Di Ruggiero Capone
Sono stati montati i cartelli stradali che delimitano la nuova ZTL di Roma, collimano con tutte le zone d’accesso alla città; delimitando un perimetro grande quanto il Gra (grande raccordo anulare).
Intanto entro l’estate inizieranno le verifiche della polizia locale su impianti di riscaldamento (caldaie) e condizionatori: si prefigurano multe oltre i mille euro per cittadini e condomini con impianti datati.
E non finisce qui: entro un anno e mezzo potrebbe decollare il grande controllo su immobili e impianti non più a norma, a qualcuno quatto quatto pensa pure agli elettrodomestici.
A conti fatti, ci sarebbero le norme Ue per colpire in tutti questi ambiti. Ora i Comuni di Roma e Milano stanno svolgendo il ruolo di apripista.
Qualcuno ci ricorda come l’Italia sia il Paese delle infinite norme, e che la maggior parte di leggi e leggine dormono: norme inapplicate, quando un pubblico funzionario le desta hanno il loro peso e valore.
Se venissero immediatamente applicare tutte le “normative green” dell’Ue, la vita dei cittadini diverrebbe impossibile, realizzando a pieno la dittatura verde europea.
Ma c’è qualche sindaco che, forte dei poteri a lui trasferiti da una passata giunta regionale (quella di Zingaretti), sta pensando di dare la caccia al cittadino, mettendolo nelle condizioni di dover vendere tutto e fuggire dalla città.
Entro un triennio, Roberto Gualtieri e la sua giunta potrebbero privare di casa e vettura di proprietà i romani con reddito medio-basso: atto che risulterebbe anche legale, nel nome di “Roma città più green d’Europa”.
Mettere a “norma green” la città significa perseguitare i cittadini, sia fermando le autovetture che entrando di prepotenza nelle case per controllare caldaie ed impianti. Per realizzare questa sperimentale dittatura verde, il sindaco di Roma è pronto a distruggere la convivenza civile, rafforzando la delazione verso le polizie locali, creando ansia e panico nei residenti, bloccando attività artigianali e commerciali: raggiungendo almeno su Roma il falò dei risparmi, perché i cittadini saranno costretti ad indebitarsi pur d’avere auto elettrica e casa a norma Ue.
Per quanto riguarda auto e moto l’obiettivo Gualtieri è ormai raggiunto: da novembre prossimo i romani saranno costretti ad aggiornare ogni due anni il proprio mezzo privato di locomozione all’ultima categoria euro, pena non circolare più a meno di non rischiare sospensione della patente e probabilmente sequestro del mezzo (si era detto anche questo per i recidivi) con sanzioni accessorie pecuniarie: in pratica chi ha vettura “euro 6” dovrà cambiarla con una “euro 7”, e tra due anni passare a “euro 8” o totalmente elettrico.
Per le auto storiche e d’epoca invece decollano le indagini delle polizie locali, per appurare chi sono i collezionisti e dove nascondono i loro tesori.
Operazione green che rischia d’estendersi anche alle case energivore: perché se l’obbligo d’aggiornamento di classe energetica correrà tra nove anni, invece i sindaci possono già per legge avere mano libera ad indagini su edifici “inquinanti” ed ad alto consumo per caldaie ed impianti datati.
Di fatto l’Ue ha spalancato la porta alle indagini locali contro i cittadini che usano caldaie, stufe, camini, forni ed elettrodomestici vari. Gli addetti ai lavori non escludono che, dopo l’installazione di 3.222 telecamere in tutta Roma per spiare le auto non aggiornate all’ultima categorie euro, sia una squadra speciale di polizia locale ad indagare sulle abitazioni: per appurare le abitudini domestiche dei romani in quanto a consumo d’energia e possesso ed uso d’apparecchiature domestiche energivore.
Obiettivo un sanzionamento a tappeto di tutta la cittadinanza, con la sola eccezione dei più ricchi proprietari d’immobili aggiornati all’ultima domotica in case di “classe energetica A”?
Nel mirino anche le case della gente normale
Secondo l’Ance (Associazione nazionale costruttori edili), nonostante le eccezioni, gli obiettivi rimangono irraggiungibili in Italia: le stime prevedono 630 anni solo per raggiungere la classe E per tutte le case, mentre addirittura 3.800 per la D.
Realizzare gli interventi richiederebbe uno sforzo notevole, come mostrano anche le stime di Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile): il 74% delle abitazioni italiane, cioè 11 milioni sarebbero in classe energetica inferiore alla D.
Chi pagherà per questo salasso?
Sappiamo bene che i sistema bancario europeo (quello occidentale) ha già posto un veto all’accesso a sovvenzioni e finanziamenti: per le case private non è previsto l’aiuto pubblico e le banche reputano non applicabili prestiti per la messa a norma Ue.
Veti perfettamente in linea con la richiesta dei grandi gruppi che intendono assorbire l’intero patrimonio privato: obiettivo è trasformare la maggior parte dei cittadini da proprietari ad affittuari, favorendo poi dei percorsi finanziari che brucino i risparmi e quanto i singoli hanno ricavato dalla vendita degli immobili.
Gli Stati membri dell’Ue dovranno obbligatoriamente allestire punti di informazione e programmi che obblighino i cittadini alla ristrutturazione: il sistema finanziario chiede di prevedere un premio a chi si privi della casa di proprietà, proprio come oggi a chi rottama la vettura.
Va da se che è vietato ogni lavoro o miglioria in regime di “autoriparazione” o in “economia domestica” (come era in uso nelle comunità rurali d’un tempo): gli adeguamenti e le ristrutturazioni dovranno rigorosamente essere effettuate da imprese a norma Ue con manodopera qualificata ed in regola con la formazione continua per arti e mestieri.
Gualtieri occhio del padrone
“Roma Servizi per la mobilità Srl” ha già fornito la Capitale del nuovo sistema di videosorveglianza, con analisi computerizzata dei video in grado di spiare ogni movimento dei romani: si tratta d’un impianto anche satellitare, in grado di riprendere ogni movimento e, in un futuro prossimo, ottemperare anche al continuo riconoscimento facciale dei cittadini.
Quest’ultimo permetterebbe alla Giunta Gualtieri di varare la cittadinanza a punti contro i romani, inibendo in un futuro prossimo anche la circolazione dei cittadini messi in punizione, anche solo perché non economicamente in grado di cambiarsi la caldaia o la lavatrice.
Circa vent’anni fa a Davos hanno chiesto, per il bene del Pianeta, di “ridurre la platea dei fruitori di beni e servizi” e d’imporre ai popoli la “transizione ecologica”.
A ridurre drasticamente la platea dei “fruitori di beni e servizi” provvedono da tempo le politiche fiscali, bancarie, monetarie, pandemiche e ultimamente la guerra tra Usa e Russia. La riduzione della platea sarebbe a parere dei soliti “filantropi” indispensabile ad avviare, nella pratica quotidiana, la “transizione ecologica”. In quest’ottica l’Ue ha dichiarato di considerare la mobilità come la seconda voce di spesa sociale europea dopo sanità e alloggio.
Di fatto l’Ue accusa lo spostamento dei cittadini come responsabile di oltre il venticinque per cento delle emissioni inquinanti (gas serra) in Europa. Lo stesso studio presentato a Bruxelles era stato prima al centro di un dibattito a Davos: negli atti si sosterrebbe che più del settanta per cento del fattore inquinante è antropico, ovvero correlabile a lavoro umano, spostamento umano e fruizione di beni e servizi pubblici e privati.
Ne deriva che il Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha studiato i dossier di Davos ed ha lavorato alla loro risultanza pratica in Europa (lì era europarlamentare): ovviamente da Sindaco sta cercando di attuare sia la ridurre della “platea dei fruitori di beni e servizi” che la “transizione ecologica”.
Misure che ovviamente prevedono un robusto percorso d’esclusione sociale per disoccupati, precari e cittadini sul filo dell’indigenza. Il progetto prevede il dimezzamento del trasporto privato abbinato ad un contingentamento dei vettori pubblici: meno autobus e metro ma con più qualità ed efficienza, che verrebbero pagate con una maggiorazione sul prezzo del biglietto.
Obiettivo di tutte le restrizioni è convincere le persone a spostarsi di meno con la propria auto come col treno ed altri i mezzi pubblici: secondo i “filantropi” riducendo il traffico umano si ridurrebbe l’inquinamento cittadino.
L’esclusività dell’uso dei mezzi pubblici dovrebbe a Roma collimare con la nuova Ztl, che taglierà i meno abbienti dall’uso del veicolo privato.
Le un tempo categorie a cui dovevano essere garantiti gli spostamenti (come studenti, famiglie, anziani, disoccupati, persone con disabilità, ecc. ecc.) probabilmente rinunceranno al mezzo di locomozione privato ed avranno sempre più difficoltà ad usufruire del trasporto pubblico. Buona scusa per scongiurare la mobilità degli esclusi economici è racchiusa proprio nel progetto “città in quindici minuti”, che permetterà alle amministrazioni di dire a queste tipologie di cittadini “che si sposta a fare, ha dei costi e produce inquinamento, rimanga nella sua zona, troverà tutto nel circondario”.
Principale deterrente alla mobilità si dimostreranno i costi, infatti in concomitanza con l’allargamento della Zona a traffico limitato sino al limite del Grande Raccordo Anulare, l’amministrazione capitolina regolerà a standard europei i prezzi dei biglietti di bus, metro e tram: vale a dire due euro per cento minuti in autobus e tre euro per la singola corsa in metro. Le due misure, nuova Ztl ed aumento del prezzo dei biglietti del trasporto pubblico, garantiranno una sorta di strettoia al movimento di oltre il trenta per cento dei romani, permettendo alla giunta di pianificare la sperimentazione della “città in 15 minuti”: ovvero acquartierare i cittadini (l’esperimento parte dal rione Testaccio).
Per Davos ed Ue ridurre viaggi e spostamenti in auto come in aereo, bus e treno sarebbe “fondamentale per ridurre le emissioni di gas serra, garantendo un risparmio economico per le famiglie”: in parole povere “statevene a casa”, soprattutto se siete precari, disoccupati o persone con pensioni irrisorie.
Il piano d’esclusione sociale fa il paio nel caso di Roma con la trasformazione antropologica e commerciale del centro: infatti la Giunta Gualtieri, oltre ad aver portato la ZTL sino al Raccordo anulare (quasi confine della città) ha anche cantierizzato entro fine estate la trasformazione in pedonale dell’intero centro di Roma, il che coincide con la pedonalizzazione del vecchio perimetro a traffico limitato.
Gualtieri s’ispira ai progetti urbani di Oxford in Gran Bretagna, oppure Oltreoceano a Portland (in Oregon) dove è stato fissato l’obiettivo entro il 2030 di rendere raggiungibili ai residenti di un quartiere i punti necessari alle rispettive esigenze quotidiane: in modo che i cittadini abbiano tutto nel rione e vengano privati dei motivi per valicare i confini della propria zona. Gualtieri strizza così un occhio al ministro dell’Interno Piantedosi, proprio sull’obiettivo riconoscimento facciale in ogni strada ed “acquartieramento” dei cittadini, soprattutto dei meno abbienti.