I Moti Di Trieste: Tra Mito E Delusione.

Dopo il 9 ottobre e la feroce repressione scatenata dal regime contro il popolo NO Green Pass e la campagna di criminalizzazione del mainstream, la reazione di orgoglio di Trieste è stata per tutti noi motivo di vanto.

Per chi come noi, recluso nelle Patrie Galere, o per chi lontano, sia fisicamente – sia dalle dinamiche interne – la lotta dei Portuali FVG è stata come un passaggio di consegna da Roma a quella terra di confine, da sempre ULTIMA FRONTIERA della nostra Civiltà.
Sentire quel “La gente come noi non molla mai” innalzarsi dalla Capitale fino all’estremo est d’Italia, vedere quei valorosi triestini resistere alle cariche della Polizia e agli idranti della celere, non solo ci ha commosso, ma ci diete la forza di credere che repressione e criminalizzazione non avevano piegato i nostri connazionali all’apartheid del Green Pass.

I lavoratori di Triste innalzarono Tricolori e rosari contro la tirannia tecno-sanitaria e cantavano l’inno della resistenza: la PENTECOSTE DI LIBERTÀ si allargava in tutta Italia…

Ma purtroppo anche a Trieste politica, politici ed opportunisti, come un tumore, si sono insinuati nel fronte del dissenso ed hanno provato ad “uccidere” la resistenza.

Solo oggi, noi, come L’ITALIA MENSILE ed Italia Libera, veniamo a conoscenza di questo documento del coordinamento “La gente come noi” di Trieste, datata 10 aprile e non potevamo non pubblicarlo.

Per il rispetto del popolo della resistenza.
Per qualcuno si è poi candidato.
Per difendere – al di là dei “tumori” – li spirito e la resistenza di Trieste, uno dei simboli più belli di tutta la lotta del dissenso italiano di questi 30 mesi.

AVVISO IMPORTANTE!
10 Aprile 2022

Da questo momento tutti i gruppi regionali ed il nazionale de “La gente come noi” non saranno più 
seguiti da me, alcuni verranno archiviati, altri saranno seguiti dagli amministratori/referenti delle 
regioni di riferimento.

Sarebbe stato bello poter lasciare la gestione dei gruppi in autonomia a tutti 
gli iscritti de “La gente come noi”, perché la gente come noi siamo tutti, ma tecnicamente non è
fattibile né attuabile.
Chi avrà piacere di conoscere le motivazioni di questa scelta di seguito troverà una descrizione dei 
fatti accaduti, che non sarà breve, ma essendo l’ultima comunicazione credo debba essere ben 
dettagliata ed a disposizione di tutti.

A seguito di questa mia esposizione sicuramente ci sarà chi non interpreterà in modo adeguato la 
mia intenzionalità e chi invece riuscirà a comprendere i fatti così come riportati.
Mi assumo la responsabilità di ciò che descriverò, mettendo a disposizione link e foto dove ognuno 
potrà verificare direttamente quanto riportato.

E’ doveroso da parte mia mettere al corrente tutti voi affinché ognuno trovi dentro di sé la forza e la 
tenacia senza il bisogno di riversare le proprie speranze su di un unico e/o qualsiasi personaggio.

Non dovremmo scendere in piazza perché il personaggio del momento lo fa, ma tutti noi dovremmo 
partecipare alle iniziative per difendere in primis i nostri diritti.

Avviso che sono chiusi i commenti a tutti i gruppi per riuscire a mantenere l’oggettività della scelta 
presa. Solo chi avrà l’interesse di approfondire potrà comprendere i motivi che hanno portato a 
questa presa di posizione.

Sono stata già accusata, come anche alcuni dei referenti regionali, di invidia e poca limpidezza dal 
signor Puzzer per esserci dissociati dal comitato da lui fondato (Comitato la gente come noi), ma 
voglio ricordare che la sua fama è nata a seguito del lavoro di altre persone.

LA NASCITA E LO SCOPO DE “LA GENTE COME NOI”:
Sono una semplice operaia di Trieste che contrasta il sistema da 2 anni e le ingiustizie da una vita. 

Vedendo le restrizioni avanzare sotto l’impotenza delle persone che venivano ingiustamente 
discriminate, ho voluto unire tutte le realtà lavorative di Trieste perché erano evidenti i segnali di 
prossimi tagli sui diritti dei lavoratori.

Ho creato un gruppo “Sciopero e resistenza”, dove ci si incontrava tutti assieme in varie assemblee 
per cercare di contrastare e difenderci dalle ingiustizie e restrizioni subite dai vari assurdi DPCM.

In questi incontri erano presenti un referente per ogni realtà lavorativa di Trieste e dintorni (insegnanti, 
sanitari, tassisti, comitato genitori, Trieste Trasporti, ferrovieri, poste, Salus, Genertel, varie 
fabbriche triestine, ecc.) e ciascuno di loro riferiva poi ai suoi colleghi.
In questa fase, avendo rapporti anche con il coordinamento No green pass Trieste che organizzava 
già cortei qui a Trieste, ho proposto ai rappresentanti di ogni realtà lavorativa di riempire i futuri 
cortei anche con le varie categorie lavorative, differenziate grazie agli striscioni, ed essere così una marea umana a riempire la città dando univocamente il messaggio di contrarietà al green pass ed 
obbligo vaccinale.

In questo gruppo “Sciopero e resistenza” c’erano anche due portuali, uno dei quali mi ha chiamata 
per chiedere la mia presenza per la loro assemblea del 28/09/2021 visto che avevo già presenziato a quelle delle altre realtà lavorative locali.

Qui i portuali hanno espresso la volontà di essere presenti al successivo corteo, visto che fino a quel 
momento assenti dalle manifestazioni cittadine, indicendo tramite il loro sindacato “CLPT”
un’assemblea che permettesse la presenza dei portuali triestini.

Trovandomi lì presente alla loro 
assemblea, e sapendo dell’imminente sciopero dell’11 ottobre proclamato dal sindacato USB, ho messo al corrente tutti i portuali presenti dell’esistenza di tutti questi lavoratori uniti, già radunati 
sotto il cappello di “Sciopero e Resistenza”, ed ho proposto a loro il blocco del porto l’11 di Ottobre
per mezzo di una collaborazione fra i portuali e questo grande numero di lavoratori uniti.
Il 5/10/2021 è entrato a far parte del gruppo “Sciopero e resistenza” Stefano Puzzer.

Nei famosi ultimi due cortei, prima del presidio al porto di Trieste, abbiamo poi scelto di dare più visibilità ai portuali in vista di questo imminente possibile blocco del porto.

Successivamente, grazie allo sciopero indetto dal sindacato FISI, dal 15 al 20 Ottobre si è deciso 
tutti assieme (Coordinamento No Green Pass, ed i rappresentanti di “Sciopero e resistenza”) di dare vita al famoso blocco del porto di Trieste.

Agli italiani è arrivato il messaggio che i portuali avessero reso possibile tutto ciò, ma in realtà la 
proposta del blocco è arrivata ai portuali tramite mia proposta diretta ed è stato reso possibile 
soltanto grazie alla forza dell’unità che sono riuscita a creare fra tutte le persone delle varie realtà
lavorative.

A mio avviso non aveva importanza chi fosse l’ideatore delle manifestazioni, l’importante era unirsi, anche se noi tutti sapevamo che i portuali aderenti, che sarebbero realmente rimasti fuori dal porto dal 15 al 18 ottobre, sarebbero stati solamente 40, a fronte di circa 900 dipendenti.

Accade spesso che i lavoratori aderiscano agli scioperi non perché credono e supportano le reali 
motivazioni proclamate dai Sindacati, ma perché a taluni fa comodo passare delle giornate di stop dallo stress lavorativo.

Il presidio al porto è stato possibile grazie alla presenza di TUTTI noi.

Molti di voi non sanno che in realtà si era concordato TUTTI INSIEME che dal 15 ottobre si 
sarebbe dovuto attuare un blocco TOTALE del Porto di Trieste, cioè del varco 4 e del varco 1, ma 
quella stessa mattina del 15 ottobre, nonostante gli accordi presi tutti assieme, Stefano Puzzer, con portuali favorevoli ed altri contrari, ha deciso che il varco 1 doveva restare libero.

Scelta, a livello 
mediatico, nemmeno tanto sbagliata, ma il tanto ricordato 18 ottobre a Trieste è stato possibile a 
causa dell’accesso al varco 1 da dove sono entrati idranti e forze dell’ordine per sgomberare 
coattamente pacifici cittadini.

Il 18 Ottobre, giorno della vergogna, è nato il Coordinamento 15 Ottobre-FVG, dal quale in breve tempo ho voluto dissociarmi, in quanto, dopo la mia proposta di creare dei gruppi regionali per portare la scintilla ed unione nata qui a TS in tutta Italia, gli altri componenti volevano una struttura 
piramidale dove a capo c’eravamo solo noi 5 e con scopi finali ai quali io non ero interessata. 

Non essendo concorde sono voluta uscire ed assieme a Stefano ed alcuni dei rappresentanti delle
categorie lavorative (sanitari, insegnanti, comitato genitori) abbiamo creato un gruppo “La gente 
come noi – FVG”, che aveva già ben delineati degli obiettivi ed un codice etico:

  • Abolizione totale del green pass e dell’obbligo vaccinale anti SARS-CoV-2
  • Riaffermazione dei valori fondanti lo stato di diritto.
  • Recupero delle radici culturali, sociali ed umane ed il rispetto dei precetti fondamentali della nostra costituzione.

Il codice etico de “La gente come noi-FVG” era di ispirazione non politica né sindacale, ma 
puramente pacifico e finalizzato a favorire la solidarietà, l’informazione e l’unione da nord a sud tra 
noi cittadini.

Essendo Stefano molto portato ad apparire in pubblico, su palchi e tv, ed io non interessata alla visibilità, essendo anche molto riservata, restavo in “regia” e lavoravo imperterrita nel mio sogno di 
vedere un popolo unito che facesse resistenza e disubbidienza al regime. 

La nostra collaborazione funzionava, ed avrebbe funzionato ancora, se ci fosse stato reale interesse
a perseguire gli obiettivi prefissati nel codice etico e non il portare avanti fatti ed atti che paiono 
essere stati volti al personale scopo di visibilità in totale incoerenza rispetto lo scopo de “La gente 
come noi”.

SVILUPPO DE “LA GENTE COME NOI”

Venivo contattata giorno e notte da varie persone da tutta Italia.
Molti di loro, che confermavano di condividere i principi fondanti del gruppo, diventavano poi i referenti dei gruppi regionali de “La gente come noi”.

Un lavoro senza sosta e continuo che Stefano affidava completamente a me, giustificando il fatto con la sua non dimestichezza tecnologica.

Neppure io sono esperta di social e comunicazione, ma ho dovuto imparare nonostante il poco amore verso la tecnologia. 

Era nata una bella sinergia, ma alcuni referenti erano puri sostenitori solo del personaggio 
impersonificato da Stefano Puzzer, mentre la mia idea della suddivisione in gruppi regionali
nasceva proprio per togliere la responsabilità e peso della situazione, creatasi dopo i fatti di Trieste,
ad un solo uomo e/o categoria lavorativa e dare invece voce e visibilità non ad un “unico 
personaggio”, ma ad un popolo unito che la pensa allo stesso modo e vuole battersi per i propri diritti. 

Questi stessi supporter di Puzzer ed alcuni degli altri referenti vivevano in maniera negativa il fatto 
che Stefano non era presente tra i referenti e nel gruppo.

Stefano oltre a far sì che noi tutti gli dessimo visibilità riflessa con i vari gruppi regionali altro non faceva e sembrava proprio che sotto sotto a lui non interessasse di arrivare agli obiettivi finali 
proclamati in mondovisione.

Spesso accadeva che bisognava sistemare/tamponare azioni/non azioni proclamate da Stefano ed i 
portuali e poi IMPROVVISAMENTE annullate che facevano perdere loro stessi di credibilità e che portavano ulteriore delusione ai resistenti, cosa che volevamo evitare per non deludere le persone.

L’umano dice di volere la libertà, ma poi, spesso, tende ad idolatrare un’unica persona ed aspettare che i fatti li faccia quel suo stesso idolo o chi per lui, non rendendosi fattivamente utile all’obiettivo 
comune che si persegue.

Per creare una salda unità tra il popolo e gruppi di persone si dovrebbe partire dal basso dove 
ognuno di noi è ugualmente portatore di diritti e doveri.

Proseguendo nei mesi ci sono state parecchie diatribe interne, c’era chi aveva interessi politici, chi 
guerrafondaio, chi era semplicemente interessato ad appropriarsi di una pagina per interessi 
personali.

Insomma, anziché unirsi, si creavano continue spaccature per protagonismi ed obiettivi 
differenti.

Imperterrita e fiduciosa, ad ogni colpo basso ricevuto, mi armavo di pazienza, con la speranza e la fiducia di ripartire con più forza ed unione, non mollavo.

L’ultimo colpo di mano verso “La gente come noi” lo abbiamo ricevuto direttamente da Stefano 
Puzzer che grazie alla visibilità ricevuta ha preso la palla al balzo creando il “Comitato la gente 
come noi” con due amici portuali, escludendo tutti i referenti regionali de “La gente come noi” con 
l’unico scopo di raccogliere dei fondi che lo stesso Puzzer aveva deciso di ripartire con percentuali 
non eque tra popolo italiano e portuali triestini.

(per chi volesse approfondire legga il comunicato).
https://www.facebook.com/103511085541923/posts/133883569171341/

Io insieme ad altri referenti regionali ci siamo chiesti come mai questa iniziativa non è stata 
condivisa con noi visto che tutto il lavoro svolto da “La gente come noi” è stato svolto da me e
conseguentemente dai referenti regionali e la proposta della raccolta soldi era già stata fatta con
l’obiettivo di aiutare i cittadini ingiustamente sospesi e senza stipendio.

La risposta di Puzzer davanti la nostra domanda è stata: “perché volevo farlo rapidamente”. 

Io son concittadina di Puzzer e per onor della cronaca abito a soli 5 minuti da lui e nei momenti caldi ero spesso a casa sua per condividere future iniziative…

Perché non sono stata 
chiamata/avvisata?

La gestione, la rete e la collaborazione con i comitati ed iniziative di gruppi di aiuti solidali 
territoriali era stata sempre svolta da me in totale trasparenza. 

Io ed alcuni dei referenti siamo sempre rimasti saldi ai principi che ci contraddistinguono e in linea 
con il codice etico ed abbiamo quindi comunicato che ci dissociavamo da questo comitato e dalle 
percentuali di ripartizione dei fondi, di cui non sappiamo l’effettiva portata, tra i portuali ed il 
popolo.

Proprio dopo il comunicato dove ci siamo dissociati dall’iniziativa della raccolta fondi di un 
comitato che porta lo stesso nome del gruppo de “La gente come noi”, casualmente, veniamo a 
conoscenza che un comitato di nome Riccardo Szumski, (link per verificare su facebook 
@comitatoriccardoszumski) ha raccolto dei fondi per donarli ai portuali.

Da ciò che si evince,
sembrerebbero 40.870 euro in quote suddivise prima tra una quarantina di portuali, quelli presenti 
durante le giornate del porto di Trieste, per poi a scendere in breve tempo a soli 10 portuali.

In tutti questi mesi Puzzer ha sempre dichiarato pubblicamente di non lavorare e di sostenersi grazie 
ai suoi risparmi e di non saperne nulla di raccolte fondi.

Un paio di giorni fa Stefano ha dichiarato in una trasmissione, dove era presente anche il medico 
Riccardo Szumski, che ad oggi ci sono 50 portuali che non lavorano.
https://fb.watch/chzxybySry/

Viene da chiedersi come mai Puzzer non abbia colto l’occasione per ringraziare pubblicamente il dottor Riccardo Szsumski, né nella trasmissione in data 31.03.2022 né in altre occasioni precedenti, 
della cospicua donazione ai portuali di Trieste.

Ora è naturale chiedersi anche come mai i 2.150 euro 
donati ai portuali dal suo stesso Comitato la gente come noi sono stati divisi per 10 portuali e non 
50.

Altro legittimo dubbio.
Perché si è presentato ad un Forum delle Nazioni 
Unite riservato alla promozione del rispetto aziendale dei diritti umani come membro del Territorio 
libero di Trieste, che riveste un ruolo politico, e non come libero cittadino? 

Che risposte poteva ottenere da uno speech fatto ad un gruppo di lavoro tematico?

Viene da dire che questa sia stata una forzatura mediatica perché, come dice Puzzer nel video, se 
già aveva ricevuto risposta il 26/11/2021, perché presentarsi il 30/11/2021?

https://www.facebook.com/groups/lagentecomenoifvg/permalink/347915500455743/

FINE DE “LA GENTE COME NOI”

Sono una semplice ex operaia, sì ex, perché dal 15 di Ottobre mi sono opposta a questo dispotico 
sistema sul lavoro.

Essendo stata assunta con un contratto a tempo indeterminato con agenzia 
interinale, la fabbrica nella quale lavoravo, in somministrazione da 8 anni, il 23 di Dicembre ha  voluto chiudere i rapporti lavorativi con me. 

Sono stata poi convocata dall’agenzia interinale, mio datore di lavoro, per seguire un corso per 
nuova ricollocazione.

Mi sono presentata e dopo aver appurato che non avevano documentazione la delega per richiedere i miei dati sensibili, mi sono fermamente opposta e sono stata sospesa.

La mia situazione famigliare ed economica non è delle migliori, semplicemente preferisco morire che 
essere privata della mia libertà ed essere parte e complice del sistema 
dittatoriale/discriminatorio/nazista.

Ho donato 2 incessanti anni alla causa, ho lottato per raggiungere l’unione tra esseri umani e cercato di sensibilizzare le anime e solo ora mi sono resa conto che è un’UTOPIA.

Continuerò a credere nei
miei principi, lotterò per perseguire i miei ideali, ma lo farò senza mai più donare un altro minuto ad  un popolo a cui piace essere sottomesso, manipolato, che invece di unirsi cerca idoli da seguire 
anziché battersi per i diritti di TUTTI NOI.

Vagliamo bene chi seguire vista la nascita in questi mesi di vari gruppi, comitati e personaggi più o meno conosciuti, che raccolgono persone e soldi cavalcando l’onda del dissenso.

Dopo questa esperienza ho imparato ad essere prudente e a non fidarmi più completamente di chi millanta purezza e valori che poi vengono dissipati dai fatti.

E se fosse solo per raccogliere voti per 
le prossime elezioni?

Ammetto, con rammarico, il mio “fallimento” nella riuscita del progetto umano de “La gente come 
noi” con i suoi scopi fondanti, ma sono comunque felice che, nel bene e nel male, sono stata spinta 
a voler fare qualcosa per esprimere il mio dissenso a tutto quello che stava accadendo alla gente.

Auguro a tutti noi di riuscire un giorno ad essere realmente umani, solo così si arriverà alla 
LIBERTA`.

Ringrazio tutte le persone pure di cuore e che ogni giorno si battono per i propri diritti e per la 
libertà.

In particolar modo ringrazio due Donne speciali che mi hanno appoggiata in questo mio percorso e 
condiviso con me tutto ciò.

Firmato
E.
Una sognatrice

I Moti Di Trieste: Tra Mito E Delusione.

Dopo il 9 ottobre e la feroce repressione scatenata dal regime contro il popolo NO Green Pass e la campagna di criminalizzazione del mainstream, la reazione di orgoglio di Trieste è stata per tutti noi motivo di vanto.

Per chi come noi, recluso nelle Patrie Galere, o per chi lontano, sia fisicamente – sia dalle dinamiche interne – la lotta dei Portuali friulani è stata come un passaggio di consegna da Roma a quella terra di confine, da sempre ULTIMA FRONTIERA della nostra Civiltà.
Sentire quel “La gente come noi non molla mai” innalzarsi dalla Capitale fino all’estremo est d’Italia, vedere quei valorosi triestini resistere alle cariche della Polizia e agli idranti della celere, non solo ci ha commosso, ma ci diete la forza di credere che repressione e criminalizzazione non avevano piegato i nostri connazionali all’apartheid del Green Pass.

I lavoratori di Triste innalzamento Tricolori e rosari contro la tirannia tecno-sanitaria e cantavano l’inno della resistenza: la PENTECOSTE DI LIBERTÀ si allargava in tutta Italia…

Ma purtroppo anche a Trieste politica, politici ed opportunisti, come un tumore, si sono insinuati nel fronte del dissenso ed hanno provato ad “uccidere” la resistenza.

Solo oggi, noi, come L’ITALIA MENSILE ed Italia Libera, veniamo a conoscenza di questo documento del coordinamento “La gente come noi” di Trieste, datata 10 aprile e non potevamo non pubblicarlo.

Per il rispetto del popolo della resistenza.
Per qualcuno si è poi candidato.
Per difendere – al di là dei “tumori” – li spirito e la resistenza di Trieste, uno dei simboli più belli di tutta la lotta del dissenso italiano di questi 30 mesi.

AVVISO IMPORTANTE!
10 Aprile 2022

Da questo momento tutti i gruppi regionali ed il nazionale de “La gente come noi” non saranno più 
seguiti da me, alcuni verranno archiviati, altri saranno seguiti dagli amministratori/referenti delle 
regioni di riferimento.

Sarebbe stato bello poter lasciare la gestione dei gruppi in autonomia a tutti 
gli iscritti de “La gente come noi”, perché la gente come noi siamo tutti, ma tecnicamente non è
fattibile né attuabile.
Chi avrà piacere di conoscere le motivazioni di questa scelta di seguito troverà una descrizione dei 
fatti accaduti, che non sarà breve, ma essendo l’ultima comunicazione credo debba essere ben 
dettagliata ed a disposizione di tutti.

A seguito di questa mia esposizione sicuramente ci sarà chi non interpreterà in modo adeguato la 
mia intenzionalità e chi invece riuscirà a comprendere i fatti così come riportati.
Mi assumo la responsabilità di ciò che descriverò, mettendo a disposizione link e foto dove ognuno 
potrà verificare direttamente quanto riportato.

E’ doveroso da parte mia mettere al corrente tutti voi affinché ognuno trovi dentro di sé la forza e la 
tenacia senza il bisogno di riversare le proprie speranze su di un unico e/o qualsiasi personaggio.

Non dovremmo scendere in piazza perché il personaggio del momento lo fa, ma tutti noi dovremmo 
partecipare alle iniziative per difendere in primis i nostri diritti.

Avviso che sono chiusi i commenti a tutti i gruppi per riuscire a mantenere l’oggettività della scelta 
presa. Solo chi avrà l’interesse di approfondire potrà comprendere i motivi che hanno portato a 
questa presa di posizione.

Sono stata già accusata, come anche alcuni dei referenti regionali, di invidia e poca limpidezza dal 
signor Puzzer per esserci dissociati dal comitato da lui fondato (Comitato la gente come noi), ma 
voglio ricordare che la sua fama è nata a seguito del lavoro di altre persone.

LA NASCITA E LO SCOPO DE “LA GENTE COME NOI”:
Sono una semplice operaia di Trieste che contrasta il sistema da 2 anni e le ingiustizie da una vita. 

Vedendo le restrizioni avanzare sotto l’impotenza delle persone che venivano ingiustamente 
discriminate, ho voluto unire tutte le realtà lavorative di Trieste perché erano evidenti i segnali di 
prossimi tagli sui diritti dei lavoratori.

Ho creato un gruppo “Sciopero e resistenza”, dove ci si incontrava tutti assieme in varie assemblee 
per cercare di contrastare e difenderci dalle ingiustizie e restrizioni subite dai vari assurdi DPCM.

In questi incontri erano presenti un referente per ogni realtà lavorativa di Trieste e dintorni (insegnanti, 
sanitari, tassisti, comitato genitori, Trieste Trasporti, ferrovieri, poste, Salus, Genertel, varie 
fabbriche triestine, ecc.) e ciascuno di loro riferiva poi ai suoi colleghi.
In questa fase, avendo rapporti anche con il coordinamento No green pass Trieste che organizzava 
già cortei qui a Trieste, ho proposto ai rappresentanti di ogni realtà lavorativa di riempire i futuri 
cortei anche con le varie categorie lavorative, differenziate grazie agli striscioni, ed essere così una marea umana a riempire la città dando univocamente il messaggio di contrarietà al green pass ed 
obbligo vaccinale.

In questo gruppo “Sciopero e resistenza” c’erano anche due portuali, uno dei quali mi ha chiamata 
per chiedere la mia presenza per la loro assemblea del 28/09/2021 visto che avevo già presenziato a quelle delle altre realtà lavorative locali.

Qui i portuali hanno espresso la volontà di essere presenti al successivo corteo, visto che fino a quel 
momento assenti dalle manifestazioni cittadine, indicendo tramite il loro sindacato “CLPT”
un’assemblea che permettesse la presenza dei portuali triestini.

Trovandomi lì presente alla loro 
assemblea, e sapendo dell’imminente sciopero dell’11 ottobre proclamato dal sindacato USB, ho messo al corrente tutti i portuali presenti dell’esistenza di tutti questi lavoratori uniti, già radunati 
sotto il cappello di “Sciopero e Resistenza”, ed ho proposto a loro il blocco del porto l’11 di Ottobre
per mezzo di una collaborazione fra i portuali e questo grande numero di lavoratori uniti.
Il 5/10/2021 è entrato a far parte del gruppo “Sciopero e resistenza” Stefano Puzzer.

Nei famosi ultimi due cortei, prima del presidio al porto di Trieste, abbiamo poi scelto di dare più visibilità ai portuali in vista di questo imminente possibile blocco del porto.

Successivamente, grazie allo sciopero indetto dal sindacato FISI, dal 15 al 20 Ottobre si è deciso 
tutti assieme (Coordinamento No Green Pass, ed i rappresentanti di “Sciopero e resistenza”) di dare vita al famoso blocco del porto di Trieste.

Agli italiani è arrivato il messaggio che i portuali avessero reso possibile tutto ciò, ma in realtà la 
proposta del blocco è arrivata ai portuali tramite mia proposta diretta ed è stato reso possibile 
soltanto grazie alla forza dell’unità che sono riuscita a creare fra tutte le persone delle varie realtà
lavorative.

A mio avviso non aveva importanza chi fosse l’ideatore delle manifestazioni, l’importante era unirsi, anche se noi tutti sapevamo che i portuali aderenti, che sarebbero realmente rimasti fuori dal porto dal 15 al 18 ottobre, sarebbero stati solamente 40, a fronte di circa 900 dipendenti.

Accade spesso che i lavoratori aderiscano agli scioperi non perché credono e supportano le reali 
motivazioni proclamate dai Sindacati, ma perché a taluni fa comodo passare delle giornate di stop dallo stress lavorativo.

Il presidio al porto è stato possibile grazie alla presenza di TUTTI noi.

Molti di voi non sanno che in realtà si era concordato TUTTI INSIEME che dal 15 ottobre si 
sarebbe dovuto attuare un blocco TOTALE del Porto di Trieste, cioè del varco 4 e del varco 1, ma 
quella stessa mattina del 15 ottobre, nonostante gli accordi presi tutti assieme, Stefano Puzzer, con portuali favorevoli ed altri contrari, ha deciso che il varco 1 doveva restare libero.

Scelta, a livello 
mediatico, nemmeno tanto sbagliata, ma il tanto ricordato 18 ottobre a Trieste è stato possibile a 
causa dell’accesso al varco 1 da dove sono entrati idranti e forze dell’ordine per sgomberare 
coattamente pacifici cittadini.

Il 18 Ottobre, giorno della vergogna, è nato il Coordinamento 15 Ottobre-FVG, dal quale in breve tempo ho voluto dissociarmi, in quanto, dopo la mia proposta di creare dei gruppi regionali per portare la scintilla ed unione nata qui a TS in tutta Italia, gli altri componenti volevano una struttura 
piramidale dove a capo c’eravamo solo noi 5 e con scopi finali ai quali io non ero interessata. 

Non essendo concorde sono voluta uscire ed assieme a Stefano ed alcuni dei rappresentanti delle
categorie lavorative (sanitari, insegnanti, comitato genitori) abbiamo creato un gruppo “La gente 
come noi – FVG”, che aveva già ben delineati degli obiettivi ed un codice etico:

  • Abolizione totale del green pass e dell’obbligo vaccinale anti SARS-CoV-2
  • Riaffermazione dei valori fondanti lo stato di diritto.
  • Recupero delle radici culturali, sociali ed umane ed il rispetto dei precetti fondamentali della nostra costituzione.

Il codice etico de “La gente come noi-FVG” era di ispirazione non politica né sindacale, ma 
puramente pacifico e finalizzato a favorire la solidarietà, l’informazione e l’unione da nord a sud tra 
noi cittadini.

Essendo Stefano molto portato ad apparire in pubblico, su palchi e tv, ed io non interessata alla visibilità, essendo anche molto riservata, restavo in “regia” e lavoravo imperterrita nel mio sogno di 
vedere un popolo unito che facesse resistenza e disubbidienza al regime. 

La nostra collaborazione funzionava, ed avrebbe funzionato ancora, se ci fosse stato reale interesse
a perseguire gli obiettivi prefissati nel codice etico e non il portare avanti fatti ed atti che paiono 
essere stati volti al personale scopo di visibilità in totale incoerenza rispetto lo scopo de “La gente 
come noi”.

SVILUPPO DE “LA GENTE COME NOI”

Venivo contattata giorno e notte da varie persone da tutta Italia.
Molti di loro, che confermavano di condividere i principi fondanti del gruppo, diventavano poi i referenti dei gruppi regionali de “La gente come noi”.

Un lavoro senza sosta e continuo che Stefano affidava completamente a me, giustificando il fatto con la sua non dimestichezza tecnologica.

Neppure io sono esperta di social e comunicazione, ma ho dovuto imparare nonostante il poco amore verso la tecnologia. 

Era nata una bella sinergia, ma alcuni referenti erano puri sostenitori solo del personaggio 
impersonificato da Stefano Puzzer, mentre la mia idea della suddivisione in gruppi regionali
nasceva proprio per togliere la responsabilità e peso della situazione, creatasi dopo i fatti di Trieste,
ad un solo uomo e/o categoria lavorativa e dare invece voce e visibilità non ad un “unico 
personaggio”, ma ad un popolo unito che la pensa allo stesso modo e vuole battersi per i propri diritti. 

Questi stessi supporter di Puzzer ed alcuni degli altri referenti vivevano in maniera negativa il fatto 
che Stefano non era presente tra i referenti e nel gruppo.

Stefano oltre a far sì che noi tutti gli dessimo visibilità riflessa con i vari gruppi regionali altro non faceva e sembrava proprio che sotto sotto a lui non interessasse di arrivare agli obiettivi finali 
proclamati in mondovisione.

Spesso accadeva che bisognava sistemare/tamponare azioni/non azioni proclamate da Stefano ed i 
portuali e poi IMPROVVISAMENTE annullate che facevano perdere loro stessi di credibilità e che portavano ulteriore delusione ai resistenti, cosa che volevamo evitare per non deludere le persone.

L’umano dice di volere la libertà, ma poi, spesso, tende ad idolatrare un’unica persona ed aspettare che i fatti li faccia quel suo stesso idolo o chi per lui, non rendendosi fattivamente utile all’obiettivo 
comune che si persegue.

Per creare una salda unità tra il popolo e gruppi di persone si dovrebbe partire dal basso dove 
ognuno di noi è ugualmente portatore di diritti e doveri.

Proseguendo nei mesi ci sono state parecchie diatribe interne, c’era chi aveva interessi politici, chi 
guerrafondaio, chi era semplicemente interessato ad appropriarsi di una pagina per interessi 
personali.

Insomma, anziché unirsi, si creavano continue spaccature per protagonismi ed obiettivi 
differenti.

Imperterrita e fiduciosa, ad ogni colpo basso ricevuto, mi armavo di pazienza, con la speranza e la fiducia di ripartire con più forza ed unione, non mollavo.

L’ultimo colpo di mano verso “La gente come noi” lo abbiamo ricevuto direttamente da Stefano 
Puzzer che grazie alla visibilità ricevuta ha preso la palla al balzo creando il “Comitato la gente 
come noi” con due amici portuali, escludendo tutti i referenti regionali de “La gente come noi” con 
l’unico scopo di raccogliere dei fondi che lo stesso Puzzer aveva deciso di ripartire con percentuali 
non eque tra popolo italiano e portuali triestini.

(per chi volesse approfondire legga il comunicato).
https://www.facebook.com/103511085541923/posts/133883569171341/

Io insieme ad altri referenti regionali ci siamo chiesti come mai questa iniziativa non è stata 
condivisa con noi visto che tutto il lavoro svolto da “La gente come noi” è stato svolto da me e
conseguentemente dai referenti regionali e la proposta della raccolta soldi era già stata fatta con
l’obiettivo di aiutare i cittadini ingiustamente sospesi e senza stipendio.

La risposta di Puzzer davanti la nostra domanda è stata: “perché volevo farlo rapidamente”. 

Io son concittadina di Puzzer e per onor della cronaca abito a soli 5 minuti da lui e nei momenti caldi ero spesso a casa sua per condividere future iniziative…

Perché non sono stata 
chiamata/avvisata?

La gestione, la rete e la collaborazione con i comitati ed iniziative di gruppi di aiuti solidali 
territoriali era stata sempre svolta da me in totale trasparenza. 

Io ed alcuni dei referenti siamo sempre rimasti saldi ai principi che ci contraddistinguono e in linea 
con il codice etico ed abbiamo quindi comunicato che ci dissociavamo da questo comitato e dalle 
percentuali di ripartizione dei fondi, di cui non sappiamo l’effettiva portata, tra i portuali ed il 
popolo.

Proprio dopo il comunicato dove ci siamo dissociati dall’iniziativa della raccolta fondi di un 
comitato che porta lo stesso nome del gruppo de “La gente come noi”, casualmente, veniamo a 
conoscenza che un comitato di nome Riccardo Szumski, (link per verificare su facebook 
@comitatoriccardoszumski) ha raccolto dei fondi per donarli ai portuali.

Da ciò che si evince,
sembrerebbero 40.870 euro in quote suddivise prima tra una quarantina di portuali, quelli presenti 
durante le giornate del porto di Trieste, per poi a scendere in breve tempo a soli 10 portuali.

In tutti questi mesi Puzzer ha sempre dichiarato pubblicamente di non lavorare e di sostenersi grazie 
ai suoi risparmi e di non saperne nulla di raccolte fondi.

Un paio di giorni fa Stefano ha dichiarato in una trasmissione, dove era presente anche il medico 
Riccardo Szumski, che ad oggi ci sono 50 portuali che non lavorano.
https://fb.watch/chzxybySry/

Viene da chiedersi come mai Puzzer non abbia colto l’occasione per ringraziare pubblicamente il dottor Riccardo Szsumski, né nella trasmissione in data 31.03.2022 né in altre occasioni precedenti, 
della cospicua donazione ai portuali di Trieste.

Ora è naturale chiedersi anche come mai i 2.150 euro 
donati ai portuali dal suo stesso Comitato la gente come noi sono stati divisi per 10 portuali e non 
50.

Altro legittimo dubbio.
Perché si è presentato ad un Forum delle Nazioni 
Unite riservato alla promozione del rispetto aziendale dei diritti umani come membro del Territorio 
libero di Trieste, che riveste un ruolo politico, e non come libero cittadino? 

Che risposte poteva ottenere da uno speech fatto ad un gruppo di lavoro tematico?

Viene da dire che questa sia stata una forzatura mediatica perché, come dice Puzzer nel video, se 
già aveva ricevuto risposta il 26/11/2021, perché presentarsi il 30/11/2021?

https://www.facebook.com/groups/lagentecomenoifvg/permalink/347915500455743/

FINE DE “LA GENTE COME NOI”

Sono una semplice ex operaia, sì ex, perché dal 15 di Ottobre mi sono opposta a questo dispotico 
sistema sul lavoro.

Essendo stata assunta con un contratto a tempo indeterminato con agenzia 
interinale, la fabbrica nella quale lavoravo, in somministrazione da 8 anni, il 23 di Dicembre ha  voluto chiudere i rapporti lavorativi con me. 

Sono stata poi convocata dall’agenzia interinale, mio datore di lavoro, per seguire un corso per 
nuova ricollocazione.

Mi sono presentata e dopo aver appurato che non avevano documentazione la delega per richiedere i miei dati sensibili, mi sono fermamente opposta e sono stata sospesa.

La mia situazione famigliare ed economica non è delle migliori, semplicemente preferisco morire che 
essere privata della mia libertà ed essere parte e complice del sistema 
dittatoriale/discriminatorio/nazista.

Ho donato 2 incessanti anni alla causa, ho lottato per raggiungere l’unione tra esseri umani e cercato di sensibilizzare le anime e solo ora mi sono resa conto che è un’UTOPIA.

Continuerò a credere nei
miei principi, lotterò per perseguire i miei ideali, ma lo farò senza mai più donare un altro minuto ad  un popolo a cui piace essere sottomesso, manipolato, che invece di unirsi cerca idoli da seguire 
anziché battersi per i diritti di TUTTI NOI.

Vagliamo bene chi seguire vista la nascita in questi mesi di vari gruppi, comitati e personaggi più o meno conosciuti, che raccolgono persone e soldi cavalcando l’onda del dissenso.

Dopo questa esperienza ho imparato ad essere prudente e a non fidarmi più completamente di chi millanta purezza e valori che poi vengono dissipati dai fatti.

E se fosse solo per raccogliere voti per 
le prossime elezioni?

Ammetto, con rammarico, il mio “fallimento” nella riuscita del progetto umano de “La gente come 
noi” con i suoi scopi fondanti, ma sono comunque felice che, nel bene e nel male, sono stata spinta 
a voler fare qualcosa per esprimere il mio dissenso a tutto quello che stava accadendo alla gente.

Auguro a tutti noi di riuscire un giorno ad essere realmente umani, solo così si arriverà alla 
LIBERTA`.

Ringrazio tutte le persone pure di cuore e che ogni giorno si battono per i propri diritti e per la 
libertà.

In particolar modo ringrazio due Donne speciali che mi hanno appoggiata in questo mio percorso e 
condiviso con me tutto ciò.

Firmato
E.
Una sognatrice

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