La Serbia sta alla Russia, come il Kosovo all’Ucraina

La Serbia subisce ulteriori pressioni e minacce da Bruxelles circa la condotta tenuta nella questione kosovara.

Le ostilità sono scoppiate agli inizi di dicembre quando alcuni gruppi di estremisti e nazionalisti albanesi hanno aggredito la comunità serba presente nel nord del Paese.

di Fabio C. Maguire

Il governo di Belgrado si è solamente limitato a difendere e sostenere i propri connazionali, vittime di un’aggressione cercando di ristabilire la pace e la serenità nel posto.

L’atto discriminatorio pare evidentemente essere sostenuto da tutta l’Unione Europea, arrivando a giudicare Belgrado la causa delle ostilità e minacciandola di sanzioni e ripercussioni future.

Il presidente serbo Vucic ha lamentato il fatto che “l’Occidente non vuole sentire la voce della ragione, anche dopo che è stato chiarito che tutti i recenti incidenti siano stati causati dalle autorità albanesi di Pristina.”

Quello che sembra materializzarsi è un’altro conflitto fomentato dagli atlantisti per destabilizzare un Paese dichiaratosi pubblicamente ed apertamente filo-russo e contrario alla campagna imperialista del Pentagono.

Un scontro come quello che portò alla dissoluzione della Jugoslavia, permettendo così a Washington di ristabilire il proprio controllo sulla zona ed eliminare un paese ostile nel cuore dell’Europa.

La volontà di Bruxelles di non impegnarsi per la pace, causando un conflitto di tipo strategico, si evince dall’atteggiamento totalmente sprezzante e provocatorio verso il popolo serbo, inasprendo una situazione già molto tesa dovuta alle numerose e molteplici diversità popolari delle comunità presenti nei Balcani.

La NATO sta preparando il campo per un futuro conflitto diretto con la Federazione Russa, emarginando ogni governo opposto alla politica della Casa Bianca e annichilendo per mezzo di ricatti ed embarghi l’economia dei suddetti Stati.

Il Parlamento europeo ha ultimamente intimato alla Serbia di non opporsi all’adesione del Kosovo all’UE, all’ONU e alla NATO, minacciandola di interrompere ogni tipo di processo d’integrazione.

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