L'Italia Mensile

Washington e la pista ucraina sui fatti del Baltico

di Fabio C. Maguire

L’indagine sul sabotaggio dei gasdotti Nord Stream e Nord Stream 2 non ha prodotto sin qui i risultati desiderati, in particolare per Mosca.

A complicare ulteriormente il lavoro degli inquirenti sono state nuove versioni fornite dal Pentagono e che ribaltavano completamente le tesi fin qui sostenute.
Infatti in queste settimane il celebre New York Times ha pubblicato un inchiesta che prova come a danneggiare le principali vie di rifornimento europee di gas fosse stato un gruppo paramilitare filo-ucraino, negando però un diretto coinvolgimento del presidente Zelensky e del suo governo.

La risposta russa non si è fatta attendere e sulla questione è intervenuto il vice ministro degli Esteri Ryabkov che ha liquidato la ricostruzione del quotidiano newyorkese come uno sterile tentativo di sviare l’opinione pubblica internazionale.
Il secondo di Lavrov ha continuato asserendo come “sia chiaro che Washington sia responsabile di questo atto terroristico senza precedenti”.
La Russia, a seguito della pubblicazione di Hersh, ha sin da subito fornito tutto il materiale e l’assistenza necessaria alle autorità competenti sul caso per cercare di giungere a una risoluzione corretta e imparziale, che sia perciò coerente con la normativa internazionale.
L’Europa invece non ha tenuto una condotta particolarmente collabortiva, risultando in certi casi anche infastidita dall’ausilio fornito da Mosca.

Infatti il vice rappresentante permanente alle Nazioni Unite Polyansky ha ammesso che Germania, Danimarca e Svezia “negano qualsiasi accesso alle informazioni, nonostante fossimo una parte interessata, e ci spediscono lettere dicendo di farci gli affari nostri”.
Lo stesso ha informato come a breve questa corrispondenza con i sopracitati paesi sarà pubblicata “per essere trasparenti” e mostrare dunque alla comunità internazionale e alla gente la volontà di questi individui di non collaborare e di non voler far chiarezza sull’attacco, questo con conseguenze devastanti per l’Europa.
La versione statunitense è stata riportata prontamente dai media occidentali, concorrendo come sempre nel indecoroso tentativo di distogliere l’attenzione da quanto realmente accaduto.

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