L'Italia Mensile

Il nuovo feudalesimo del Wef di Schwab

di Fabio C. Maguire

Klaus Schwab istituì il WEF nel 1971 e d’allora controlla e gestisce personalmente ogni minimo particolare dell’organizzazione.

L’economista tedesco, con a disposizione fondi limitati e carenti, diligentemente riuscì ad accrescere il potere, l’influenza e il valore del forum e grazie al grande prestigio acquisito nel tempo dal congresso, raduna annualmente le più significative e rilevanti personalità del mondo politico ed economico internazionale.

Lo svolgimento dell’evento è determinato dal dibattimento e dall’approfondimento circa le tematiche più significative ed urgenti che il mondo vede e deve affrontare, ponendosi come fine ultimo quello di arrivare ad una risoluzione delle problematiche collettiva e generale.

La figura di Schwab è una presenza fissa a Davos e nonostante l’età avanzata, dirige scrupolosamente il consiglio della fondazione da decenni e non sembra intenzionato a congedarsi dal suo ruolo di presidente.

Infatti la cosa sorprendente è che il boss del WEF non abbia ancora designato un suo successore e sia deciso a ricoprire la sua carica fino alla fine.

I stessi membri dell’ordine non hanno espresso nulla in merito alla questione e l’argomento appare come un tabù; una faccenda da posticipare, vista l’indubbia capacità gestionale e manageriale dell’attuale leader.

L’eventualità che le redini passino ai figli non è inverosimile ma altri molti nomi sono stati fatti ai media anche se riferiti molto cautamente e genericamente.
La persona che verrà selezionata sarà sicuramente riconosciuta idonea dal padrino del forum a salvaguardare gli interessi di classe e con le facoltà di adempiere con zelo e coscienza alle mansioni imposte dalla casta global-liberista.

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