L'Italia Mensile

Cardinale Müller: “Gli unici in grado di organizzare un complotto globale sono quelli della setta di Davos”

Il cardinale Müller, prefetto emerito della Congregazione della Dottrina della Fede, ha rilasciato ieri una ampia intervista ad Alessandro Rico, de La Verità.

Rilancio alcuni stralci relativi alla vaccinazione COVID, scienza e Great Reset. 

Ovviamente su alcuni passaggi poniamo l’accento, su altri meno.

Cristo Re è fonte della nostra visione spirituale della vita, così come condividiamo il motto “non di solo pane si vive”, aggiungendo però “senza pane si muore di fame!”.

Così come siamo certi che un mondo multipolare e nuove alleanze geopolitiche possono sconfiggere il nuovo ordine mondiale e la setta di Davos.

Prezioso il passaggio su la differenza tra Chiesa di Cristo e Santa Sede, parole di dottrina precise, che troppo poco si sentono oggi.
 
Alessandro Rico: Ha duramente criticato le ideologie del «grande reset» e del «nuovo ordine mondiale». Sa che chi le tira in ballo viene accusato di complottismo?

Card. Müller: «Be’, gli unici in grado di organizzare un complotto globale sono quelli della setta di Davos, che maneggiano miliardi e, dopo la crisi del coronavirus, hanno aumentato le loro ricchezze, mentre i popoli s’impoverivano » .

D: Che pericoli intravede in queste tendenze?

R: «Naturalmente, noi cattolici non siamo comunisti e accettiamo il contributo delle forze del mercato. Ma l’economia è solo una parte della vita. E chi ha avuto successo in economia non è anche un grande filosofo, o un grande esperto di etica. Quelli di Davos, George Soros,
Bill Gates, credono che, con le leggi economiche, si possano risolvere tutte le questioni esistenziali dell’uomo. Ma, ad esempio, non è possibile superare la morte tramite soluzioni tecnologiche o mediche. Chi ha i miliardi non è perciò stesso più intelligente di Platone, Aristotele, Sant’Agostino o San Tommaso. Non si può ridurre l’uomo alla dimensione economica – ed è per questo che nemmeno i comunisti sono riusciti a risolvere i problemi dell’umanità. La nostra risposta è la dottrina sociale della Chiesa: preghiamo Dio affinché ci dia il pane quotidiano, ma non di solo pane vive l’uomo. Questa è la nostra critica al circolo di Davos».

D: Cioè?

R: «Vogliono creare un mondo nuovo, un uomo nuovo. Ma noi siamo creature, non creatori. Solo Dio crea un mondo nuovo e un uomo nuovo. Xi ci salva? Putin ci salva? Biden ci salva? Von der Leyen ci salva? Cristo ci salva! ».

D: Siamo tutti colpiti dalla ferocia della politica del Covid zero in Cina. Pure in Occidente, però, sono state a lungo imposte misure molto dure. Il Covid è stato sfruttato per accrescere la sorveglianza?

R: «È indubbio che anche nei nostri Paesi la situazione sia stata cavalcata per aumentare il livello di controllo. (…) Non si può ridurre l’uomo a un animale, che obbedisce come un cane».

D: La pandemia ha esacerbato la tendenza neopositivista a trattare la scienza come un dogma: basti pensare alla narrativa quasi esoterica costruita intorno ai vaccini.

R: «Noi cattolici accettiamo totalmente la scienza, il cattolicesimo è sin dalle origini una sintesi tra fede e ragione. Ma tutte le ideologie totalitarie si sono presentate sotto la veste della “scienza moderna”. E la scienza moderna può essere utilizzata anche per perpetrare il male. La scienza empirica è fallibile: quella che oggi è una grandiosa teoria, domani viene confutata. La ragione è infallibile solo quando si occupa della rivelazione, perché è illuminata da Dio».

D: Il Vaticano aveva imposto la vaccinazione ai suoi dipendenti. Lei era d’accordo?

R: «Diciamo che i cristiani devono imparare a distinguere tra la funzione del Papa come vicario di Cristo e lo Stato vaticano come organismo politico. La Cathedra Petri è la dimensione della Chiesa costruita da Cristo; la Santa Sede è uno strumento di diplomazia internazionale, ma non l’ha costituita Gesù».

D: L’obbligo vaccinale, allora?

R: «Credo che lo Stato vaticano volesse dimostrare al mondo di essere rigoroso. Ma un cristiano deve obbedire a Dio, le soluzioni pratiche non sono materia di fede».

D: È stato detto che usare le mascherine o vaccinarsi era un dovere di solidarietà.

R: «Identificare il principio di solidarietà con queste misure concrete mi pare un po’ esagerato. Ad ogni modo, non è una questione che devono decidere i vescovi. D’altronde, all’inizio ci avevano detto che con i vaccini avremmo sconfitto il Covid. Poi hanno un po’ ridotto questa grande promessa. E ancora non abbiamo chiarezza sugli effetti collaterali…».

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