, è, pertanto, possibile fare causa al sindacato in quanto, al pari di ogni altro soggetto giuridico dell’ordinamento, l’organizzazione sindacale non deve, con il suo agire, procurare danni ingiusti agli altri.
Ne consegue che il sindacato, nell’erogazione del servizio al dipendente, deve rispettare degli standard di diligenza richiesti dalla particolare natura dell’incarico.
La omissione della tutela del lavoratore dissenziente in termini di “obbligatorietà del green pass” e di “obbligo vaccinale” è fonte di responsabilità, configura chiare ipotesi di reato in sede penale e legittima il lavoratore alla richiesta risarcitoria dei danni patiti e patiendi nei confronti del sindacato inadempiente.

La prova della omessa tutela dei lavoratori dissidenti è in re ipsa,
Il mancato intervento sindacale, l’omissione di tutela, peraltro di una minoranza, deve essere ritenuta comportamento scorretto del sindacato e rappresenta il nesso di causalità tra il comportamento negligente e il pregiudizio sofferto dal lavoratore.

Occorre pertanto…

  • Abbandonare i sindacati e revocare le deleghe di pagamento a queste associazioni che hanno omesso la tutela ai lavoratori di fronte le illegittime ed anticostituzionali normative governative che hanno vessato milioni di lavoratori.
  • Agire giudiziariamente nei confronti dei sindacati in ogni opportuna e pertinente sede giudiziaria.

Il sindacato è oggi il primo nemico dei lavoratori…
L’obiettivo programmatico di una seria agenda politica deve mirare all’abolizione delle attuali formule sindacali affinché la tutela dei lavoratori, anche delle minoranze dissidenti, il posto di lavoro e la retribuzione siano effettivamente garantiti.

[Avv. Nicola Trisciuoglio – Portavoce di Stefania Aversa]

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