L'Italia Mensile

Il Sud che resiste ed urla “Lavoro e giustizia sociale”

Mentre la gente si appresta ad affrontare le feste finalmente “in libertà” la bomba del terrorismo capitalista di regime viene lanciata.

Nella tanto attesa “Manovra Meloni” non si parla di sviluppo del territorio, di politica del lavoro, di azioni specifiche e dettagliate per scuola e sanità, ma di cifre stanziate (che già si sa, verranno in gran parte utilizzate per acquistare vaccini e portare avanti programmi su agende che renderanno ancora più schiavi i nostri figli, l’agenda del capitalismo 4.0), si parla di come si vuol continuare a dare mancette per sostenere i costi folli che da ogni parte continuano ad imporci, degli “adeguamenti” che vengono concessi ad alcune categorie di lavoratori, senza però che ci sia una contrattazione reale e utile con le parti sociali (non sia mai che i sindacati debbano fare ciò per cui esistono).

E, come promesso in campagna elettorale di togliere il reddito di cittadinanza a chi può rendersi operativo nel mondo del lavoro.

Ma scusate dov’è questo mondo del lavoro?

Quanto ancora si deve assistere a politiche, decreti e manovre tappabuchi invece di rilanciare lo sviluppo del nostro Paese a 360°?

Sono stati fatti comitati tecnico scientifici in quattro e quattrotto per insegnarci come si deve respirare e non si riesce a fare un piano di rinascita con commissioni competenti?

Invece che lanciare proclami al veleno senza fornire un’alternativa concreta, sarebbe sovranista e popolare attaccare le politiche liberali di Bruxelles ed iniziare ad uscire dalla schiavitù globalista.

È inutile nascondere che questa decisione andrà a colpire soprattutto la popolazione del sud, abbandonata a se stessa da amministrazioni fantoccio che hanno l’obiettivo di mantenere lo status quo e incassare i tanti agoniati finanziamenti europei, che non arriverebbero più se la situazione dovesse migliorare.

In Sicilia si assiste ad una situazione straziante, in cui il degrado economico e le carenze istituzionali sono l’unica, amara, certezza che i cittadini hanno.

Solo chi è figlio di questa terra, bella e disgraziata, può capire la situazione tremenda ed il dolore in cui si trova il popolo siciliano; privo di occasioni e mezzi per affrontare la propria esistenza dignitosamente.

Italia Libera supporta i fratelli del mezzogiorno per un riscatto sociale ed economico e si propone di mettere le istituzioni davanti alle proprie responsabilità per dare voce, risposte e speranze al nostro territorio martoriato.

I percettori di RdC non ci stanno a pagare le conseguenze per le carenze di un sistema che non è capace di costruire, ma solo punire e puntare il dito in cerca di colpevoli, cercando di nascondere le proprie incapacità.

Il Governo Meloni ha la colpa di essersi dimostrato miope rispetto alle esigenze dei suoi figli in un momento in cui si aspettavano delle azioni e delle risposte come l’acqua in un periodo di siccità.

Le mobilitazioni popolari stanno dilagando per tutto il territorio, il popolo si prepara ad insorgere portando con sé l’enorme matassa di problemi e opere incompiute che ci attanaglia.

E allora ci domandiamo, con la neo costituzione dell’amministrazione comunale Palermitana e quella regionale, perché non si parla ancora del lavoro mai iniziato in supporto agli agricoltori e agli allevatori vittime di un nuovo mondo ma così appassionati del proprio operato che aspettano tempi migliori stringendo i denti?

Perché non andiamo a guardare all’inefficienza e all’inefficacia del sistema scolastico italiano (che però può stanziare altissime cifre alle scuole paritarie), alle cifre relative alla dispersione scolastica e all’analfabetismo?

Perché non ci domandiamo come mai molti di noi per curare i propri figli devono attraversare lo stretto e sperare che da qualche parte si trovi posto?

Perché nella nostra terra trovano posto marchi internazionali e fanno business sul turismo gli stranieri ma noi non riusciamo a mettere a frutto il nostro patrimonio?

Perché non si parla di infrastrutture fatiscenti e piani regolatori che la regola ancora la devono cercare?

Perché i nostri fratelli devono partire per cercare la speranza di una vita decente, annullando se stessi e andando a cercare fortuna chissà dove, buttando il cuore oltre l’ostacolo?

Perché la costituzione siciliana è stata seppellita sotto kg di indifferenza?

Perché non rispondete alle nostre domande?

Perché cari governanti non trovate delle risposte invece di fare pura demagogia con le nostre vita al fine di garantirvi un alibi?

Italia Libera sarà sempre la voce di chi ha la forza di gridare le proprie ragioni, di chi crede nel reale cambiamento, ma non abbandona i più deboli al proprio destino.

Noi vogliamo una politica di giustizia sociale che nasca per il cittadino e che gli garantisca un futuro.

Davanti a noi invece c’è solo desertificazione.

Noi chiamiamo a raccolta tutte le categorie e chiediamo di fare gruppo, affinché ci siano delle risposte e si smetta di ragionare con una logica di sudditanza.

Noi siamo nelle piazze, tra le vie, ai nostri posti di combattimento e lavoriamo per il nostro riscatto…

Perché noi siamo aquile pronte a volare verso il nuovo sole dell’avvenire.

di Amalia Miranda

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