L'Italia Mensile

ITALIA LIBERA: LOTTA DI LIBERAZIONE

di Giuliano Castellino

Italia Libera è i suoi 7 Punti, teoria e militanza patriota e socialista.
Sintesi tra indipendenza nazionale, sovranità popolare e giustizia sociale.

Partendo dalla filosofia comunitarista di Costanzo Preve Italia Libera si pone l’obiettivo rivoluzionario di edificare il primo grande e plurale movimento popolare di resistenza che si basa e si fonda sulla Dottrina cristiana, l’amore e la cultura patriottica e la lotta di classe tra dominati e dominanti.

LE NOSTRE ORIGINI

Italia Libera è il Movimento Popolare di Resistenza che può datare la sua nascita l’8 marzo del 2020, quando l’Italia ed il mondo finirono sotto la tirannia del Golpe Globale del Great Reset.

Molti dei quadri e dei militanti di Italia Libera provengono da esperienze precedenti, chi dal mondo comunista/socialista, chi da quello comunitarista, chi da quello cattolico e nazional-popolare, ma gran parte del popolo del dissenso è composto da persone che mai avevano fatto politica, lottato o militato prima della più grande offensiva globalista della storia dell’Umanità.

Questo è un elemento caratterizzante che ci ha facilitato nelle analisi, nelle teorie e in quella che osiamo definire nuova sintesi di resistenza e liberazione nazionale.

Italia Libera è nata nel fronte della resistenza, si è forgiata nelle piazze e nelle mobilitazioni popolari; è rivoluzione in corso!

Italia Libera è davvero azione che precede il pensiero.

LA NOSTRA SFIDA ALLE STELLE

In ogni posto del mondo dove i dominati si ribellano contro i dominanti, Fede, Patria e Socialismo 
combattono insieme.

In Italia, invece, il dato cristiano è stato appaltato al Centro, quello patriottico ai fascisti e alle destre, quello socialista alle sinistre e ai comunisti.
E tutti si sono fatti guerra gli uni contro gli altri, rafforzando il regime.

Italia Libera ha capito, da quell’8 marzo del 2020, che strategie della tensione, opposti estremismi e violenza erano le armi con cui il sistema rafforzava il suo dominio sui dominati.

Le armi più efficaci dell’oppressore contro gli oppressi, degli sfruttatori contro gli sfruttati.
Del potere globalista contro i popoli.

Di fronte alla quarta rivoluzione industriale e al capitalismo 4.0 l’unica risposta era edificare anche in Italia un Movimento Popolare per una lotta di liberazione, dove 
cristiani, patrioti e socialisti, finalmente, si ritrovavano dietro la stessa barricata.

Il fine ultimo della nostra azione popolare e del nostro pensiero politico è l’abbattimento del Capitalismo, attraverso la lotta di classe fra dominati e dominanti e le lotte patriottiche di liberazione contro il nuovo colonialismo.

La contrapposizione insanabile fra essi, quando le contraddizioni capitalistiche scoppieranno, sfoceranno in scontro frontale e totale, aprendo la possibilità storica del superamento dell’attuale sistema tramite una Rivoluzione sociale.

CHE FARE

Nel mentre, in Italia come nel resto del mondo, il movimento Rivoluzionario deve strutturarsi, stando nel mezzo di tutte le mobilitazioni a difesa delle libertà personali, collettive e nazionali, diventando avanguardia ed espressione dei dominati e del loro desiderio di resistenza.

D’altronde l’Agenda di Davos 2020 – 2030, approvata anche al G20 di Bali, è l’offensiva del solito capitalismo che ora punta all’offensiva definitiva contro patrie, popoli e comunità.

Necessario stare in tutti i conflitti ed edificare resistenze.

Per fare questo il movimento e l’autonomia popolare hanno bisogno di Quadri, formati, uniti e seri, militanti e attivisti e masse di riferimento.

Mentre le masse di riferimento sono frutto delle contraddizioni e le ingiustizia sociali del capitalismo, ed emergono sempre di più, quadri e militanti oggi sembrano essere i grandi assenti.

Compito di Italia Libera è dare al grande movimenti popolare di resistenza una PRIMA LINEA intellettuale, cultura e militante che sappia scardinare la dittatura del pensiero unico dominante ed il regime liberal-capitalista.

STORIA E PASSATO VERSO IL FUTURO

Il Great Reset non è un golpe figlio del caso.
È frutto della crisi finanziaria del 2008, non ancora conclusa in Europa, che ha imposto l’austerità neoliberista a quei paesi dell’unione europea, in particolare della parte mediterranea, che si sono trovati in mortale difficoltà economiche, anche a causa dei trattati economici imposti da Bruxelles.

La cura dell’austerità è stata peggiore del male e milioni di europei hanno visto peggiorare notevolmente le proprie condizioni di vita e hanno perso il lavoro per mai più recuperarlo in forma stabile o la prospettiva di un lavoro quale che sia.

È in questo contesto che dai vecchi movimenti di lotta popolare (patriottici, comunisti, cattolici e socialisti) sono nate nuove correnti, alleanze e fronti, influenzate dalle vittorie in America Latina, che hanno proposto un nuovo modello di lotta politica che riprendesse le bandiere del patriottismo e della sovranità nazionale, coscienti che i disastri dell’estremismo neoliberista possano essere contrastati soltanto con forte politiche statali che limitino lo strapotere dei capitali.

L’idea del socialismo nasce nelle contraddizioni del capitalismo e proprio nel momento apicale del successo liberale le contraddizioni riemergono: con una sfida aperta ai programmi di aggiustamento strutturale del FMI, applicazione dei dettami neoliberisti, in Venezuela nasce il governo socialista di Hugo Chavez proprio nel “cortile di casa” dell’Impero.

Il socialismo venezuelano ha dato inizio alla stagione del “socialismo del secolo XXI”, che ha visto l’elezione di governi socialisti, patriottici e cristiani in gran parte dell’America latina. E quel vento ancora soffia.

Basta vedere la grande resistenza nel Donbass e della Russia, dove vengono innalzate bandire col volto di nostro Signore Gesù Cristo, Tricolori della patria e bandire rosse con la falce e martello!

Ma non solo la grande crisi di Wall Street, dietro il golpe globale del Grande Reset c’è un processo capitalista e di emergenze che ha portato la contro-rivoluzione a soffocare lotte popolari e sociali, sovranità politica, rapporti internazionali anti-imperialisti, movimenti antagonisti.

Sono partiti negli anni 70 con l’emergenza terrorismo, la legge reale, i braccetti della morte. Poi sono arrivati mafia, carcere duro e 41 bis.

Poi è arrivata l’emergenza mani pulite, le Torri Gemelle ed il “pericolo arabo”. Le nuove guerre della Nato, le tecnocrazie, gli Ultras, la tessera del tifoso
(primo esperimento per il futuro Green Pass), lo Spreed e Monti.
Fino alla Legge Biagi-D’Antona e all’abrogazione dell’articolo 18.

Ed in questi tre annni l’emergenza sanitaria e all’emergenza come prassi di controllo totale, sorveglianza sociale e imposizione del capitalismo.

RADICI

Per tutto questo seppur sentendoci prima linea e parte attiva del cosiddetto mondo del dissenso, non possiamo che essere figli delle stesse lotte che nel corso dei decenni hanno resistito all’oppressione e allo sfruttamento.

Siamo le lotte dei lavoratori e quelle per il diritto alla casa!
Siamo il movimento anti-imperialista che si è sempre opposto alle guerre americane e alla Nato.
Siamo quelli da sempre contro leggi speciali e liberticida, per il libero pensiero contro il pensiero unico dominante.
Siamo le piazze contro Monti e le tecnocrazie.
Siamo braccianti, operai, studenti, disoccupati, proletari e lavoratori che hanno reclamato diritti!
Siamo la ribellione al globalismo che da decenni ne denuncia ingiustizie, sfruttamento e derive imperialiste e di controllo mondiale di popoli e patrie.

I MITI

I Sioux,
Augusto César Santino e Camilo Torres.
Steve Biko, la comandante Clelia e Farabundo Martí.
Sorel, Prodoun, Bakunin, Corridoni, D’Annunzio, Spirito, Poind i Cristeros messicani,
Evita Peron, Guevara, Castro, Arafat Saddam, Gheddafi.
Bobby Sands e Fabrizio Cerruso.
Il comandante Arkan e Darya Dugin.
Chi combatte la causa dei poveri contro l’oppressore.

LO STILE

La Comunità Militante è la prima cellula di Comunità più grandi.
La Comunità politica, quella familiare, quella culturale e lavorativa.
Fino alla comunità nazionale.

La forza della comunità è fondamentale per la forza popolare. È il legame comunitario che salda e rende invincibile la resistenza.

In questi contesti noi siamo la MILITANZA e lo STILE MILITANTE.

Siamo la prima linea, siamo quel passo in avanti che segna il cammino.

Per questo dobbiamo essere riconosciuti e riconoscibili.
Preparati, educati, sostanziali.
Mai banali, liberi e ribelli, anti-conformisti, seri e affidabili.
Formazione e preparazione culturale si devono coniugare con lo stile e la forza militante, così come dobbiamo saper coniugare la Comunità militante con le altre comunità.

CONCLUSIONI

La gente come noi non molla mai: il coro che è diventata la colonna sonora della resistenza al Green Pass!

Figli della stessa rabbia: la canzone dell’unità delle forze militanti!

El Pueblo Unido, Jamas Sera Vencido: urlato a squarcia gola nelle piazze quando iniziammo a capire cosa volevamo!

Noi siamo il popolo: gridato a Piazza del Popolo il 9 ottobre. Urlato una, dieci, trenta volte da oltre 100.000 dissidenti!

Oceano di guerrieri: quante volte abbiamo desiderato che queste note e parole diventassero realtà?

Il giorno di San Patrizio: perché l’Irlanda, la sua lotta d’indipendenza ed i suoi martiri sono sempre stati una stella cometa!

Comandante: Hasta la victoria! Siempre! Canti e motti di ogni rivoluzionario.

Palestina: non solo una canzone, ma sassi e terra, voglia di lotta e libertà!

Certi di poter scrivere anche il nostro inno… che sia non solo musica e parole, ma una promessa di Vittoria!

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