L'Italia Mensile

Tel Aviv: Israele non è un posto sicuro, i razzi stanno arrivando da tutte le direzioni

di Fabio C. Maguire

Informative dell’esercito israeliano osservano la situazione di crescente criticità e pericolosità per Israele.
Tel Aviv non ha mai conosciuto una fase conflittuale così minacciosa e allarmante, considerando anche il fatto dell’eterogeneità delle forze contrastanti nel fronte interno che concorrono ripetutamente a indebolire la prontezza e la reattività dell’esercito e dello Stato.

Il quotidiano locale Maavir ha riportato in un articolo recente le parole del Maggiore generale delle riserve dell’esercito israeliano, Yitzhak Brick, che ha fatto notare le dimensioni e le capacità, in termini organizzativi e militari, raggiunte dalle “minacce esterne” d’Israele.
Queste forze, localizzate negli spazi limitrofi, rendono progressivamente sempre più vulnerabile la stabilità e la sicurezza del paese con centinaia di migliaia di razzi e missili posizionati intorno Israele.
Le formazioni guerrigliere arabe dispongono inoltre di decine di migliaia di armi anti-blindatura, con un parallelo accrescimento numerico delle milizie iraniane in Siria, Yemen e Iraq.
“Colpire un obbiettivo in Libano sarebbe una goccia nell’oceano per la quantità dei nostri nemici.”

Le autorità militari israeliane manifestano una certa irritazione e frustrazione per la situazione di crescente minaccia, ritenendo che una risposta eccessivamente severa e non calcolata “potrebbe portare allo scoppio di una guerra regionale a tutto campo.”
I vertici di Tel Aviv dovrebbero interrogarsi sull’origine di questo clima di astio e ostilità collettiva, la cui responsabilità ricade proprio su loro stessi.

Con massacri, violenze, abusi, arresti, distruzioni, persecuzioni e attacchi a luoghi di culto e villaggi hanno fomentato e indotto nel tempo l’odio e il desiderio di vendetta del popolo arabo.
Palestinesi, iraniani, iracheni, siriani, giordani e libanesi hanno pagato a lungo e duramente la violenza sionista.

Israele inizia a temere un’insurrezione e una rappresaglia di tutti quei popoli che per decenni ha massacrato e assassinato, umiliato e privato della propria sovranità.

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