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Ucraina? Tutto scritto nel 2019 da Rand Corporation consulenti Usa anti Russia

La società Usa che nel 2019 spiegava come contrastare l’economia russa: fornire aiuti letali all’Ucraina, far avanzare la NATO, sottrarre il gas e giovani…

La guerra in Ucraina già scritta nei piani dei consulenti Usa. Chi è la Rand Corporation. Leggi il documento ufficiale
“Fornire aiuti letali all’Ucraina per sfruttare il punto di maggiore vulnerabilità esterno della Russia”, “schierare un gran numero di forze NATO al confine con la Russia”, “aumentare la capacità dell’Europa di importare gas da fornitori diversi dalla Russia” e “incoraggiare l’emigrazione dalla Russia di manodopera qualificata e giovani ben istruiti”. Sono questi i consigli che nel 2019 la Rand Corporation, pensatoio statunitense, dava all’establishment Usa e a quello europeo per contrastare la Russia. Lo studio dal titolo “Over-extending and Un-balancing Russia” sembra tanto lo specchio di quanto sta accadendo in queste settimane in Europa, tra Ucraina e Russia. Lo studio espone nel 2019 le modalità con le quali “Stati Uniti e i loro alleati potrebbero perseguire in aree economiche, politiche e militari per sottolineare – estendere e sbilanciare – l’economia e le forze armate russe e la posizione politica del regime in patria e all’estero”.

Il think tank Usa, fondato nel 1946 con il sostegno finanziario del Dipartimento della Difesa statunitense, si vanta di aver contribuito a elaborare la strategia che permise agli Stati Uniti di uscire vincitori dalla guerra fredda, costringendo l’Unione Sovietica a consumare le proprie risorse in armamenti diventando più povera. Perché intervenire in questo modo nei confronti della Russia è semplice da comprendere: ancora oggi, spiega Rand Corporation, per quanto la Russia sia piena di problemi resta un “concorrente” degli Stati Uniti in tanti campi. La Rand Corp, fatta di qualche migliaio di analisti (dal 1992 è attiva anche in Europa attraverso la controllata Rand Europe con sede a Cambridge nel Regno Unito), è finanziata, lo si può leggere facilmente dai report, dalle Agenzie per la sicurezza come la CIA, dal Pentagono, dall’Esercito, dall’Aeronautica Usa oltre che da altre agenzie governative non americane, da potenti onlus di settore e da filantropi.

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Guerra Ucraina. Caso Rand Corporation. E’ il gas il punto debole di Putin
L’analisi permette di capire come partendo dalle condizioni della Russia si possa metterla all’angolo, puntando sui punti deboli del Paese guidato da Vladimir Putin. Ci sono “i prezzi del petrolio e del gas che ben al di sotto del picco hanno causato un calo del tenore di vita, le sanzioni economiche hanno favorito quel declino, l’invecchiamento della popolazione e il prossimo declino e l’aumentare dell’autoritarismo sotto l’attuale regime di Vladimir Putin. Tali vulnerabilità sono accoppiate con ansie profonde (se esagerate) sulla possibilità di un cambio di regime di ispirazione occidentale, la perdita dello status di grande potere e persino un attacco militare. Nonostante queste vulnerabilità e ansie, la Russia rimane un Paese potente che riesce ancora a essere un concorrente alla pari degli Stati Uniti in alcuni domini chiave”.
Cercare di attrarre a sé parte della popolazione giovane russa va di pari passo con l’indebolimento economico del Paese, fatto con altre strategie come quella militare che è una fra le tante e comporta rischi non irrilevanti.

Sicuro è che “la più grande vulnerabilità della Russia, in qualsiasi competizione con gli Stati Uniti, è la sua economia, che è relativamente piccola e fortemente dipendente dalle esportazioni di energia”. Quindi colpendo l’energia in modo strategico, indirizzando l’Europa a comprare altrove, si riesce rapidamente ad indebolire la Russia. Il piano va letto in uno scenario che ha diversi punti pro e alcuni a sfavore. L’estensione NATO a Est, a ridosso della Russia, non è sempre indolore.

“Un aumento generale delle capacità delle forze di terra della NATO in Europa”, spiegano gli analisti di Rand Corp., “inclusa la chiusura delle lacune di prontezza dei membri della NATO europei e l’aumento del numero di forze statunitensi di stanza in località tradizionali nell’Europa occidentale, avrebbe rischi limitati. Ma schieramenti su larga scala ai confini della Russia aumenterebbero il rischio di conflitto con la Russia, in particolare se percepiti come una sfida alla posizione della Russia nell’Ucraina orientale, in Bielorussia o nel Caucaso”. “Ma”, continuano ancora gli analisti, “qualsiasi aumento delle armi militari statunitensi e dei consigli all’Ucraina dovrebbe essere attentamente calibrato per aumentare i costi per la Russia per sostenere il suo attuale impegno senza provocare un conflitto molto più ampio in cui la Russia, a causa della vicinanza, avrebbe vantaggi significativi”.

Guerra Ucraina. Caso Rand Corporation: il diverbio tra il giornalista Dinucci e il quotidiano Il Manifesto
Passato nel silenzio nel maggio del 2019, fu il geografo e giornalista Manlio Dinucci a parlare del piano della Rand Corporation sulle pagine del quotidiano Il Manifesto. Lo studioso ci è tornato in questo giorni con un secondo articolo, non prima di un contrasto con il giornale e la chiusura della collaborazione.
A detta del giornalista ci sarebbe stata una censura della testata che ha rimosso dall’on line il suo l’articolo. “Poiché mi ero rifiutato di uniformarmi alla direttiva del ‘Ministero della Verità’ e avevo chiesto di aprire un dibattito sulla crisi ucraina”, scrive qualche giorno dopo Dinucci su L’Antidiplomatico. Per questo la fine del rapporto.
Con Affaritaliani.it abbiamo più volte provato a sentire Dinucci ma senza successo. A detta de Il Manifesto il contrasto sarebbe nato da alcune frasi secondarie dell’articolo che in qualche modo, avrebbero, a detta del quotidiano, giustificato l’intervento russo che per Il Manifesto resta ingiustificabile e non in linea con le scelte editoriali del quotidiano (nato dal contrasto, in seno al partito comunista degli anni ‘60 del secolo scorso di un gruppo di intellettuali iscritti, per aver denunciato l’invasione nel 1968 da parte dell’Unione Sovietica della Cecoslovacchia), per quanto il quotidiano ci tenesse a riportare le analisi prodotte della Rand Corporation.

di Antonio Amorosi

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