L'Italia Mensile

Toscano, Rizzo, Il Novecentismo, Gli Interessi Di Cassetta (E Giorgio Gaber)

TOSCANO, RIZZO, IL NOVECENTISMO, GLI INTERESSI DI CASSETTA (E GIORGIO GABER)

Il leader di ISP dall’eloquio brillante e dall’ironia tagliente decide di “epurare” dalle sue liste candidati tacciati di avere un trascorso “neofascista” ma dietro tale scelta, oltre alla cronica incapacità di oltrepassare le divisioni del novecentismo, in realtà si cela la volontà di andare a pescare voti in un ben preciso bacino ideologico

di Pamela Testa

L’informazione è di questi ultimissimi giorni e parla di un vero e proprio blocco (se non di un’epurazione) che Francesco Toscano, leader di Italia Popolare e Sovrana (ISP), sta compiendo nei confronti di alcuni candidati inizialmente accreditati all’interno delle sue liste, ma poi buttati fuori perché ritenuti “neofascisti” o comunque implicati in movimenti d’ispirazione fascista(!?).

O addirittura perché semplicemente perché fotografati da Fanpage vicini a personaggi “scomodi” della resistenza.

Fermo restando che ad avere paura del “pericolo nero” è rimasta solo quella parte della sinistra che ancora agita questo sfruttatissimo fantoccio ogni qualvolta gli torni comodo, prediamo intanto atto che il partenariato di un comunista autentico come lo è Marco Rizzo, unita a quella piccola stella rossa (che non è certo un messaggio subliminale ma un preciso riferimento ideologico) fatto apparire in un secondo momento sul simbolo di ISP, sono prodromici di un messaggio che si è voluto dare ai propri simpatizzanti, cioè quello d’una chiara scelta di campo, ovviamente “sinistra”.

Nel modo di pensare di queste persone nonché di concepire la politica permangono ancora schemi saldamente ancorati al cosiddetto “novecentismo” che già troppi danni ha causato in termini di divisioni e di conflitti, sui quali neppure vorrei dilungarmi più di tanto visto che trattiamo d’una storia che è di ampia condivisione.

Evidentemente il vissuto di Toscano, nonché la sua formazione intellettuale oltre che politica, hanno una matrice ben precisa che io comunque rispetto, ma la “bonifica” di cui sopra è inutile che si cerchi di nasconderla dietro un dito o di spacciarla per altro, poiché strizza nettamente l’occhio ad un certo elettorato che non si ritrova più nei comunisti italiani come nella sinistra imborghesita dei vari Fratoianni e che stavolta, oltre che negli ideali del marxismo, ha trovato nell’opposizione al capitalismo, al draghismo, all’atlantismo ed al nuovo ordine mondiale, nuova linfa per portare avanti la sua infinita battaglia.

Sono poi la prima a riconoscere a Francesco Toscano (come allo stesso Marco Rizzo) una straordinaria capacità comunicativa, ma quanto alla loro onestà intellettuale permettetemi almeno di esprimere una più che fondata riserva.

A parte il fatto che lo stesso Rizzo ebbe modo di tessere le lodi del regime di Xi Jinping nella prima fase della gestione pandemica (e ci sono filmati a dimostrarlo) nonché di esprimere generalizzati apprezzamenti per l’organizzazione del modello cinese di governo, questo mentre Toscano farebbe invece bene a spiegare come all’interno del suo partito non vogliano “commistioni” strane poiché si rivolgono ad un elettorato che quel novecentismo – con tutte le sue invalicabili barriere ed i suoi incontestabili dogmi – proprio non lo vuol abbandonare sia pur in nome di una lotta oltremodo dura e che, se ancora non bastasse, ci pone di fronte ad un NEMICO che è soprattutto un nemico COMUNE.

Forse a Toscano ed ai suoi consiglieri sfugge che nella stessa Resistenza combattuta al termine della II Guerra Mondiale era confluita gente delle più diverse estrazioni sociali oltre che ideologiche (parliamo di cattolici convinti messi in uno con irriducibili marxisti-leninisti), ma anche con semplici contadini per nulla ideologizzati che però nei nazifascisti vedevano coloro che volevano togliergli la casa, il terreno oppure il gregge.

Ma oggigiorno così è se vi pare, e Toscano stesso dimostra di non saperlo oppure fa soltanto finta di dimenticarlo, con buona pace d’un personale livello culturale senz’altro invidiabile.

A chi poi mi ha già fatto notare che nella trasmissione di Giletti andata in onda lo scorso inverno su La7 si nota la sottoscritta discutere qualche secondo con il leader del movimento 3V, Luca Teodori, durante una manifestazione di agosto 2021 (alla quale era presente lo stesso Toscano in qualità di loro oratore), sarà bene precisare alcuni punti che nella citata trasmissione sono stati completamente travisati com’è nello “stile” tipico del mainstream di regime.

Ebbene per quella stessa manifestazione gli accordi tra i resistenti inizialmente provenienti da FN e gli attivisti di 3V gli accordi erano chiari e delineati, ovvero una presenza comune in Piazza del Popolo e SENZA simboli o riferimenti partitici che non fossero il Tricolore italiano.

Non posso dire con certezza se Toscano fosse a conoscenza di tali patti, fatto sta che 3V scese comunque in piazza con una quantità di bandiere tali da far invidia alle adunate della Cgil, mentre lo stesso Teodori – evidentemente non ancora soddisfatto – si fece pure la sua personale campagna elettorale tra i numerosi manifestanti perché candidato Sindaco al Comune di Roma.

Dunque, ricapitolando il tutto, qualcuno si è preso l’onere e la responsabilità di farsi autorizzare quell’importante piazza romana per portare avanti una protesta che, nelle nostre più buone intenzioni, oltre ad essere COMUNE doveva altresì essere APARTITICA, mentre qualcun altro ci è venuto dai dintorni di Bologna a fare il “furbino” qui magari con la pretesa di ridurci a plaudenti comparse per il loro evento elettorale.

Per me questa rappresenta la più classica delle “prese per i fondelli” e così ci sta pure che qualcuno, già provato per il gran caldo oltre che per la paradossale situazione, possa perciò aver incautamente detto al buon Teodori “te meno”, parole che non hanno però avuto alcun seguito ma che poi l’emittente di Cairo (uno dei più fidati collaboratori mediatici del regime) ha puntualmente ripreso e mandato in onda spacciandole come chiara minaccia portata dai soliti “picchiatori fascisti”.

Parole ed immagini alle quali sono poi seguite quelle di Toscano che di fronte alle telecamere disse che in quelle condizioni non avrebbe più parlato, salvo poi pronunciare il suo brillante ed applauditissimo intervento senza che sia volata una mosca e senza alcun intervento da parte di Polizia e Carabinieri.

Detto in termini ancor più concisi, qualcuno in quell’occasione è comunque riuscito ad attaccare il capello (il suo ovviamente) al capo della protesta, mentre qualcun altro non ci ha provato nemmeno salvo poi essere ancor oggi sventolato come “pericolo fascista” con tutto quel che ne consegue…

Perciò – caro Francesco Toscano – da resistente che per questa stessa lotta ha già pagato con 6 mesi di carcerazione preventiva, posso affermare che questa tua presa di posizione rappresenta l’ennesima divisione nelle già troppe divisioni del Fronte del Dissenso; una divisione che trae spudoratamente origine nei soliti interessi di cassetta oggi incarnati dalle ricorrenti strategie di natura elettorale elaborate non per il raggiungimento d’un consenso popolare allargato,  bensì per pescare in un bacino ideologico ben definito ed in questo caso molto affine al compagno Rizzo.

Concludo questa mia pagina non con la pretesa di fare la “moralizzatrice” di qualcuno (e me guardo bene), ma solo con un’amara costatazione per quale dubito troverò mai una concreta risposta dai diretti interessati.

D’altronde cosa sia realmente oggi la destra e cosa sia la sinistra non è un interrogativo che si pone soltanto chi Vi scrive, bensì il motivo d’un bel brano regalatoci quasi 30 anni fa come ironico ma profondo spunto di riflessione da quel raffinato artista che fu Giorgio Gaber, e che lo stesso Toscano farebbe assai bene a riascoltare.

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