di Fabio C. Maguire
Il Presidente americano Joe Biden ha definito Xi Jinping un “dittatore”.
Durante una raccolta fondi in California, il Presidente Biden ha fatto delle osservazioni inaspettate e fuori contesto sulla massima autorità politica cinse.
Le dichiarazioni e le critiche della Casa Bianca arrivano esattamente il giorno dopo il viaggio del Segretario di Stato Antony Blinken in Cina.
La visita di Blinken a Pechino mirava ad alleviare le tensioni tra la Repubblica Popolare e l’impero USA, cercando di stabilizzare delle relazioni, ritenute dalla politica cinese, al loro punto più basso da quando sono stati istituiti dei legami formali.
Biden ha proseguito affermando che “Xi era molto imbarazzato quando un palloncino cinese è stato fatto saltare fuori rotta sugli Stati Uniti all’inizio di quest’anno.”
Secondo il Presidente “il motivo per cui Xi si è molto arrabbiato in termini di quando ho abbattuto quel palloncino con due box car piene di attrezzature spia era che non sapeva che fosse lì.”
“È un grande imbarazzo per i dittatori. Quando non sapevano cosa fosse successo. Non doveva andare dov’era. È stato spazzato via”, ha aggiunto Biden.
Il Ministro degli Esteri cinese ha accusato il Presidente Biden di “provocazione politica” e ritiene che i commenti abbiano “seriamente violato la dignità politica della Cina.”
Nonostante non ci fosse stata una significativa svolta dopo il viaggio di Blinken si erano comunque posti dei primi mattoni per stabilizzare e normalizzare le relazioni tra i due paesi, stabilità e normalità che potrebbero essere state compromesse dalle parole inopportune e offensive del Presidente americano.
Infatti, il Ministro degli Esteri Mao Ning ha affermato che i commenti di Biden “hanno violato seriamente i fatti, il protocollo diplomatico e la dignità della Cina”.
Pechino ha ritenuto le parole del Presidente Biden come provocatorie e minacciose, delle osservazioni “estremamente assurde e irresponsabili”.
La tensione è salita ulteriormente dopo che si sono rese note delle trattative tra Cina e Cuba per l’installazione sull’Isola caraibica di un centro militare cinese.
Una nuova basa congiunta di addestramento, le cui trattative non si sono ancora concluse.
L’amministrazione Biden ha condannato fermamente le intenzioni di Pechino, impegnandosi attivamente per cercare di bloccare l’accordo.
In meno di ventiquattr’ore la situazione è nuovamente precipitata, la responsabilità, anche questa volta, ricade sugli USA, presuntuosi e sfacciati.