L'Italia Mensile

La Destra bluette al servizio di Washington

Diego Fusaro

E dopo il liceo del made in Italy, arriva la solenne idiozia della social card: perché loro erano quelli della sovranità linguistica e della difesa dell’Italia… il loro patriottismo fiammeggiante si è ridotto a una formula, quella della sovranità alimentare, peraltro attuabile soltanto ove si dia quella sovranità economica e monetaria per la quale essi non stanno facendo in concreto nulla. Rivelandosi anzi allineati all’Unione Europea non meno delle sinistre fucsia neoliberali.

Non riescono a istituire il salario minimo, ma tempestivamente reintroducono i vitalizi per i politici. Non sono in grado di potenziare la sanità pubblica e il sistema welfaristico, ma reperiscono prontamente i danari per le armi a Kiev e alla guerra imperialistica made in USA.

Videocollegata al convegno di Vox in Spagna, Giorgia Meloni è riuscita pure a dire che è giunto il tempo dei patrioti, ovviamente facendo riferimento a se stessa: patriota ella è ormai solo se per patria intendiamo Washington, in quel caso davvero la si può qualificare come patriota, dato che tutto sta facendo a beneficio di Washington e del suo imperialismo. Strana idea davvero di patria hanno coloro i quali attualmente ci governano: la loro idea di patria coincide con la subalternità integrale dell’Italia a Washington e a Bruxelles, con la negazione più palese dell’interesse nazionale. Un patriottismo, sì, ma di cartapesta: che peraltro – almeno in questo sì – prolunga e attua coerentemente la vecchia storia del Movimento Sociale Italiano, che si riempiva la bocca della parola patria per poi essere sempre penosamente piegato alla volontà di Washington. Almirante docet.

Insomma, lo abbiamo detto e lo diciamo nuovamente: il governo di Giorgia Meloni riesce nell’impossibile impresa di essere la continuazione peggiorativa dell’orrendo governo delle sinistre fucsia neoliberali capitanate dall’euroinomane di Bruxelles Mario Draghi. Una volta di più, destra bluette e sinistra fucsia figurano come le due ali dell’aquila neoliberale e imperialistica.

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