L'Italia Mensile

La NATO avverte la Russia.

di Fabio C. Maguire

L’ex Segretario della NATO Anders Rasmussen ha partecipato al forum di Copenaghen, intervenendo e lasciando alcune dichiarazioni in merito all’attuale crisi geopolitica ucraina.

Le sue parole sono state avvertite come una vera e propria minaccia, libera e gratuita.

“Se Vladimir Putin osa usare armi nucleari contro l’Ucraina, la risposta degli Stati della NATO sarà devastante sua per le forze armate della Federazione Russa che per se stesso.”

“L’esercito russo credo sa benissimo che se Putin ordina l’uso di armi nucleari non gli porterà nessun vantaggio strategico.
Perché ha già ricevuto un messaggio molto chiaro, che la risposta degli Stati Uniti sarà decisiva e molto potente.”

Il Cremlino non ha parlato, almeno nelle ultime settimane, di utilizzare armi tattiche nel conflitto ucraino e le dichiarazioni del diplomatico europeo sono del tutto illogiche e fuori contesto.

Queste minacce pubbliche possono essere esclusivamente funzionali ad esacerbare i toni e le relazioni, considerando anche il fatto che l’ex dirigente NATO ha parlato di un prossimo ingresso dell’Ucraina nell’Organizzazione del Nord Atlantico.

Queste parole a cosa possono servire se non a provocare ulteriormente la parte russa?

Infatti Rasmussen ha parlato di una possibile adesione di Kiev, la cui candidatura sarà valutata al prossimo congresso di Vilnius, a luglio.

Questo sarà un incontro decisivo, in cui il diplomatico si auspica che si possano assicurare le giuste garanzie di sicurezza all’Ucraina nella fase preparatoria alla sua ammissione.

“Sarà una grande opportunità, ha riferito Rasmussen, ma avremo ancora bisogna di tempo per determinare come l’articolo 5 possa applicarsi a una Paese che probabilmente sarà ancora in guerra.”

Sempre l’ex Segretario ha informato di non temere una reazione di Mosca e propone un Accordo sulla sicurezza di Kiev, sviluppato sulle proposte di pace di Zelensky.

“Dovremmo in primo luogo aiutare l’Ucraina a costruire e sviluppare forze militari così potenti che saranno in grado di resistere agli attacchi russi. In secondo luogo, dobbiamo rafforzare lo scambio di comunicazioni e infine creare un sistema di formazione ed esercitazione reciproche, in particolare sotto la bandiera dell’UE.”

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