L'Italia Mensile

Per un’economia del dono

di Alessandro Cavallini

L’attuale sistema capitalistico, ormai diffuso in tutto il mondo e di fatto accettato anche da chi, a parole, si pone come oppositore dello stesso (pensiamo ad esempio alla Cina “comunista”), si basa sull’accumulazione infinita di beni, soprattutto quelli di consumo, e su una forte diseguaglianza sociale. Purtroppo, alternative al capitalismo non se ne vedono all’orizzonte. Eppure, ci sarebbero molti precedenti storici di economie non capitalistiche ed alternative allo stesso che si potrebbero prendere ad esempio per proporre un nuovo paradigma economico, più umano ed incentrato maggiormente sul dare che sull’avere.

Pensiamo ad esempio alla pratica del potlatch, l’antica cerimonia dei doni dei nativi americani. In cosa consisteva questa cerimonia, ricca non solo di aspetti materiali ma addirittura sacrali? Il potlatch, parola che in dialetto Chinook significava “regalo”, si teneva in occasione di eventi comunitari molto importanti, come nascite e matrimoni, in modo da raggruppare il maggior numero possibile di persone, sempre però durante la stagione invernale. Perché questa consuetudine? Perché i mesi estivi erano caratterizzati dall’abbondanza dei prodotti della natura e quindi permettevano l’accumulo dei beni che indicavano anche a livello sociale la ricchezza del clan familiare. Ma con l’arrivo dell’inverno, appunto, il leader della tribù, cioè chi di fatto aveva accumulato più beni, convocava il potlatch, donando ai partecipanti tutti gli oggetti di valore accumulati nei mesi precedenti, arrivando addirittura a distruggere quelli in eccesso. Il tutto si svolgeva con la presenza degli sciamani, che permettevano una connessione con l’aldilà. Il capo tribù, con la sua azione, voleva dimostrare pubblicamente la sua volontà di rinascere a nuova vita, abbandonando qualunque forma di egoismo ed avidità, privilegiando al contrario il bene della comunità rispetto al suo personale.

Quanta differenza rispetto al nostro Sistema capitalista, di cui, purtroppo, ci siamo abituati senza più renderci conto di come lo stesso ci abbia spiritualmente distrutti. Le nostre vite sono caratterizzate da frenetiche giornate tutte finalizzate al maggior guadagno e/o all’accumulo di beni materiali (la maggior parte dei quali, spesso, senza alcuna utilità se non quella, al massimo, di sfoggiare pubblicamente la propria appartenenza sociale o, peggio ancora, quella che si finge di avere). Sarebbe ora di invertire questa tendenza che ci ha portato sul baratro del nichilismo sfrenato, se non addirittura oltre. Possibilità di opporsi a questo Sistema ci sarebbero, si tratta solo di metterle in pratica. Un esempio da seguire sarebbe appunto quello di dare vita ad una sorta di potlatch. Probabilmente senza alcuna apertura spirituale dato che oggi il materialismo sembra aver vinto su tutti i fronti. Però già riuscire a liberarci dei numerosi beni di cui ci circondiamo quotidianamente, senza renderci conto della loro inutilità, sarebbe un bel passo avanti. Non ci sembra un’ipotesi così irreale e difficile da realizzare. Si tratta solo di risvegliare le coscienze di tutti noi e di rimettere lo Spirito sopra ogni cosa. Altrimenti il nichilismo ingoierà tutti quanti noi, senza nemmeno un nostro tentativo di resistenza al suo potere distruttivo.

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