L'Italia Mensile

La Germania in rivolta

di Fabio C. Maguire

Le politiche scellerate del Presidente Scholz, alla guida dei Verdi, hanno scatenato l’ira del popolo tedesco.
Le impopolari riforme promosse dal leader dei Verdi hanno provocato una vera e propria rivolta sociale che sta attraversando l’intero paese, in particolare sotto la spinta degli agricoltori che hanno proclamato lo sciopero nazionale.

A questi si sono aggiunti anche altri settori del comparto produttivo tedesco che hanno aderito alla protesta per dissentire contro i provvedimenti imposti dall’Unione Europea.
Dottori, macchinisti e ferrovieri hanno partecipato all’adunata indetta dagli agricoltori, così come anche i mugnai, macellai e i panettieri che chiedono a gran voce il ricalcolo dell’IVA al 19%.

Le proteste sono dettate dalle demenziali politiche green, ad esempio l’elevazione dell’accisa sull’emissioni di CO2 o dall’elevato prezzo dell’energia che, senza un tetto fisso, sobbalza continuamente.
Viene criticato poi l’aumento dei pedaggi autostradali e le iniziative promosse da Bruxelles sull’agricoltura e l’allevamento, le quali andrebbero a gravare catastroficamente sugli agricoltori tedeschi.
Viene contestata l’abolizione delle agevolazioni fiscali e degli sconti sul gasolio, disposta dal Cancelliere Scholz.

“La settimana di azione”, così definita dai scioperanti, ha coinvolto l’intera società tedesca, arrivando persino agli studenti, i quali hanno deciso di sposare la lotta dei braccianti e dei lavoratori.
Le proteste sono avvenute principalmente attraverso blocchi autostradali per impedire l’accesso alle città.
Anche i dipendenti della Volkswagen hanno partecipato allo sciopero, interrompendo la produzione e bloccando l’ingresso agli stabilimenti.

La protesta degli agricoltori ha causato un vero e proprio shock in Germania, paralizzando l’intero paese e rischiando di privare oltre 200 supermercati di generi alimentari.
Dalla prima volta dall’entrata dell’euro, la Germania si trova in una profonda crisi economica con dati allarmanti che indicano l’imminente recessione a cui sta andando incontro il paese.

Questo si deve al disinteresse della classe dirigente tedesca che, agiata a vivere a spese dei paesi europei ad alto debito pubblico, hanno portato la Germania al collasso con i tagli e l’aumento della pressione fiscale.
I Verdi, che rappresentano l’alta borghesia tedesca, e che propugnano uno stomachevole ecologismo da quattro soldi, hanno iniziato sin da subito a bollare come “fascisti” coloro che decidono di prendere parte agli scioperi, nel disperato tentativo di disperdere e divedere le proteste popolari.

Vorrebbero riproporre in Germania la strategia utilizzata in Italia nel corso degli anni ‘70, con un’ondata di violenza politica che gioverebbe esclusivamente all’establishment liberale.
Questo piano sta miseramente fallendo e le manifestazioni registrano un numero sempre più alto e diversificato di partecipanti.
La protesta degli agricoltori tedeschi, che si è ben presto allargata a tutta la popolazione, è stata accolta con entusiasmo anche in Olanda e Francia dove, sulla scia degli eventi in Germania, si stanno iniziando a preparare le mobilitazioni contro i provvedimenti vergognosi del governo.

Un commento su “La Germania in rivolta

  1. preciso e puntuale articolo che rompe il muro di silenzio che il mainstream italico ha eretto attorno alla notizia .DA DIFFONDERE

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