L'Italia Mensile

Gaza, non un gesto terroristico improvviso ma un risultato di 50 anni e più di sfruttamento e violenza di Israele

Ecco allora che spariscono integralmente dai radar le miserrime condizioni a cui Israele ha condannato la striscia di Gaza con i suoi più di due milioni di abitanti, in una sorta di infernale prigione a cielo aperto ove pressoché ogni diritto è stato cancellato

Diego Fusaro

Ciò che forse più colpisce della condizione contemporanea e del suo modo di raccontare le guerre, da quella di Ucraina a quella odierna tra israeliani e palestinesi, riguarda la destoricizzazione completa dello sguardo.

La quale ben sintetizza la condizione dell’epoca della “fine della storia”, che poi anche fine della capacità di storicizzare i processi e di analizzare nel contesto e nello sviluppo le situazioni.

La storicizzazione dello sguardo, chiave ermeneutica fondamentale per comprendere la realtà sociale economica e politica, è stata sostituita da una teologia che contrappone astrattamente il bene e il male, facendo ovviamente dell’Occidente il regno del bene e di tutto ciò che variamente non rientri nell’ordine occidentale il “male assoluto”.

Così, la guerra d’Ucraina, anziché essere studiata e presentata come l’esito nefasto di un processo storico con cui la Nato si è espansa irresponsabilmente verso Oriente e dunque verso le aree un tempo sovietiche, viene presentata in modo caricaturale e fumettistico come la scelta di un dittatore pazzo e criminale, che si sveglia la mattina e decide di invadere l’Ucraina. Mutatis mutandis, lo stesso accade ora con il conflitto tra Israele e palestinesi.

Che viene presentato come l’esito necessario di un gesto terroristico improvviso, in una totale rimozione di 50 anni e più di storia e di conflitti, di sfruttamento e di violenza.

Delle cause reali del conflitto anche in questo caso non si può parlare, perché ogni sguardo storico è stato interdetto e sostituito dalla già ricordata metafisica del nemico assoluto. Ecco allora che spariscono integralmente dai radar le miserrime condizioni a cui Israele ha condannato la striscia di Gaza con i suoi più di due milioni di abitanti, in una sorta di infernale prigione a cielo aperto ove pressoché ogni diritto è stato cancellato.

Questa caricaturale metafisica del bene assoluto contrapposto al male assoluto comporta oltretutto una conseguenza esiziale: le azioni dei nemici dell’Occidente sono per definizione terroristiche, laddove le azioni ugualmente violente dell’Occidente sono per definizione benefiche e orientate alla libertà e alla democrazia.

(Fonte: https://www.ilgiornaleditalia.it/news/esteri/536076/gaza-gesto-terroristico-improvviso-50-anni-sfruttamento-violenza.html)

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