L'Italia Mensile

Le lotte del futuro…

Alessia Sciannimanico

Siamo la generazione degli anni 90, siamo cresciute con l’idea dell’emancipazione femminile, con l’idea del riscatto sociale, con l’idea che se avessimo studiato ci si sarebbero aperte tante porte, siamo cresciute vedendo i nostri genitori fare lotte, battaglie scioperi, ci siamo trovate catapultate in un mondo dove il sesso senza amore e routine dove l’emancipazione sta solo nel fatto che possiamo andare a letto con chi vogliamo, le donne lavorano per 5 euro l’ora, studiare non abbiamo potuto perché per le ragazze di periferia come noi, cresciute ai margini della città e della realtà, era impossibile raggiungere le scuole collocate al centro di Roma, quelle di noi che sono riuscite a diplomarsi non sono potute andare all’università perché le rette e i libri erano troppo care e non avevamo i genitori che ci potevano prestare la macchina per trovare un lavoro come cameriera la sera, ci additano come sottoproletarie, ci additano come coatte.

Ci troviamo a crescere i nostri figli da sole, perché i nostri mariti o ci hanno lasciate (perché l’amore è solo un tatuaggio) o perché sono carcerati, perché la società non gli ha lasciato alcuna alternativa a quella di vivere di espedienti.

La sinistra, che negli anni passati cercava di recuperare i ragazzi usciti dalle carceri e reinserirli nel mondo del lavoro, ci ha dimostrato che lo faceva solo per un rendiconto personale guardiamo il fallimento delle cooperative sociali.

Sopravviviamo facendo i conti della serva ogni mese, portiamo i nostri figli a scuola la mattina e andiamo a fare le pulizie per le case per le scale per 5 euro l’ora, se sei madre nessuna azienda neanche delle pulizie ti assume (se sei madre di un figlio piccolo).

Cara Meloni sono Alessia una ragazza di estrema periferia ai confini della realtà che lavora per due spicci, che prima del covid faceva la segretaria in uno studio di architettura, che si è diplomata nonostante le mille difficoltà, ho un figlio di 5 anni e fa un lavoro sottopagato, prima di dire che l’alternativa al reddito di cittadinanza non è la criminalità, ma un lavoro dignitoso, accertati che in Italia ci sia un lavoro dignitoso.

A noi ci avete tolto i sogni e la voglia di sognare ci avete ghettizato.

Con tolk show e caxxate varie ci avete spento il cervello, ci avete e ci state manipolando.

Prima di criticare il reddito di cittadinanza e premetto che non sono mai stata una grande fan (ho sempre pensato che sarebbe stato più appropriato il lavoro di cittadinanza per dare dignità e un futuro alla collettività) assicurati di togliere i vitalizi, di abbassare le pensioni dei politici e tagliare nettamente gli stipendi dei politici.

Nell’età giolittiana la politica non era un lavoro e non era retribuito.
Lo si faceva per passione. Torniamo a queste passioni, venite a vedere come viviamo la nostra vita priva di sogni. Non può essere un sogno quello di comprare una casa per pagare gli interessi a quei cravattari delle banche e le tasse di proprietà ad uno Stato infame.

Il nostro sogno è quello che un giorno venga restituita la proprietà pubblica al popolo, un sogno è quello di un lavoro dignitoso, alzando gli stipendi nazionali, abbassare le tasse alle piccole imprese ed impedire alle grandi imprese di mettere le sedi nei paradisi fiscali.

Un sogno sarebbe quello di fare divenire l’Italia una patria socialista e popolare, un sogno sarebbe quello di aumentare le case popolari, migliorare le condizioni dei lavoratori, delle madri e dei padri, di aiutare i ragazzi ad uscire dal tunnel della droga, ma in modo serio.

Il sogno sarebbe vedere che i nostri figli possano andare all’universita, un sogno sarebbe vedere il figlio di un muratore divenire medico.
Basta figli d’arte.
E un sogno sarebbe fare dimettere tutta la casta politica ma per questo ci sarebbe bisogno della rivoluzione…
quella proletaria, quella tramite la lotta di classe, patriota e ribelle, che faccia saltare il tavolo della vecchia politica, che mandi a quel paese destra e sinistra!

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