L'Italia Mensile

Perché, al di là di destra e sinistra e oltre il fascismo, siamo Camerati

di Giuliano Castellino

Tra i primissimi, abbiamo capito che questo fatto di non consegnare il ‘900 alla Storia era l’arma preferita dal regime per andare contro gli interessi del popolo.

Abbiamo, dunque, superato ogni dato ideologico e lavorato, con ogni mezzo e sforzo, per unire tutte le forze anti-sistema in nome di un grande fronte di liberazione nazionale e popolare.

Si è trattato di una fatica immane, sotto ogni punto di vista: fare sintesi tra il marxista Fusaro e Monsignor Viganò non è stato facile, ma i fondamenti di un forte antagonismo dottrinale per il dissenso e l’azione di resistenza al capitalismo 4.0 e al golpe globale del Great Reset era proprio di questo lavoro che avevano urgente bisogno.

Oggi siamo davvero gli unici che, avendo davvero superato l’antitesi incapacitante destra/sinistra, sinistra/destra, vogliono ancora unire.

Forse, perché siamo quelli già in prima linea il 7 marzo 2020, quella vecchia guardia del dissenso, l’avanguardia vera (tutti gli altri – da Rizzo ad Alemannno, fino a finte spose, digiunisti e macchiette da social – sono arrivati tutti dopo… quando quella prima linea della piazza era stata falciata da carcere e repressione!), e oggi siamo Ancora Italia… libera e popolare.

In questi quasi 4 anni abbiamo fatto tutto e abbiamo incontrato tutti e di tutto…

Abbiamo persino tentato di far capire che opposti estremismi e strategia della tensione erano utili solo al sistema.

Abbiamo messo via le nostre “bandiere nere”, chiedendo di fare altrettanto con le “rosse”…

NON ERA UNA CONVERSIONE

Orgogliosi del lavoro fatto, sempre più convinti che debba essere solo il Tricolore il vessillo della lotta e del popolo uniti, siamo convinti, però, che c’è una “cosa” della storia di molti di noi che non possiamo e dobbiamo mai abbandonare: l’essere CAMERATI.

Al di là del dato politico, l’elemento antropologico è fondamentale: il coraggio e la forza dei pochi contro la codardia dei tanti, il difendere sempre il “compagno di banco”, il non fare mai passi indietro; quell’atteggiamento, quel carattere, che sono uno stile di vita, lo dobbiamo a quello spirito di fratellanza che solo condividendo barricate e trincee si può sentire, più che comprendere, ed incarnare…

Onore, dignità… rifiuto di ogni forma di viltà, vigliaccheria, infamia; mai, ad esempio, chiedere aiuto al regime e ai suoi servitori.

Camerati, insomma, e non è un caso che alla fine, dopo lunghe discussioni e contatti, con chi abbiamo parlato lingue molto simili?

Con gli Skinheads comunisti, che si sono ribellati al “modello zecca” e che, pur difendendo proletariato, socialismo e lotta di classe, innalzavano Tricolore e patriottismo, vestivano come “noi”, preferivano capelli corti, bomber e anfibi a rasta, camice colorate e sandaletti…

Gente che cercava lo scontro e il confronto, difendendo spazi e popolo… insomma: compagni che vivevano, vestivano e lottavano da CAMERATI!

Quindi, così come vale in termini politici per una certa idea di lotta di classe – non buttare via il bambinello con l’acqua sporca – lo stesso vale per il CAMERATISMO.

Valore antropologico che segna la differenza tra chi oggi si ribella al golpe globale del Great Reset e chi invece sogna il “villaggio globale”.

La compagneria è Rizzo che chiama la Celere contro i dissidenti?
O chi getta fango sui prigionieri politici del 9 ottobre e, come Anpi e Cgil, si costituisce parte civile contro i dissidenti?

O sono Asia e Usb che chiamano la Polizia contro chi, voluto dal popolo, si schiera contro sfratti e sgomberi?
O è Patria Socialista che faceva comunicati contro i no vax, quasi fossero un nuovo nemico di classe?

Vogliamo parlare dei centri sociali in piazza con le mascherine e per la vaccinazione di massa?

Siamo tutti CAMERATI, se questi, poi, sarebbero i compagneros…

Questi camerati, dal 7 marzo 2020, sono solo avanguardia di popolo: una bandiera, il Tricolore, un motto, La gente come noi non molla mai!, uninno: quello nazionale.

Tutto il resto lo lasciamo volentieri a destre e sinistre…

Italia! Ancora Italia… libera e popolare!

(A chi questa mattina è sotto processo, in Corte d’appello, per la gloriosa ed eroica giornata del 9 ottobre!)

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