L'Italia Mensile

Democrazia, informazione e partecipazione

Ci sono domande forse sciocche, ma anche le sciocchezze esprimono a volte un problema.

Una democrazia non può esistere senza una sfera pubblica discorsiva. Ma quali sono oggi i luoghi attraverso cui ci si può formare un’opinione certo fallibile, incerta ma comunque razionale?

Non esistono più i corpi intermedi, i partiti politici, ormai dominati da elites e basati su strutture leaderistiche al cui interno sono possibili scontri di potere tra fazioni, ma non dibattiti.

I giornali sono ormai solo fonte di disinformazione e propaganda. Si inventano il reale.

FB poteva essere un luogo di dibattito libero, ma – probabilmente per la nostra immaturità o per ragioni strutturali – di fatto è solo un luogo di propaganda ormai, di bolle chiuse, di nicchie di significato che non comunicano.

Resta da chiedersi se una democrazia sia ancora possibile, quale trasformazione stia subendo.

Forse sta cambiando di significato, forse da cittadini siamo divenuti solo tifosi.

E se fosse così sarebbe molto misera come democrazia, sarebbe già destinata a trasformarsi o in oligarchia o in demagogia. E forse sono queste due opzioni che si stanno scontrando oggi.

E forse la colpa non è del potere, non soltanto. Forse è colpa di ognuno di noi.

Perché forse non può esistere una democrazia senza cultura democratica, educazione alla discussione razionale, senza responsabilità da parte di chi vi partecipa.

Forse la rimpiangeremo, e come sempre daremo la colpa al potere.

Ma il potere nulla potrebbe se non fossimo noi, ognuno di noi, il suo agente segreto.

Vabbè, starete pensando che con tutti i problemi che abbiamo questa è una questione oziosa. E forse è così.

Vincenzo Costa

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