L'Italia Mensile

Sul disastro aereo in Russia.

di Fabio C. Maguire

Sull’incidente aereo avvenuto in Russia non si è fatto ancora chiarezza.
La stampa occidentale, come di consueto, ha già emesso una sentenza: Prizoghin è morto e ad averlo assassinato è un sicario assoldato dal Presidente Putin.

Ad avviso personale, la storia non convince.
Un Presidente che vorrebbe eliminare una persona sgradita non utilizzerebbe metodi smodati ed incontrollati come un missile terra-aria.
È un atto troppo plateale perché possa essere stato ordinato da un capo di Stato, ma l’Occidente coglie qualsiasi occasione per screditare e criminalizzare i propri rivali.

Le indagini hanno per ora stabilito che sull’aereo erano presenti dieci persone ma solamente otto corpi sono stati ritrovati sul luogo dell’incidente.
Nessuno dei corpi è stato identificato ma sono stati trasferiti a Mosca per eseguire l’esame autoptico.
Il Presidente Putin ha espresso le sue condoglianze alle famiglie delle vittime, ricordando il Comandante della Wagner come “un uomo difficile ma di talento”, che ha contribuito con la sua missione all’operazione speciale in Ucraina e alla lotta al regime “neonazista di Kiev.”
Secondo il Presidente, Prizoghin era un vero patriota che ha sacrificato la sua carriera per la Russia, combattendo anche in Africa e in Medio Oriente al fianco dei popoli oppressi dal dominio imperialista.
Nonostante un discorso similare ad un elogio funebre, Putin non ha confermato la sua morte, affermando solamente che sull’aereo erano presenti uomini della Wagner ma nessuno di questi è stato riconosciuto e perciò non è possibile stabilire l’identità delle persone cadute.

Il Ministro degli Esteri Lavrov, impegnato nel vertice BRICS in Sud Africa, ha dichiarato di non prestare attenzione alle notizie dell’Occidente ma di concentrarsi esclusivamente sulle indagini.
Le indagini, condotte dall’Agenzia per il trasporto aereo russo, hanno per ora evidenziato la possibilità che a causare il crollo del jet possa essere stato un esplosivo, posizionato o nel bagno o nel carrello del velivolo.
La detonazione avrebbe poi causato la distruzione dell’ala ed avrebbe contemporaneamente provocato la perdita dei sensi di tutti i passeggeri e del personale, spiegando così il motivo per il quale le comunicazioni si sarebbero immediatamente interrotte.

Il secondo volo, di cui si era parlato ieri, è atterrato in Azerbaigian, a Baku, ma nessuna informazione è stata per ora rilasciata.
L’Occidente ha dunque emesso il suo verdetto e la responsabilità è piombata sul Presidente Putin.

Come detto sarebbe stato poco funzionale, anche solo a livello d’immagine, sbarazzarsi di una persona incomodata in modo così eccessivo ed esorbitante.
Secondo Apty Alaudinov, Comandante dell’Akhmat ceceno, la morte di Prigozhin è vantaggiosa per l’Occidente e “se la Russia avesse voluto uccidere il capo della Wagner, lo avrebbe fatto in Africa.”

Intanto, la presunta morte del leader del gruppo Wagner ha destato forti preoccupazioni per i polacchi che, adesso, vedono come più seria e concreta la minaccia dei wagneriti in Bielorussia.

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