L'Italia Mensile

CARA GIORGIA TI SCRIVO…”

di Ramona Castellino

Cara Giorgia, riecheggiano ancora nelle nostre orecchie le tue parole urlate a squarciagola, con gli occhi sbarrati e le vene del collo in bella vista al tuo elettorato e agli italiani tutti, in cui affermavi di essere una donna, una mamma, una cristiana.

Effettivamente sembrava già allora una sceneggiata, ma non ti nascondo che mi fece effetto sentire una donna rivendicare il suo ruolo di madre e urlare la propria fede al suo popolo…

Mi chiedo cosa sia cambiato dal quel giorno o se ci fosse anche solo un briciolo di onestà nelle tue parole.

Ad oggi mi chiedo cosa ci sia di cristiano nelle scelte fatte dal tuo governo, che dal primo giorno, sembra avere avuto come unico intento quello di portare alla fame tutte quelle fasce di popolo già fortemente provate.

Uno dei tuoi primi provvedimenti è stato quello di attaccare il reddito di cittadinanza.

Sai cara Giorgia siamo tutti per il lavoro anziché per l’elemosina di Stato, ma dopo tre anni di finta pandemia, di ristrettezze, di chiusure, che hanno portato al fallimento migliaia di aziende e con perdita di milioni di posti di lavoro, anche quelle briciole hanno aiutato qualche famiglia a non morire di fame.

Siamo tutti per il lavoro, ma un lavoro che permetta ad una persona di vivere con dignità, non di essere i nuovi schiavi di un mondo sempre più schiacciato dal capitalismo neo liberalista.
Dove il futuro è sempre più precario, in mano a sfruttatori, speculatori e usurai.

Un futuro, per usare un’immagine di Orwell, dove domina uno scarpone di uno sbirro che schiaccia un volto per sempre.

Ci sarebbe forse piaciuto sentirti veemente e grintosa parlare di occupazione, di salari, di dignità dei lavoratori.
Ma capisco che il lavoro diventa un argomento spinoso, se ad affrontarlo è una persona che non ha mai lavorato in vita sua e che, da destra, deve rispondere in primis, a borghesi, ben pensanti e sicuritari.

Dall’attacco al reddito di cittadinanza alla legge sulle autonomie, con quello che ne conseguirà, tra disparità sociali e privatizzazioni, l’Italia la sta trasformando davvero come la tua tanto amata America, dove si curano solo i ricchi e studiano solo i figli di papà.
L’Italia meloniana sarà una nazione per privilegiati, dove sanità e istruzione pubblica saranno smantellate e i servizi essenziali saranno alla mercé dei privati e degli interessi capitalisti.

Tra tutte cara Giorgia, la proposta di legge di FDI che più lascia senza parole e te lo dico da mamma, da cristiana e da italiana, è quella dei 9 anni di carcere a chi si rifiuta di lasciare una casa occupata e 25 mila euro di multa per chi occupa.
Mi chiedo se in coscienza ti sei chiesta quante mamme e quanti bambini finiranno in mezzo alla strada…

Anche perché chi occupa spesso non ha alternative, nella maggioranza dei casi è in graduatoria da 15 anni, vivendo nell’attesa che gli venga assegnato un tetto sopra alla testa, perché di questo si parla, spesso con lo spettro degli assistenti sociali, che anziché aiutare una mamma e un figlio, distruggono la vita di entrambi.

Eppure le case ci sono, e tu lo sai bene, non credo ti serva qualcuno per ricordatelo, che non vengono assegnate ed anche le ragioni le conosci bene, altrimenti a Roma non spadroneggerebbero i vari palazzinari, tanto cari alla politica.

Eppure i beni pubblici invece di essere destinati per l’emergenza abitativa continuano ad essere svenduti a costruttori amici, banche e fondi assicurativi.

L’emergenza abitativa, a differenza di altre “emergenze” prontamente affrontate dal governo quando si è parlato in termini di limitazioni di libertà, stranamente non viene affrontata da decenni.

L’edilizia popolare non è in agenda da mezzo secolo!
Il popolo si ritrova a difendere 40 mq con la muffa, a San Basilio, al Trullo, a Magliana…
Case di 50, 60, 70 anni fa… che oggi cara Giorgia gli vorresti togliere, magari per darle ai “nuovi italiani”.

In nome di una legalità che umilia e schiaccia solo i più deboli, ti fai forza, più Lady di Ferro che mai.

Ma vedi cara Giorgia il problema non sono solo le case popolari, ma anche tutte quelle persone che si sono indebitate per seguire il sogno della casa di proprietà, che oggi si ritrovano con tassi di mutuo al 5%, che non sanno se riusciranno a fare fronte al debito a strozzo contratto con i tuoi amici banchieri, che vengono tutelati in nome di un’inflazione pagata con il nostro lavoro e il nostro sudore, tra strette di mano e sorrisini stucchevoli con la Von Der Layen.
Eppure di fronte a Bruxelles tanto Lady di Ferro non ci sembri.

Il nostro lavoro, per chi ha la fortuna di non averlo perduto, con salari sempre uguali da 30 anni, deve far fronte al caro vita, al caro benzina, 2 euro a litro, al caro affitti, al caro mutuo, al caro tutto…

Le case, Giorgia cara, sono del popolo.
Quel popolo che tra l’altro vorresti tornare persino a torturare, abrogando il reato di tortura!

Che vuoi tenere in galera senza pietà quando sbaglia, che vuoi punite in mondo esemplare se usa ballare per strada, decreto anti-rave!

Le case sono le nostre!
Costruite dai nostri nonni e dai loro padri.
Sono state costruite dal popolo e per il popolo.
Questo popolo che tu sembri odiare, tra la crisi sociale ed economica più grande di sempre, nella quale ti fai forte con i deboli e debole con i forti.

Non ci siamo dimenticati il tuo viaggetto a Washington, prima di diventare Presidente del Consiglio, dall’amico Biden, al quale hai giurato fedeltà e sudditanza incondizionata, scodinzolando come un cane che anela una carezza dal suo padrone.

Con il tuo servilismo ci stai trascinando in una guerra – globale e nucleare – che gli italiani non vogliono e della quale non vogliono pagare il prezzo.

E ti vanti fiera ed orgogliosa di lasciare disperati in mare, divertendoti a lasciarli solo qualche giorno in più in acque aperte, raschiando consensi,
per poi farli attraccare come l’Europa comanda.
Poi se muoiono giù lacrime di coccodrillo.

Ma il popolo che stai bistrattando ha una coscienza e, come dimostrato già nella stagione del green pass, sa amare la libertà ed è pronto a resistere.

Oggi, il popolo, sta superando i vecchi schemi in cui lo avevate imprigionato, non guarda né a destra né a sinistra, perché sa che sono la stessa cosa, sono quelle due ali dell’aquila neoliberalista che li opprime, che li schiaccia.

Un popolo che innalza il tricolore quando difende la sua casa, il suo lavoro, la sua libertà.
Un popolo che ama la sua tradizione.

Un popolo patriota e socialista, che resiste e lotta.

Tante cara Giorgia, sono donne, sono madri, sono cristiane, sono italiane…
loro si per davvero!

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