L'Italia Mensile

Georgia: un secondo fronte contro la Russia?

di Fabio C. Maguire

La Russia ha acquisito un vantaggio strategico nello scontro in Ucraina.
L’Occidente collettivo ha preso atto di questa situazione e prova angosciosamente a sovvertire l’attuale equilibrio che si è determinato dopo oltre due anni di guerra.

La NATO ha spinto veementemente per destabilizzare la Russia e persegue questa traiettoria ancora oggi con vigore e determinazione.
Washington e Bruxelles hanno infatti adottato una politica improntata a riproporre lo scenario ucraino anche nel Caucaso, una regione strategica e preziosa per le sue ricchezze e per la sua vicinanza alla Russia.

La Georgia è stata a lungo un obbiettivo degli atlantisti, i quali hanno provocato con la loro politica avventuristica la dura crisi del 2008 che portò alla sanguinosa, seppur breve, guerra in Ossetia del Sud.
Ancora oggi i leader occidentali tentano di incalzare Tbilisi ad allontanarsi dalla Russia e ad avvicinarsi all’Unione Europea e alla NATO, spingendo sulla questione dell’Ossetia e dell’Abcasia per riaccendere un ipotetico sentimento revanscista in seno al popolo georgiano.
La Georgia non ha però seguito i consigli dell’Occidente, insistendo su una politica di buon vicinato con la Russia e respingendo le sanzioni imposte al Cremlino da Bruxelles.

Il Ministro degli Esteri tedesco ha però recentemente esortato i suoi connazionali ad evitare viaggi nelle due regioni che attualmente sono al di fuori della giurisdizione georgiana, affermando di ritenere la situazione momentaneamente stabile ma soggetta a possibili cambiamenti improvvisi.
L’Occidente, oltre ad aver pressato Tbilisi ad aderire alla sua politica russofoba, sta tentando di persuadere il governo georgiano ad aprire un secondo fronte contro la Russia proprio lì, nel Caucaso.
Il leader georgiano ha respinto qualsiasi ipotesi di guerra, ma probabilmente la situazione, seguendo le dichiarazioni del Ministro tedesco Pistorius, potrebbe repentinamente precipitare.

Non si hanno alcune informazioni su una probabile guerra nella regione caucasica, ma l’invito della Germania ai propri cittadini ad astenersi dal visitare questi paesi potrebbe suonare come un campanello d’allarme, in particolare se si considera l’instabilità psicologica dei leader atlantisti che potrebbero postulare una sortita contro la Russia proprio in Ossetia del Sud e in Abcasia pur di ripristinare l’equilibrio iniziale.

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