L'Italia Mensile

La proposta cinese per la crisi in Ucraina

di Fabio C. Maguire

Il Ministro degli affari esteri della Repubblica Popolare Cinese in questi giorni ha proposto un nuovo piano risolutivo per la crisi ucraina.
Il documento è stato pubblicato in versione integrale sul sito ministeriale.

L’atto presenta una scaletta di dodici punti ritenuti indispensabili e fondamentali da Pechino per giungere ad una soluzione definitiva, per garantire una pace duratura e una permanente stabilità internazionale.
Il testo prevede approssimativamente una riverenza sistemica del diritto internazionale e quindi il rispetto delle sovranità nazionali degli Stati, in particolare di quelli meno sviluppati, e della loro integrità territoriale e culturale.

La fine delle ostilità e un cessate il fuoco devono essere obbiettivi da raggiungere immediatamente affinché possano essere ripresi i dialoghi e i colloqui di pace, garantendo un intervento istantaneo della comunità internazionale per combattere la dura crisi umanitaria e offrire supporto alle vittime del conflitto.

È stata avanzata anche l’istanza di protezione dei prigionieri, sostenendo lo scambio di questi tra i due Paesi.
Altresì Pechino propone un abbandono totale del pensiero della guerra fredda, ribadendo come “le azioni finalizzate al raggiungimento della sicurezza di uno Stato non devono ingenerare insicurezza e paura nella controparte.”

L’autorità cinese invita ad un impegno generale per la tutela delle centrali nucleari, chiedendo che vengano impediti gli scontri nelle prossimità degli stabilimenti e con ciò ridurre il rischio strategico e l’uso di armi atomiche, dannose e letali per l’intera collettività.
Il documento chiude con riferimenti circa la ripresa economica mondiale post-bellica, assicurando la sostenibilità della produzione e delle filiere.
Il sistema economico internazionale deve essere difeso dai tentativi di politicizzare l’economia globale e nuovi rapporti multilaterali devono essere intrapresi liberamente dai paesi.
Il piano offerto dalla Cina rientra nei parametri di equità e neutralità, garantendo ad ambo le parti una risoluzione giusta e dignitosa.
La risposta giunta dall’Occidente collettivo, nessuno escluso, è stata di totale rifiuto, palesando al mondo intero la loro non volontà di risolvere la questione.

Le parole pronunciate dai vari rappresentanti sono state molto chiare, intendendo che nessuna opzione al di fuori di una sconfitta strategica della Russia sarà considerata valida e presa in considerazione.
Lo stesso Zelensky si è omologato alle dichiarazione dei leader occidentali, sembrando così sempre meno intenzionato a risolvere una crisi che sta devastando il suo paese e massacrando la sua gente.

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