L'Italia Mensile

Castellino fascista! Castellino comunista! Castellino troppo radicale!

Che barba…
Che noia…

di Giuliano Castellino

Andiamo per ordine.
Lo devo anche a quei dissidenti che stanno facendo lo sciopero della fame per chiedere alla Questura di Roma di smetterla con divieti e dinieghi repressivi e liberticida.

Lo devo ai migliaia di connazionali che in questi 4 anni mi e ci hanno sostenuto, anche nelle patrie galere ed oggi vorrebbero rivedermi in Piazza, magari col megafono, ancora una volta, come sempre, in prima linea.

Toghe, Polizia, giornalisti, ex amici, pseudo dissidenti e pezzi di resistenza (di sistema) incredibilmente si ritrovano tutti insieme e uniti nel “contro Castellino!”

Ognuno con la sua…

Castellino fascista: come più volte detto, mai rinnegherò un solo giorno della mia passata militanza e un solo camerata che è stato al mio fianco.

Oggi considero quell’esperienza terminata e superata, ma non certo perché voglio piacere al regime o per calcoli politici.

Come sempre nessun rimorso, nessun pentimento!

Non accetto e mai accetterò processi politici sul mio passato.

Roba alla Fiuggi la lascio alla nuova Ducessa dei camerati filo Azov, la Meloni.

Se poi “fascista” me lo dicono pennivendoli o antifascisti in permanente servizio per il sistema… rispondo col più fascistissimo degli slogan: me ne frego!

Per voi è fascista Putin, Orban, tutti i nemici del politicamente corretto e del pensiero unico dominante.

È una compagnia che mi piace.
E non poco.

Poi, se i fascisti sono La Russa, tutti quelli che sostengono l’Ucraina, chi ha appoggiato e continua ad appoggiare destra e centro-destra, se sono quelli del “braccio a molla”, del fascino della divisa, del “galera per tutti” e “più Polizia”; se sono quelli che hanno il mito di “Beretti Verdi” e degli Stati Uniti d’America, i nostalgici di Almirante, Gladio, golpe militari, Pinochet e colonnelli greci; se sono quelli per la Regina e la Tacher contro gli irlandesi o per la soppressione della rivolta del popolo basco, se sono “Caradonna all’università”, botte agli operai che scioperano o “contro i rossi viva la borghesia”… sicuro non sono e non siamo fascisti!

Castellino comunista: se affermare che – la lotta di classe è il motore della storia – significa essere comunista, allora mi piace anche questa etichetta.

Se stare con gli sfruttati, gli oppressi, i dominati, se essere anti-capitalista, anti-imperialista e anti-globalista vuol dire essere comunista, allora sono anche comunista!

Purtroppo anche questa accusa è più frutto di attacchi pretestuosi, gonfi di livore e pregiudizio che figlia di un’attenta analisi politica.

Anche perché se i comunisti di oggi sono quelli per il Green, il Gender, quelli rinchiusi nei palazzi del potere e nei salotti radical chic; se sono Speranza e quelli che hanno sostenuto ed imposto il capitalismo terapeutico e l’apartheid del Green Pass, se sono Landini che abbraccia Draghi o i sindacati che scendono in piazza contro il movimento del dissenso o si presentano nelle Aule di Tribunale come parte civile contro i dissidenti; se sono l’Anpi o i quelli che chiamano la Polizia nei quartieri e vanno a braccetti con spioni e collaboratori, se sono quelli per l’immigrazione, l’invasione dell’Italia, lo sfruttamento degli immigrati e le case popolari agli stranieri; se sono i rosso fucsia e arcobaleno; se sono Rizzo, Diliberto e i loro compagni che hanno sostenuto la guerra contro la Serbia… allora sono e siamo i più feroci nemici dei comunisti!

Castellino troppo radicale: questo è l’attacco preferito dei “capi e capetti” del cosiddetto mondo del dissenso.

Quelli che dopo i nostri arresti del 9 ottobre sono stati messi – DAL SISTEMA – alla guida delle piazze e della resistenza (CONTROLLATA!)

Il risultato? Alemanno e Rizzo, destre e sinistre, Azov e cinesi si sono spartiti il bottino e al di là della tante e troppe chiacchiere – E CATTIVERIE – da quel 9 ottobre le piazze del dissenso sono diventate politiche, accomodanti, attente alle carezze di Questura, Digos e giornalisti.

Piazze senza anima e cuore, forza e coraggio.

La viltà, il calcolo e l’equilibrismo hanno avvelenato quella che era una PENTECOSTE DI LIBERTÀ!

Conclusioni: io sono un italiano libero! Un dissidente. Un padre, un proletario, un lavoratore. Un uomo di e del popolo.

Nato e cresciuto a Primavalle, quartiere romano, da sempre ho lottato per i diritti sociali innalzando il Tricolore.

Ho sempre trasformato questa “apparente contraddizione” in forza militante, aggregativa e popolare!

Mi piace Marx sulla lotta di classe, ma anche D’Annunzio. Sono Cattolico, Cattolico Tradizionalista, ma anche socialista. Sono patriota e ribelle.
Leggo Preve e Fusaro e abbraccio il messaggio di Viganò.

Vado alla Messa di sempre, quelle Tridentina, sto sempre in prima linea, detesto il buonismo e il ’68!

Mi piacciono sia Mussolini statista che Stalin!
Sono innamorato di Guevara ed Evita.
Sto con Saddam e Gheddafi; con Bobby Sansd e la tigre Arkan!

Ascolto la Banda Bassotti e gli Antica Tradizione.
Mi piace “El pueblo unido” e l’inno di Mameli!

Sto senza se e senza ma con la Russia, Putin e la resistenza del Donbass.
Mi è simpatico Trump.

Amo i palestinesi e gli irlandesi.

Leggo Curcio e la Balzarani.
Studio i punti di San Sepolcro scritti da De Ambris e i migliori socialisti del secolo e la Carta del Carnaro di D’Annunzio.

Considero George Orwell e sui libri un faro culturale.

Quella notte del 7 marzo 2020, quando il Golpe Globale del Great Reset ha scatenato la sua guerra a popoli e nazioni, ha messo agli arresti domiciliari terapeutici 60 milioni di italiani ho e abbiamo compreso che era tempo di scagliare tutto questo patrimonio culturale, la nostra forza ed esperienza militante, l’energia popolare verso l’alto.

Verso le stelle, per una vera e nuova sfida epocale, altro che quella raccontata…

Era tempo di diventare protagonisti.
Davvero il Mito si incarnava nella lotta!

Destra, sinistra, fascismo, comunismo, antifascismo e anticomunismo erano tutte categorie superate.

Era arrivato il nostro tempo e quel tempo l’abbiamo dominato, “surfando” sulla cresta dell’onda.

Il globalismo aveva consegnato il 900 alla storia, seppellendolo sotto il presunto virus del Covid e la dittatura sanitaria.

Da quel giorno ho e abbiamo compreso che tutto quello che avrebbe detto o scritto il mainstream sarebbe stato lontano dal popolo.

Così è stato!

In questi quasi quattro anni è successo di tutto, anche le nostre carcerazioni, ma tra le tantissime cose negative sono successe anche alcune incredibili cose positive.

L’Italia e gli italiani sono finalmente usciti dal millennio passato, sono state distrutte tutte le gabbie ideologiche, sono saltati gli schemi.

Strategie della tensione e opposti estremismi, tanto cari al regime, sono stati sconfitti dall’unità popolare, quell’unione di ribelli, dissidenti e resistenti, che hanno lanciato il guanto di sfida contro il globalismo.

Un “Bandierone Tricolore” ha guidato un popolo contro l’oppressore.

Un popolo unito come non mai è stato (ed è) protagonista di una lotta di classe – quella tra dominati e dominanti – unica nella storia.

Dissidenti e resistenti hanno fatto tremare i palazzi del potere, un inno si è innalzato in cielo e ha scaldato cuori e passioni: LA GENTE COME NOI NON MOLLA MAI!

Gli italiani hanno messo sotto accusa tutto il sistema. Destra e sinistra sono stati attaccati senza distinzione.

Di fronte alla demofobia globalista migliaia di ribelli hanno abbracciato e condiviso con noi una nuova visione critica del reale.

“El pueblo unido” si è opposto al sistema dell’alternanza senza alternativa, contro le fazioni della vecchia politica egualmente sussunte sotto l’ordine neoliberale.

Il popolo unito ha rigettato le vecchie divisioni: quelle che un tempo erano schieramenti in lotta per due opposte visioni del mondo e dell’agire sono ormai le fac-ce intercambiabili della stessa medaglia: l’agenda turbocapitalista.

Contro la sinistra che ha abdicato al suo ruolo di strumento di emancipazione!

Contro la destra cosiddetta sovranista non si cura minimamente del popolo sovrano.

Contro la demofobia: la paura del popolo da parte di chi gestisce monoliticamente il potere.

Contro la “destra bluette” del denaro e la “sinistra fucsia” del costume.

Contro le due ali dell’aquila neoliberale, parti organiche al medesimo sistema, che per dirla alla Fusaro “si riproduce economicamente a destra, politicamente al centro e culturalmente a sinistra”

In questi quasi quattro anni è nata l’opposizione nazionale e popolare al partito unico del capitale.

Ecco che finalmente abbiamo edificato quel fronte di liberazione nazionale e popolare che fino al pre-pandemia sembrava impossibile.

Fascista? Comunista?
Chiamatemi come vi pare.

Le vostre etichette non mi interessano!

Noi siamo il popolo!
Tutto il resto è noia, per dirla alla Califano…

Nessuno in questi anni, nelle piazze e nelle strade, nelle assemblee e nelle riunioni, si è mai preoccupato quali erano i nostri trascorsi o delle narrazioni del mainstream.

Solo i vecchi tromboni della politica, gli scartati dal regime, i fantasmi del passato, dinosauri del politicume hanno provato ad avvelenare e dividere il dissenso ed il popolo con queste argomentazioni.

Dimostrando ancora una volta la loro funzionalità agli interessi del potere e dell’oppressore.

Per fortuna la resistenza al Golpe Globale del Great Reset sa con chi stare!

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