L'Italia Mensile

Destra? Sinistra? Tutti contro il garantismo, i diritti dei detenuti e la giustizia giusta

Umberto Baccolo

Che disastro, che ennesima delusione Nordio & Co in materia di carcere.
Avere come in tantissimi chiedevamo Rita Bernardini come Garante Nazionale dei Detenuti sarebbe stato troppo bello per essere vero, ma almeno avere nomi noti per la loro storia di impegno garantista e la loro conoscenza della realtà carceraria sarebbe stato lecito.

Invece Nordio ha proposto qualcosa che è l’esatto opposto del vecchio, straordinario collegio guidato da Mauro Palma, al quale ha dato il benservito, pare, per il troppo “protagonismo” garantista, per la sua indipendenza e per l’impegno sgradito al governo sul caso Cospito.

Il nome prescelto come Presidente del Collegio è un civilista ex deputato forzista ora in Fratelli d’Italia che non si è mai in vita sua occupato né di carcere né di esecuzione penale, fosse anche solo partecipando al dibattito sul tema.
Ad affiancarlo, un magistrato di sorveglianza anche lui in politica con FDI e che ha 80 anni, cosa abbastanza incompatibile con l’impegno fisico che richiede il ruolo, nel quale dovresti girare come una trottola dalla mattina alla sera per tutti i penitenziari italiani.

Almeno, va detto, lui conosce il mondo della detenzione, ma porta la sensibilità del magistrato (di destra, tra l’altro), che forse al ruolo di garante non è la più adatta sempre che tu non sia uno come Santi Consolo, ma come lui sono pochi al mondo.
Fa sorridere poi che il terzo nome, quello indicato a rappresentare l’opposizione, sia stato scelto dal partito meno garantista in assoluto tra quelli non di governo: cioè il Movimento 5 Stelle.

Si tratta di un eccellente avvocato, specializzato però nella difesa di magistrati processati dal CSM: pure da parte sua non si ricorda nella lunga carriera un particolare attivismo o impegno sul tema carcere.
Tra l’altro, contravvenendo alle regole sulla parità di genere, nemmeno una donna, quando in materia carceraria alcune delle persone più preparate d’Italia, a partire da Rita ovviamente e incluse molte eccellenti garanti regionali o comunali sono donne.

Ricordiamo che nella precedente composizione le donne erano due, inclusa la bravissima Emilia Rossi.
Quindi nomine da un lato “di schieramento”, dove ciò che è importato alla politica non è la competenza e l’impegno sullo specifico delicatissimo tema ma l’appartenenza di partito, dall’altra che sembrano voler esplicitamente mettere fine allo storico impegno garantista di questa istituzione.

Il mio pessimismo questa volta è totale e temo che nel prossimo futuro sul Garante Nazionale dei Detenuti potremo fare veramente molto poco conto per le battaglie a tutela dei diritti dei detenuti, per il miglioramento della condizione carceraria e contro gli abusi, contrariamente che fino ad oggi.

Detto con tutto il rispetto verso le tre persone nominate che non conosco e che nel loro campo sono sicuramente eccellenze e immagino essere persone di ottima qualità umana. Ma per questo specifico ruolo così incredibilmente difficile e delicato servono persone che come Rita Bernardini hanno passato la loro vita a dedicarsi alla condizione delle carceri nel quotidiano, con passione totalizzante e competenza specifica assoluta, con conseguente rete di relazioni già stabile con tutti gli operatori del settore (sia professionali che volontari) sul territorio nazionale e conoscenza specifica di ognuna delle case di reclusione del paese e delle sue problematiche.

Cosa che queste tre persone stimabilissime però non hanno, avendo nella vita fatto altro.

Il che conferma che se Nordio su alcuni temi che riguardano intercettazioni, processo, certi determinati reati (che quasi sempre riguardano la pubblica amministrazione) o la separazione delle carriere indubbiamente ha posizioni molto condivisibili e garantiste – non sempre apprezzate dalla maggioranza che lo sostiene -, riguardo invece al carcere e ai diritti umani delle persone recluse non ha nessun tipo di reale interesse o sensibilità, non discostandosi poi molto nei fatti dai vari Delmastro Delle Vedove e Ostellari e dalla stessa Meloni, notoriamente da sempre iper giustizialisti sull’esecuzione penale.

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