L'Italia Mensile

FIRME PATRIOTE

MESSA E BENEDEZIONE PER LA CONSEGNA DELLE FIRME UN CUORE CHE BATTE.

In poche settimane migliaia le adesioni. Splendida la mobilitazione e l’appoggio di gruppi spontanei. Pochi i Vescovi, molti i parroci che hanno appoggiato la campagna, rompendo il silenzio degli innocenti. In serata Flash mob per Indi Gregory. La svolta è arrivata. La battaglia (per la vita) continua.

Di Antonello Cavallotto

Comunque vada a finire, qualunque sia il bilancio della raccolta della campagna, Cuore che Batte, i promotori, e noi di Patria tra questi, abbiamo oggi l’obbligo di esultare. Abbiamo rotto il tabù dei silenzi della sagrestia, dei distinguo ed artifizi retorici e linguistici che continuano a difendere melius, piuttosto ingannare l’opinione pubblica distinguendo la Ratio della legge (194) in sé “buona” ma “perversa” – per usare un eufemismo – nella sua applicazione. Fuori di giri, un’arrendevolezza che significa accettazione dello status quo e ammissione di impotenza.

Ma una Chiesa dell’Accoglienza che non accoglie e difende la vita nascente, che Chiesa è? Avvenire, il quotidiano dei Vescovi, a bocce ferme, si accorge solo adesso dell’importante iniziativa. Ma quanti Pastori – e movimenti cattolici – sono scesi nell’agone? Pochi, pochissimi. E i cosiddetti movimenti “ufficiali”? Non pervenuti. Tutti assenti quel 10 ottobre, quando dal palco del Teatro Flavio, fu lanciata la campagna di firme.

Da quel palco, in un solo mese siamo riusciti a riaprire non solo un dibattito ma, per quel che più conta, risvegliare tante coscienze singole di cattolici e non cattolici, compattare nuovamente tanti piccoli gruppi spontanei, e dare nuova linfa ai tanti cattolici che sul tema della vita nascente – ma non solo – si sentono traditi da una pastorale fin troppo compiacente ai desideri del “mondo”.

Vorrei concludere con un sentito ringraziamento a tutti noi e anche a quei pochi ma coraggiosi vescovi, sacerdoti parroci ragazzi, ragazze, mamme di famiglie, che – vox clamantis in deserto – hanno sostenuto e appoggiato l’iniziativa.

Un grazie particolare poi al vice-rettore di San Giuseppe a capo le Case, che, con un gesto “scandaloso” (per i cattolici dell’accoglienza – ha osato “benedire” le firme e celebrato – pensate – nell’antico rito.

Ora attendiamo i conteggi. I primi “exit” – come si dice volgarmente. A Roma sono state oltre 5mila le firme. Il che, fa ben sperare. Vada come vada. Il segnale vero è che, sotto le ceneri dell’ipocrisia e del politicamente corretto, anche sul fornte della difesa cìè chi si oppone e si opporrà sempre. Se lo metta bene in testa la Cupola e il Dragone.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *