L'Italia Mensile

Al Bundestag di Berlino si chiede l’espulsione dei soldati americani dalla Germania

Di Fabio C. Maguire

Il Parlamento tedesco ha ricordato il 75esimo anniversario del Piano Marshall con un evento al quale hanno partecipato le diverse formazioni politiche germaniche, con dibattiti sostenuti dai diversi deputati.
Fra questi stona il discorso della deputata di sinistra Sevim Degdelen, la quale piuttosto che perdersi in monotone chiacchiere commemorative, ha dibattuto circa la presenza di migliaia e migliaia di soldati statunitensi e armi nucleari in Germania.
Sevim ha parlato della “necessità di rompere il rapporto di estrema sudditanza da parte della Germania in materia di politica estera degli Stati Uniti,” essendo questo “un rapporto caratterizzato da guerre, violazioni continue del diritto internazionale e sostegno ai colpi di Stato.”
I Marines americani presenti sul territorio tedesco nel 2022 ammontavano a 38.500 unità con oltre 70 basi e installazioni militari; a tal proposito la deputata ha dichiarato che “dopo 78 anni è giunta l’ora che i soldati statunitensi facciano ritorno a casa. Tutti gli altri alleati hanno abbandonato la Germania molto tempo fa”.
Degdelen ha criticato l’extraterritorialità delle basi militari, ossia il fatto che in queste aeree riservate non sia applicata la Costituzione e la legge ordinaria tedesca e di come dal suolo tedesco venisse fornito supporto e sostegno alle guerre degli Stati Uniti, “agli attacchi letali con droni e ai voli di tortura,” violando qualsiasi tipo di norma internazionale.
Sevim ha scosso il Bundestag osservando come gli States non vogliano alleati e partner con i quali confrontarsi e dialogare , costruire e collaborare bensì “vassalli fedeli” da sacrificare e sfruttare.
Gli Stati Uniti stanno “trascinando la Germania sulla linea del fuoco” in un conflitto per procura contro la Russia, tampinando il governo federale affinché rifornisca Kiev di ulteriori tank Leopard coinvolgendo Berlino gradualmente nel conflitto.
Rivolgendosi al Ministro degli Esteri Baerbock chiede per quale motivo il governo si rifiuti di condannare l’aggressione e le violenze degli Stati Uniti in Iraq e perché non si facciano pressioni affinché il giornalista Julien Assange venga rilasciato, rischiando quest’ultimo 175 anni di carcere solamente per aver divulgato e reso pubblici documenti che attestavano le atrocità e i crimini di guerra americani e detenuto da oltre quattro anni nelle carceri britanniche in regime di massima sicurezza.
Degdelen si è domandata pubblicamente come fosse possibile che il governo federale si rifiuti di instituire una task force internazionale che indaghi sull’attentato terroristico al Nord Stream perché “i sabotaggi tra amici sono inconcepibili e non possono essere tollerati.”
La deputata si auspica che la Germania possa ritrovare una parte di quello spirito audace e del coraggio del 2010, anno in cui il Parlamento tedesco votò per il ritiro delle armi nucleari statunitensi, non riuscendo però nell’intento.
Sevim Degdelen ha concluso ricordando piccoli particolari storici che molto spesso, soprattutto in Occidente, vengono dimenticati, riferendosi “all’onere principale nella lotta contro il fascismo tedesco che è stato sostenuto dall’Unione Sovietica,” la quale sacrificò ben 26 milioni di uomini nella guerra contro il Terzo Reich.

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