L'Italia Mensile

Trump incriminato per la rivolta di Capitol Hill

È ancora globalisti contro popoli!

Giuliano Castellino

Trump è stato incriminato per la mobilitazione nazional-popolare che porto all’assedio del Congresso: ora che succede?

Si tratta di un altro poderoso e fazioso attacco del deep state contro l’ex Presidente, da tempo (insieme a Putin) nemico pubblico numero uno del globalismo.

Siamo alla quarta incriminazione, un vero accanimento giudiziario – senza precedenti – che tenta con ogni mezzo di far fuori Trump dalla corsa alle prossime presidenziali.

Stavolta sono quattro i capi di accusa nei suoi confronti, elencati in un documento di 45 pagine.

“The Donald” deve rispondere di “cospirazione per frodare gli Stati Uniti”, “ostruzione di giustizia”, “cospirazione per ostacolare un procedimento” e “cospirazione contro i diritti”.

I fatti contestati sono quelli del 6 gennaio 2021, il “famoso” assedio al Congresso Usa.

“Era determinato a restare al potere” pur avendo perso le elezioni, si legge nell’incriminazione.

Ora che succede?
Per prima cosa Trump comparirà davanti a un giudice di Washington, Moxila Upadhyaya, della corte federale del Distretto di Columbia. Avverrà oggi (giovedi) alle 16 locali. Potrebbe collegarsi da remoto ma è molto probabile che Trump approfitti dell’occasione per lanciare, così, un nuovo e forte messaggio ai propri sostenitori.

L’ex presidente, infatti, è già partito al contrattacco: “Perché non hanno portato questo caso ridicolo due anni e mezzo fa? Volevano farlo in mezzo alle elezioni, ecco il perché”.

Trump va giù pesante e parla di “interferenza elettorale” e “caccia alle streghe”.

Nel suo commento afferma che “l’illegalità di queste persecuzioni è una reminiscenza della Germania nazista degli anni ’30 e dell’ex Unione Sovietica, e di altri regimi dittatoriali e autoritari. Il presidente Trump – continua la dichiarazione – ha sempre rispettato la legge e la Costituzione, assistito da molti avvocati di grande esperienza”.

E ancora: “Tre anni fa avevamo confini sicuri, indipendenza energetica, niente inflazione e una grande economia. Oggi siamo una nazione in declino. Il presidente Trump non si farà scoraggiare da questa vergognosa e senza precedenti persecuzione politica”.

Con Trump si è schierata anche Mosca.

La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, sul proprio canale Telegram ha commentato le nuove accuse contro Trump, sottolineando la “coincidenza” dell’incriminazione per l’assalto al Congresso con le elezioni del prossimo anno per la Casa Bianca.

“A carico di Trump ci sono quattro capi d’accusa… Accidentalmente, tra un anno, ci sono anche le elezioni negli Stati Uniti. Che coincidenza”.

Trump ha annunciato un accordo con Robert Kennedy, facendo così saltare tutti i vecchi schemi, superando lo scontro destra – sinistra, repubblicani – americani, nel nome di un fronte nazional-popolare contro globalismo e deep state.

Non a caso i due leader si ritrovarono già spalla a spalle contro la tirannia sanitaria e la narrazione criminale della pandemia.

Ora sono di nuovo uniti contro la guerra alla Russia e pronti a scacciare Biden, il deep state e il nuovo ordine mondiale.

I due sono arrivati addirittura a prospettare uno scioglimento della Nato.

Con la resistenza russa ormai alla vittoria, con l’Africa in rivolta contro colonialismo e imperialismo, con i movimenti anti-globalisti che si rafforzano in tutto il mondo, una nuova vittoria di Trump, con Kennedy alla vicepresidenza, potrebbe davvero segnare la sconfitta e la fine del nuovo ordine mondiale.

Per tutto questo vogliono fermare la nuova rivoluzione americana…

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