L'Italia Mensile

Bruxelles, Tirannia Green e quarta rivoluzione industriale

Diego Fusaro

Il Parlamento dell’Unione Europea ha recentemente votato a favore di una legge che prevede il ripristino della natura.

Formula ambivalente, buona senz’altro a generare consenso e, insieme, a occultare i contenuti reali.

A tutta prima, sembra una di quelle diciture rispetto alle quali non si può che essere d’accordo: chi potrebbe infatti essere contrario alla tutela della natura e, ove essa sia stata compromessa, al suo ripristino?

Chi davvero potrebbe dirsi contrario alle ragioni dell’ambiente e della natura, vale a dire della nostra casa, del luogo privilegiato del nostro ricambio organico, come scriveva Marx?

E tuttavia come diceva Goethe il diavolo si nasconde nel dettaglio.

In questo caso, il dettaglio sta proprio nella voluta vaghezza della formula ripristino della natura utilizzata ad arte dal Parlamento Europeo.

In particolare infatti questa formula esopica potrebbe essere impiegata, ed è un’ipotesi, per imporre la svolta verde nei consumi a tutti i cittadini europei, dunque favorendo ancora una volta il business plan dei gruppi dominanti del padronato cosmopolitico.

Ancora, la formula vaghissima di ripristino della natura potrebbe essere utilizzata come scudo per giustificare e legittimare misure liberticide che, nel nome della difesa dell’ambiente, limitano le nostre libertà e introducono misure disciplinari magari simili a quelle già sperimentate nel tempo dell’emergenza pandemica.

Queste e altre considerazioni debbono indurci a essere guardinghi, a tenere sempre alto il livello del pensiero critico per evitare di giubilare proprio quando si apre un nuovo scenario inquietante e magari anche orwelliano.

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