L'Italia Mensile

Una bella lezione di francese al cosiddetto mondo del dissenso

di Giuliano Castellino

Cari dissidenti,
vi leggo sui social, e sono felice di constatare che siete tutti a favore del popolo francese.
Posizione più che giusta!
Ma, anche in questa occasione, scusatemi se mi permetto, dimostrate la vostra pochezza e la vostra virtualità.

Bisogna mostrare quell’onestà intellettuale che il sistema, contro cui affermate di essere in contrasto profondo e in lotta, non mostra: altrimenti…

L’onestà intellettuale cui facevo riferimento mi fa ritornare alla memoria due o tre cosette: fino al 9 ottobre dell’anno del Signore 2021 voi non esistevate, eravate allora (e, spesso, rimanete oggi) fenomeni da internet e, purtroppo, la rete produce non di rado un effetto stupefacente che rende chi lo prova bravissimo a chattare e ancor più bravo a spargere veleno, qualcuno, forse, ha imparato pure a fare la spia.

Dopo quel 9 ottobre, siete apparsi… e non avete fatto altro che puntare il dito sulla più grande e oceanica manifestazione che il dissenso abbia mai realizzato in Italia, accettando acriticamente la narrazione del mainstream, data in pasto al tritacarne mediatico da Digos e Procura di Roma.

Con i vostri simbolini anti sistema, siete stati megafono a cottimo del regime, avete massacrato i resistenti prigionieri con i vostri manganelli di fango e vi siete proposti come i soli (tanto soli che quasi tutti voi non avete voluto la compagnia di nessun altro tra voi) in possesso dei requisiti per proporsi come valida alternativa alla partitocrazia parlamentare di turno.

Qualcuno mi ha chiesto: “Eh, ma la verità storica vincerà, quella processuale sta scardinando la montagna di menzogne eretta dal sistema, gli anti sistema non hanno fatto passi indietro rispetto a quello che dicevano?”.

“No – ho dovuto rispondere – preferiscono avere a che fare con la Cgil – il sindacato che si è sottomesso, anche nelle immagini, assai simboliche, a Draghi e che sciopera contro la Meloni solo nella logica vetusta da gioco delle parti che il colore delle rispettive bandierine impone – che con chi non lo ha certo devastato, ma contestato sì, come era giusto fare allora e sarebbe giusto fare oggi.

Preferiscono fare convegni con ex sindaci del Pdl, consiglieri leghisti e pezzi di potere che dialogare con la vera resistenza, strizzano sempre l’occhio ai salotti e mai ai conflitti sociali”.

Eppure, sempre e solo sui social, plaudite al popolo francese…
Lo stesso popolo che scende unito in piazza con bandiere rosse, tricolori francesi e vessilli vandeani con il Sacro Cuore.

Una piccola serie di curiosità… ma voi, che parlate tanto di dissenso e conflitti, quali di essi rappresentate?

In quale realtà di questo genere state dentro?
Quale pezzo di popolo o resistenza state sostenendo?

In quale territorio o borgata siete radicati?
In quale emergenza state lottando?
Quale pezzo di popolo o resistenza state sostenendo? Chi mobilitate?

Fate tutti delle ottime analisi, qualcuno di voi reperisce informazioni importanti, traduce testi e articoli…
Ma, tutto questo non fa di voi delle star; dovreste, piuttosto, diventare organici e, la verità è una e semplice, smettere i panni degli spettatori di una grande resistenza popolare e di un nuovo genere di lotta di classe in atto.
Alla lotta dovreste essere organici, servirne la causa, voi pretendete, non essendo mai stati presenti, di essere vampiri e parassiti dei movimenti popolari.

Chi paga e pagherà per la lotta, chi “odiate”, continua ad essere amato dal popolo, punto di riferimento nei conflitti sociali e per le resistenze.

Quelle vere e quotidiane dei quartieri e delle borgate di lavoratori precari e nuovi proletari… quelle da social e altri mondi virtuali le lasciamo a voi.

Viva la Francia! Viva la lotta… Quella vera.
La libertà è figlia del sangue e del sudore, non della saliva.

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