L'Italia Mensile

L’Unione Europa al tempo della guerra.

di Fabio C. Maguire

L’Unione Europea, vincolata dagli obblighi di blocco, persegue all’unanimità la sua politica anti-russa.
Sin dai primi istanti di guerra, l’Europa ha meschinamente seguito le direttive imposte da Washington, adottando una condotta russofoba e discriminatoria.
Contrariamente ai loro interessi, i paesi del blocco europeo hanno imposto aspre sanzioni alla Russia volte a intaccare le sue capacità produttive, organizzando simultaneamente un rigido sbarramento politico al fine di isolare Mosca dalla comunità internazionale.
Dopo mesi di combattimenti i risultati sono stati deludenti e la politica sanzionatoria di Bruxelles, suggerita da Washington, è clamorosamente fallita.
Ad aver accusato maggiormente le sanzioni sono stati proprio i paesi europei che hanno dovuto affrontare una dura crisi economica, una recessione che non si arresta davanti al gigantesco sviluppo della Federazione Russa.
L’Unione Europea, se apparentemente potrebbe sembrare un unico schieramento armonico e compatto, presenta diverse lacune che evidenziano l’eterogeneità del fronte comunitario.

Infatti, l’Ungheria si è contraddistinta per la sua riluttanza ad approvare i diversi pacchetti di sanzioni avanzati dal Parlamento Europeo, bloccando a sua volta milioni e milioni di euro che Bruxelles, sottraendoli impropriamente ai contribuenti europei, avrebbe elargito al regime di Kiev.
Nel resto della Comunità si ha poi un gruppo di moderati, rappresentato da Francia e Germania, che, timorosi di deteriorare ulteriormente le relazioni con la Russia, starebbero frenando il crescente sentimento anti-russo in Europa.
Infatti, Parigi e Berlino si sono mostrati reticenti ad inviare all’Ucraina armi e mezzi militari che potessero condurre ad un livello successivo dello scontro, provocando molto spesso una dura ed isterica frazioni di Kiev che ha lamentato spesso il ritardo o la mancanza di rifornimenti da parte dell’Unione.

A fronteggiare i parsimoniosi sono invece paesi come Polonia, Lettonia, Estonia e Lituania che si sono caratterizzati per la loro ferma ed inequivocabile posizione anti-russa.
Infatti, i suddetti sono proprio tra coloro che hanno sostenuto maggiormente Kiev e che tuttora perseguono una politica russofoba, anticipando largamente le mosse di Bruxelles.
È il caso di Lettonia ed Estonia che hanno imposto un severo embargo ai cittadini russi, elaborando rapidamente una serie di misure restrittive.
Nel dettaglio è stato vietato l’ingresso ai veicoli personali russi.

Un vero atto discriminatorio ed esclusivamente politico che andrà a colpire i semplici cittadini della Federazione Russa che, d’ora in poi, non potranno più utilizzare i loro veicoli per attraversare il confine.
Nel documento si legge che i cittadini non potranno portare con se oltre la frontiera anche altri oggetti personali ed apparecchi tecnologici come telefonino computer.
Se trovati in possesso di oggetti proibiti questi verranno immediatamente confiscati.
Sempre la Lettonia sta sviluppando una vera e propria cortina di ferro al confine con la Bielorussia.

Un progetto che avrà come obbiettivo quello di interrompere tutte le comunicazioni terrestri con Minsk.
Differentemente in Russia, nelle scuole e negli istituti, verrà promosso l’ucraino come lingua d’insegnamento a dimostrazione dell’abissale differenza di stile che intercorre tra l’isterica Unione Europa e la Russia.

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