L'Italia Mensile

Il dilemma americano della Meloni.

di Fabio c. Maguire

Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, sin dal settembre del 2022, ha giurato fedeltà a Washington, con un’immediata presa di posizione atlantista “senza se e senza ma” su questioni internazionali scottanti.
Dalla crisi in Ucraina alle distanze prese dai conservatori americani, l’Italia si è duramente conquistata il proprio posto nella stanza ovale alla Casa Bianca.

Ma nonostante la totale sottomissione, Biden vorrebbe dall’amica italiana Giorgia Meloni un ultimo atto d’amore: quello di non rinnovare l’accordo con la Cina sulla “Via della Seta”.
E al di là delle disastrose ricadute commerciali sull’economia italiana, che priverà numerose imprese nazionali di mercati appetitosi come quelli orientali, il problema riguarderà proprio il futuro presidenziale degli Stati Uniti, futuro incerto e che, secondo il Tempo, porterà ad una prima “crisi matrimoniale” tra Washington e Roma.
Ad irrompere nella placida vita coniugale tra Meloni e Joe Biden saranno le elezioni presidenziali americane fissate per novembre 2024.
In questa occasione, a correre per un posto alla Casa Bianca ci sarà nuovamente Donald Trump che difficilmente “potrebbe perdonare la “sbandata” democratica della Meloni”.

Giorgia ha frettolosamente rinnegato la sua iniziale simpatia per The Donald, che riteneva fosse un “modello”, almeno nel 2020, per rivisitare vistosamente le sue posizioni nell’arco di pochi mesi e stringersi sempre più vicina, mano nella mano, con tanto di foto, al presente inquilino della Casa Bianca Joe Biden.

Peggio potrebbe essere arrivare all’appuntamento autunnale del 2024 con un accordo già siglato con la sinistra europea, presumibilmente a giugno.
Con questo accordo si darebbe sostegno ad una maggioranza in Parlamento europeo con i socialisti, gruppo al quale aderisce il PD, o con i liberali di Emmanuel Macron.

E alto rimane il rischio di una frattura matrimoniale a seguito delle presidenziali 2024.
Infatti, secondo un sondaggio della CNN, il 66% degli americani di entrambi gli schieramenti politici ritiene che il rinnovo di Biden sarebbe un completo disastro per gli USA, sia per come ha mal operato nel suo primo mandato, sia per la precarietà della sua condizione fisica.
Ad avviso dell’emittente statunitense, il gradimento fra gli elettori è più basso persino rispetto ai tre ex presidenti democratici ancora in vita: Jimmy Carter, Bill Clinton e Barack Obama.

Ma il vero asso nella manica, forse proprio di Trump, potrebbe essere un personaggio che si porta dietro circa il 22% dei consensi: si tratta di Robert Kennedy Jr, ufficialmente in corsa per le primarie democratiche.
Seppur di sponda opposta sembra essere decisamente in linea con Trump su valori e principi, considerando anche i recenti apprezzamenti pubblici dei due.
E proprio a The Donald è venuta la brillante idea di candidarlo come suo vice alle prossime presidenziali.

Questo romperebbe qualsiasi schema politico, consegnando a Trump una vittoria certa, vista la grande quota di voti democratici che Kennedy Jr porterebbe con se.
Robert Kennedy Jr potrebbe rappresentare una nuova falla nel sistema perché contrario alla guerra contro la Russia e ostile a Davos e al nuovo ordine mondiale di Soros e del deep state americano.

In una recente apparizione pubblica ha espresso forti dubbi sull’attuale crisi in Ucraina e sulla narrazione unica imposta da Washington e Bruxelles.
“Questa non è una missione umanitaria. Non è quello che ci è stato detto. Ci è stato detto che si trattava di un’invasione non provocata e che eravamo lì per portare aiuti umanitari agli ucraini.

Ma è il contrario. Questa è una guerra di logoramento progettata per spezzettare e trasformare questa piccola nazione in un mattatoio di morte per il fiore della gioventù ucraina al fine di promuovere un’ambizione geopolitica di alcune persone all’interno della Casa Bianca”, ha dichiarato.
Kennedy Jr ha infine affermato di essere disposto a sedersi con Putin e Zelensky per negoziare la pace e porre fine al conflitto, che troppo caro all’Ucraina è costato.

In questo caso cosa farà la Meloni? Sosterrà ancora la causa dell’Ucraina, della sua libertà e per la democrazia e si opporrà alla Casa Bianca o cambierà velocemente, di nuovo, casacca?

Un commento su “Il dilemma americano della Meloni.

  1. le speranze riposte in Trump-Kennedy sono forse “esagerate” i 2 politici USA devono sempre fare i conti con chi veramente “comanda” l’America.La Meloni sta’ dove sta’ non per i voti che ha preso(45% non ha votato) ma perche’ non sapevano a chi affidare la svendita definitiva del nostro paese.Abbiamo un generale quello della sceneggiata di Bergamo messo come “commissario” per l’Emilia,una commissione d’inchiesta che non parte poiche’ i “coinvolti” sono “troppi”,ed una sanita’ morente che ha smesso di funzionare.la Meloni,non ha schierato la marina per difendere le frontiere italiane,chiacchiera e sorride a vanvera per le frontiere comuni “europee”(sic) ci sta portando ad una tale tensione con la Russia “occupante” che si dimentica volutamente dell’occupazione anglo-usa che ha stabilito 100 e passa basi sul nostro ex territorio……ecc ecc quando Zelensky sara’ fatto fuori dalla storia come utile idiota,sara’ interessante sapere l’opinione della “cristiana” trombetta della massoneria al “femminile”.

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