L'Italia Mensile

Gli Usa Contro La Cina

Diego Fusaro

Adesso gli Stati Uniti minacciano sanzioni contro la Cina, con la scusa che essa è vicina alla Russia e per via di istituti finanziari legati alle armi.

Lo leggiamo ad esempio su ansa.it.
Nelle scorse settimane e negli scorsi mesi, abbiamo assistito a sanzioni statunitensi contro la Russia, contro l’Iran e contro il Venezuela.

Adesso non può che essere la volta della Cina.
La civiltà dell’hamburger, l’abbiamo capito, sanziona democraticamente tutti quegli stati che, per una ragione o per un’altra, si rifiutano di genuflettersi alla libido dominandi del leviatano talassocratico a stelle e strisce. E che per ciò stesso sono bollati con il marchio infamante di rogue states, stati canaglia.

Le inimicizia di Washington verso Pechino è radicale e non deve essere trascurata, mi spingerei ad asserire che supera anche quella rispetto a Mosca e a Teheran.

Pechino infatti non soltanto non si piega a Washington ma già da tempo ha superato quest’ultima quanto a potenza economica e tecnologica.

Cosa che ovviamente Washington non può assolutamente accettare. L’aveva ampiamente previsto Giovanni Arrighi nei suoi studi economici “Il lungo XX secolo” e “Adam Smith a Pechino”.

Il ciclo economico egemonico americano, dominante nel XX secolo, sta volgendo al termine e la civiltà del dollaro reagisce scompostamente al proprio tramonto.

Lo fa mettendo a frutto la propria supremazia militare, cercando in ogni modo il conflitto accampando le scuse più improbabili. Soprattutto prova a legittimare come umanitario il proprio sanguinario imperialismo.

Nel caso della Cina, non ci stupiremo se sarà Taiwan il casus belli in futuro, dato che Taiwan viene già ora utilizzata dalla civiltà dell’hamburger come bastone contro la Cina, con le stesse modalità con cui ha utilizzato l’Ucraina del guitto Zelensky, attore Nato, contro la Russia di Putin.

Il vero problema per Washington però sta nel fatto che, per un verso, la Cina è a sua volta una grande potenza, in grado di resistere e di difendersi; e, per un altro verso, la Cina, la Russia e l’Iran, ma poi anche i cosiddetti Brics, stanno già da tempo collaborando per fare un fronte comune contro l’imperialismo fintamente umanitario di Washington.

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