L'Italia Mensile

Attacco al Cremlino: provocazione dell’Occidente per forzare la crisi bellica.

di Fabio C. Maguire

Il Presidente della Repubblica Cecena Ramzan Kadyrov ha commentato l’attacco terroristico al Cremlino, definendolo semplicemente “una provocazione per forzare un escalation”.

Secondo il leader ceceno l’attentato avrebbe dovuto suscitare una dura reazione di Mosca, “una brutale rappresaglia in Ucraina” che sarebbe stata scrupolosamente utilizzata “per una campagna mediatica incentrata sulle vittime civili con i nazisti di Kiev considerati delle vittime”.

“Ammiro la moderazione e la saggezza di Vladimir Putin nel non cedere a questa vile provocazione” ha aggiunto Kadyrov, ribadendo che i responsabili “subiranno la giusta punizione ma non è questo il tempo”.
“La giustizia nella comunità mondiale oggi è sepolta sotto gli interessi del paese aggressore che per anni ha piegato istituzioni indipendenti, gli interessi e i diritti di interi paesi.”

La Russia deve continuare diligentemente il proprio percorso politico, non cadendo puerilmente nelle trappole e nelle provocazioni dell’Occidente.

La Federazione Russa e i suoi alleati hanno un compito fondamentale: “ricostruire le istituzioni mondiali della giustizia affinché siano nuovamente imparziali e indipendenti”.
Il leader ceceno rassicura che questo “è destinato ad accadere e l’unipolarismo e lo status fantoccio di interi paesi finiranno”.

“L’attacco al Presidente è un attacco a tutto il popolo russo” ma non cambierà “lo scenario del corso pianificato dell’operazione militare speciale.”

I tempi per punire le persone coinvolte non sono ancora maturi, ciò ovviamente non significa che tale affronto resterà impunito ma che “non deve influenzare i nostri piani e interessi”.

“La rappresaglia, ovviamente, arriverà e sarà chirurgica e precisa.”

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