L'Italia Mensile

Nuove emergenze nuove repressioni: introduzione del reato contro i negazionisti climatici

Diego Fusaro

E adesso puntuale come un orologio elvetico l’ordine del discorso dominante propone di introdurre il reato per negazionismo climatico.

Come nella peggiore distopia di ordine orwelliano, anche nella nostra ordinaria realtà grigia, che fa apparire Orwell stesso come un dilettante, arriva la novità facilmente prevedibile: Bonelli, l’uomo delle sinistre verdi neo-liberali, metamorfiche e del tutto dimentiche della questione sociale e dell’emancipazione del lavoro, ha lanciato la folle proposta di introdurre suddetto reato.

Che a tutti gli effetti figura come un reato di opinione, se si considera che, qualora dovesse passare la norma, si troverebbe imputata la colpa penalmente perseguibile di reato di negazionismo climatico chiunque osasse sostenere tesi variamente divergenti rispetto al pensiero unico climatimaticamente corretto.

More solito, la lotta contro le fake news diviene usbergo per giustificare e sostenere la persecuzione di ogni opinione vagamente divergente dall’ordine simbolico dominante: verrà liquidato e punito come negazionista climatico chiunque oserà dissentire rispetto alle tesi imposte dall’ordine del discorso, magari anche semplicemente ricordando che i disastri ambientali sono cagionati da quel capitalismo che ora con la green economy finge di voler porre rimedio. E se è chiaro che è pura idiozia negare che l’ambiente sia devastato, non meno idiota è fingere che non sia l’ordine capitalistico a produrre tale devastazione: ciò detto, per parte nostra, non ci sogneremo mai di pretendere l’introduzione di un reato di opinione per chi pure volesse sostenere tesi tanto sciocche che poi per altro sono le tesi oggi egemoniche, quelle che pretendono di risolvere le malefatte capitalistiche mediante la green economy cioè mediante la ricerca spasmodica di nuove fonti rinnovabili di business per i padroni. Quel che più desta timore è il fatto che l’emergenza climatica, ingigantita dall’ordine del discorso, potrà essere utilizzata come arte di governo per imporre misure restrittive e di liberticide, giustificate come atte ad affrontare l’emergenza stessa.

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