L'Italia Mensile

La Fine Del Dragone

La Fine Del Dragone

di Biagio Passaro (Movimento Io Apro)

La fine del Dragone era nell’aria e dopo essere caduto sul latino (ha detto ius solis anziché ius soli), dopo essersi aggrappato ai sindaci – che non hanno nemmeno fatto un consiglio comunale per la decisione di Mario Draghi – non ha recuperato nemmeno il senso di un’altra parola tracotanza, superbia. 

Quella con cui ha affrontato una crisi di governo dai tempi straordinariamente dilatati; senza una road map, senza un confronto democratico con le forze che lo avevano sostenuto in parlamento. 

Lui assoggettato solo da acclamazione popolare – frutto di una visione mistica che della realtà: dov’erano queste piazze osannanti? 

Io non le ho viste – unica piazza over Booking è stata quella del 9 ottobre, messa a tacere solo dalla pochezza della sinistra e dal sistema comandato. 

Ma il vero endorsement è arrivato da coloro che lì l’avevano messo: governi di altri Paesi, finanza internazionale e ambienti terzi. 

Insomma gli amici degli amici suoi. Quella hybris che lo ha accecato, quella crisi che lo ha messo ko come un pugno di Tyson.

La sua replica è stata sbrigativa e superba, non si è mai sollevato perché quando non si è veramente campioni affermati non resta che alzare la voce e rivendicare gradi ormai sbiaditi. 

E infine il merito del suo discorso. Un capolavoro commerciale: ma davvero pensava di poter affrontare quell’elenco di urgenze da qui alla fine naturale della legislatura? 

Secondo me lei, signor Draghi, soffre di un delirio di onnipotenza preoccupante.

Nel discorso di fiducia aveva dichiarato di volere scrivere l’ennesima riforma delle pensioni: ancora una volta tocca ai pensionati pagare il prezzo della crisi? 

Per alzare le minime senza toccare il resto bastava dirlo così, semplice semplice. 

Ma Draghi non lo ha detto. 

Perché l’idea di colpire i pensionati è una fissa di certi ambienti. 

Non era stata una letterina con anche la sua firma a imporre la riforma Fornero? 

Siamo sempre lì, Draghi pessimo pilota automatico.

A proposito di piloti, il premier aveva incontrato i big di Uber, ma non i tassisti; anzi di loro ha parlato come violenti agitatori di piazza: forse a queste persone non è chiaro cosa capiterà in autunno, quando famiglie, partite iva e imprese saranno al verde. 

Ha parlato tre volte di balneari come urgenza in nome delle liberalizzazioni: tre volte la parola balneari e una sola volta del cuneo fiscale e pnrr, ha infine parlato di riforma del catasto che – lo hanno capito tutti – sarà un modo per tassare un po’ di più la casa e sempre i soliti cittadini. 

Del resto senza lo scostamento di bilancio prima o poi i soldi sarebbero andati a prenderli dalle tasche degli italiani. 

Questione Ucraina? Penso che ogni arma in più che manderemo in Ucraina è un giorno in meno investito nella ricerca della mediazione, della pace possibile. «Siamo qui solo perché gli italiani lo hanno chiesto», ha chiosato! 

Bè sei stato lì perché in Italia non c’è la democrazia, perché basta un inciucio per fare una maggioranza…

Se Draghi lo crede davvero, allora si confronti con le elezioni del 25 settembre nonostante io Le consiglio di fare il nonno a tempo pieno e godersi i denari. 

Il tempo dei nominati è finito, il tempo delle mele e delle serpi ègiunto alla fine.

Ora il popolo è sovrano, il popolo deciderà, aggiungo, finalmente!

Sperando che il regolamento elettorale non strangoli le opposizioni ed il dissenso…

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