L'Italia Mensile

Ancora Italia risponde…

A cura “Ancora Italia”

Pubblichiamo le risposte  di Ancora Italia ai quesiti che ci erano stati posti nell’ambito del Convegno alla rovescia, organizzato da Resistenza Radicale e dove erano state invitate molte altre forze del dissenso o, come diciamo noi, del buonsenso.

Essendo questi, dei veri e propri punti programmatici, illuminanti sulla visione del nostro partito sulle questioni di maggiore attualità, crediamo possano essere di interesse, per tutti quelli che stanno seguendo con interesse Ancora Italia.

Dall’opposizione “pandemica” a una nuova politica sanitaria.

Ancora Italia ritiene prioritario ristabilire un Sistema Sanitario Nazionale efficiente, gratuito per tutti e libero dai condizionamenti politici e di Big Pharma.
I ticket vanno lasciati ad un prezzo calmierato, per disincentivare l’abuso e lo spreco di farmaci e un uso scriteriato degli esami e degli strumenti di diagnostica, proponiamo a tal fine, di impostare un costo del ‘contributo sanitario’ crescente rispetto alla frequenza degli stessi, chiaramente se non sussistono patologie che ne richiedano un ricorso frequente.

Riteniamo opportuno togliere il numero chiuso all’Università di Medicina ed i test di ingresso, il filtro per la prosecuzione agli anni successivi, va fatto in base alla media dei voti e agli esami conseguiti al termine di ogni anno di frequenza, al fine di mantenere molto alta la qualità della preparazione dei medici.

Le decisioni strategiche riguardo la Sanità vanno lasciate ai politici del Ministero della Sanità, ma la gestione degli ospedali va lasciata ai dirigenti, che vanno selezionati non per nomina politica, ma solo attraverso concorsi pubblici, per meriti, titoli ed esami.

Il medico deve restare il responsabile ultimo delle terapie da somministrare ai pazienti, i protocolli sanitari vanno bene finché sono delle linee guida generali, suggerite, non vincolanti, che poi vanno però rimodulate, in base al singolo paziente e alle sue particolarità.

Va incentivata l’autonomia decisionale dei medici affermando il “principio della fiducia” reciproca nell’azione legittima, trasparente e corretta degli operatori sanitari.

Per la responsabilità amministrativa costituirà colpa grave esclusivamente la violazione di norme di diritto e degli auto-vincoli amministrativi, nonché la palese violazione di regole di prudenza, perizia e diligenza e l’omissione delle cautele, verifiche ed informazioni preventive normalmente richieste nell’attività amministrativa e non costituirà colpa grave la violazione o l’omissione che sia stata determinata dal riferimento a indirizzi clinici o giurisprudenziali prevalenti o a pareri delle autorità competenti”.

Ciò significa che fino a che, non esegue una azione espressamente vietata, il medico non sbaglia, ciò al fine di disincentivare così la cosiddetta “medicina difensiva” lasciando liberi davvero i medici di agire in scienza e coscienza.

Non deve più esistere alcun obbligo vaccinale, né sistema premiale per chi si vaccina, né alcun sistema punitivo o penalizzante, per chi, liberamente, decide di non farlo.

I TSO vanno limitati a pochissimi casi, particolarmente gravi e pericolosi per l’incolumità dei pazienti o di chi interagisce con gli stessi.

Bisogna uscire immediatamente dall’OMS, che è un’organizzazione completamente controllata da Big Pharma e potenziare invece la collaborazione con le università di medicina e gli Ospedali universitari italiani ed esteri.
Va ristabilita e potenziata la medicina territoriale, i medici di assistenza primaria vanno aumentati in numero, in modo da attribuire un numero inferiore di pazienti per ciascuno di essi, con il risultato che chi ne ha bisogno, potrà accedervi senza dover aspettare per giorni e giorni o essere costretto ad usare impropriamente i pronto soccorso per avere una legittima assistenza sanitaria.

Va impostato un meccanismo di premialità per quei medici che sapranno meglio andare incontro alle esigenze dei pazienti, reintroducendo, in particolare, le visite domiciliari e l’assistenza presso il domicilio del paziente.

L’opposizione alla guerra in corso.

Ancora Italia, in accordo all’Articolo 11 della Costituzione: è contraria alla guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, ritiene che l’ONU e il suo Consiglio di Sicurezza si siano dimostrati, negli anni, strumenti inefficaci a tutelare la pace, costosi ed antiquati, che hanno esaurito la funzione per la quale erano stati costituiti ed adesso sono  controllati e piegati alle volontà di poche superpotenze, USA in primis, che li utilizzano come propria “longa manus”, ignorando i diritti degli Stati più deboli o cosiddetti “non allineati”.

Stando così le cose siamo per l’uscita unilaterale da tali organizzazioni e invece favorevoli ad una sincera cooperazione fra le nazioni, sulla base della parità, nel rispetto del Diritto Internazionale e anche nel rispetto della propria autonomia strategica.

Per ciò che concerne eventuali alleanze di carattere militare, siamo per un principio di reciprocità riguardo le basi straniere su nostro territorio, ovvero, ad esempio: se una determinata potenza ha direttamente o indirettamente un certo numero basi sul territorio italiano, l’Italia dovrà poter avere lo stesso numero di basi sul territorio di quella nazione alleata, con perfetta parità di diritti e doveri.

Siamo per il ritorno ad una centralità della diplomazia come unico strumento per la risoluzione delle controversie internazionali.

Ancora Italia è contraria all’invio di armi a Stati in conflitto, fatto che equivale, di fatto, ad alimentare la guerra e a partecipare ad essa, in favore di una delle parti in causa.

Ancora Italia è favorevole ad un referendum, contro l’invio di armi e parteciperà ad esso con un proprio comitato, in collaborazione con altre forze politiche del dissenso (o del buonsenso come preferiamo definirci).

Ancora Italia, chiede che, almeno in quei conflitti in cui non è direttamente coinvolta, come formalmente sarebbe in quello ucraino, venga non solo permessa, ma incentivata, sui media nazionali, una pluralità di opinioni, una sorta di “par condicio” che invece è stata finora negata, mentre è stata favorita una narrazione a senso unico, che riteniamo dannosa e portatrice di un clima di odio.

Costruire una cultura di pace.

Ancora Italia è convinta che la NATO non sia solo un’alleanza difensiva, ma anche offensiva, come si è visto in modo sempre più limpido negli ultimi anni, quindi riteniamo indispensabile, in un’ottica di pace e di giustizia, che l’Italia esca al più presto e comunque non appena possibile, dalla NATO, dalla UE e dall’EURO, che sono organismi e strumenti incompatibili con la pace e la giustizia sociale.
Riteniamo la violenza politica una degenerazione terribile, che orchestrata spesso da potenze straniere, con la collaborazione sul piano interno di utili idioti, ha lasciato in Italia una lunga scia di sangue, in particolare negli anni ’70, senza portare alcun beneficio alla popolazione e quindi va combattuta con una cultura di vera accettazione delle idee diverse dalle proprie.

Questa possibilità di pensare altrimenti, questa lotta contro la dittatura del pensiero unico, non va confusa con l’accettazione passiva delle idee altrui o che tutte le idee debbano essere messe sullo stesso piano da ciascuno di noi, ma accolta come un lievito dal quale possono nascere idee nuove e veramente rivoluzionarie.

Siamo per l’abolizione di ogni “reato di opinone”, in accordo con l’articolo 21 della nostra Costituzione.

Riteniamo anacronistiche le leggi Scelba e Mancino, che andrebbero sostituite da altre leggi contro ogni forma di violenza e odio, non solo quelle di matrice fascista, dato che queste leggi si sono rivelate inefficaci a perseguire varie forme di istigazione all’odio, come recentemente accaduto dalle campagne mediatiche contro i cosiddetti “no vax” e contro i Russi.

Per ciò che concerne la “non violenza tout court”, Ancora Italia la ritiene una possibile scelta individuale delle persone, ma poco realistica a livello del rapporto fra le nazioni, perché sappiamo che purtroppo, fino ad oggi, i rapporti fra gli Stati sono stati meri rapporti di forza ed anche se la maggioranza degli Stati optassero per il pacifismo e la non violenza, basterebbero un paio di potenza che non seguissero questa strada, per mettere in pericolo la sicurezza di tutti gli altri Stati.

Qui ci riferiamo al sacrosanto principio della difesa dell’ordinamento democratico e dell’indipendenza nazionale.

Resta indispensabile infatti, avere delle forze di polizia efficienti ed efficaci e delle forze armate abbastanza potenti, da scoraggiare una possibile aggressione esterna.

Siamo per uno Stato davvero autonomo e sovrano, infatti, nella prospettiva egregiamente descritta da Machiavelli ne “Il Principe” «due sono le prerogative inalienabili del Principe: battere moneta e disporre del monopolio della forza armata».

La moneta.

Ancora Italia, nell’ambito della guerra monetaria, che è attualmente in atto, a livello globale, ritiene che l’Italia debba ripristinare quanto prima la sua SOVRANITÀ MONETARIA, con una moneta di proprietà del popolo italiano e non emessa a debito.

Il mondo si sta dirigendo verso un multipolarismo monetario, contrapposto a quel mondo unipolare dominato dalla moneta debito, cioè quella moneta fiat con all’apice il dollaro e il petrodollaro e a seguire tutte quelle altre monete, come l’Euro, che fanno parte del circuito SWIFT.

Siamo per la nazionalizzazione della Banca d‘Italia che dovrà accorparsi con il Tesoro e diventare ente di emissione monetaria.

Il denaro emesso dallo Stato Italiano dovrà essere di proprietà del Tesoro e quindi di tutti i cittadini, non di banche private.

L’Euro è una moneta coloniale privata, gestita da banchieri privati, che attraverso la sua emissione a debito, danneggia, sin dall’origine, tutta l’economia italiana, aziende e risparmiatori, pertanto l’unica soluzione è l’uscita dal Sistema EURO per esercitare la nostra SOVRANITÀ MONETARIA che spetta, per diritto naturale, ad ogni popolo.
Una parziale sovranità monetaria, è stata esercitata dal nostro Paese fino al 1981, prima della separazione tra Tesoro e Banca d’Italia.

Naturalmente, per prepararsi alla “guerra monetaria” in atto, prima di uscire dal sistema dell’Euro, sarebbe auspicabile un periodo di transizione dove il Tesoro potrebbe direttamente emettere StatoNote, non emesse a debito e di proprietà del popolo italiano, che circolerebbero per un breve periodo insieme all’Euro, con appunto una doppia circolazione monetaria.

Lo Stato Italiano deve tornare proprietario di alcune banche commerciali, come accadeva in passato, in modo che siano garantiti a tutti i piccoli risparmiatori italiani, dei costi di gestione calmierati. Inoltre il tasso di remunerazione del risparmio dei conti correnti dovrebbe essere in qualche modo collegato al tasso di interesse.

Ancora Italia ritiene che la moneta elettronica e le carte di credito o di debito, siano uno strumento utile, solo fintanto che, rimangono in aggiunta al denaro cartaceo e non in sostituzione ad esso.
Noi riteniamo, innanzitutto, che vada eliminato ogni limite all’uso del contante, inoltre che vada ristabilita una separazione totale fra banche commerciali e banche d’affari, sulla falsa riga di quanto accadeva prima con il “Glass Steagall Act”.

Le prime sono le banche che utilizziamo quotidianamente e alle quali viene proibito di realizzare operazioni rischiose sui mercati. Chi voleva farlo, come le banche di investimento, non poteva aprire conti correnti. Tale normativa venne indebolita e poi abrogata, fra gli anni ’80 e ’90, sulla spinta della deregolamentazione neoliberista.

Noi crediamo che nessun cittadino debba essere spinto, o peggio obbligato, a rischiare i propri risparmi se non vuole farlo.

Ambiente e politiche ecologiste.

Ancora Italia considera una vera mistificazione la campagna finto ambientalista portata avanti da personaggi ambigui come Greta Thumberg, che con una “verniciata green” propinano un modello che penalizza solo le classi medie ed i lavoratori, costretti a proprie spese ad inutili adeguamenti delle proprie abitazioni (sulle quali pagano già una lunga serie di tasse e balzelli di ogni sorta) ed a cambiare auto, a proprie spese, con le costosissime, inutili quanto inquinanti auto elettriche. Gli interessi delle multinazionali non vengono toccati e Greta si guarda bene dal puntare il dito contro i veri artefici dell’inquinamento globale, le multinazionali che vampirizzano il mondo.

Precisiamo inoltre che Ancora Italia non considera il CO2 un inquinante, ma è al contrario un gas importantissimo e fondamentale al corretto funzionamento dell’ecosistema, senza il quale le piante non potrebbero nemmeno sopravvivere e quindi, di conseguenza, tutta la catena alimentare ad esse collegate. Crediamo che il CO2 sia stato messo nel mirino esclusivamente per finalità geopolitiche degli Stati Uniti e della UE sua colonia e per inconfessabili interessi economici delle multinazionali.

Noi non crediamo affatto alla panzana del riscaldamento globale di natura antropica, ma crediamo con i premi Nobel Carlo Rubbia e Antonio Zichichi, che il globo si sia sempre riscaldato e raffreddato a seconda dei periodi storici e indipendentemente dalle attività umane.

Tutte le politiche volte a ridurre le emissioni di CO2, oltre ad essere velleitarie ed estremamente costose, soprattutto per le fasce di popolazione più povera, si sono già dimostrate del tutto inutili e di fatto un totale fallimento. Ad esempio le auto elettriche, spacciate come la panacea di tutti i mali, sono secondo diversi studi indipendenti, più inquinanti delle auto a carburanti fossili, se consideriamo l’intero ciclo di produzione delle stesse, senza considerare che il processo di estrazione del litio è molto inquinante e che rimane irrisolto il problema dello smaltimento delle batterie esauste, oltre a quello c’è la questione di come produrre tutta l’energia elettrica, che si renderà necessaria a muovere tutto il parco auto italiano.

Poi c’è il problema del costo proibitivo per le classi meno abbienti delle auto elettriche, che di fatto resteranno un privilegio, solo dei più ricchi.

Noi siamo invece convinti che i veri inquinanti siano ben altri e questi sì sono da combattere in ogni dove, a partire dalla depurazione delle nostre acque, che sono la fonte primaria della vita sul nostro pianeta.

Se pensiamo che molti fiumi e parte dei laghi della nostra penisola, non sono balneabili, per non parlare dell’acqua che arriva ai nostri rubinetti, che in alcune provincie non è neppure potabile, questo è il vero scandalo…

Pensiamo alla provincia di Vicenza dove la falda è pesantemente inquinata dagli scarti di lavorazione delle concerie o al Viterbese dove in diversi comuni l’acqua è contaminata dall’arsenico. La qualità delle acque sotterranee è compromessa da varie forme di inquinamento.

I problemi maggiori sono creati dalla contaminazione da nitrati, pesticidi, metalli pesanti e idrocarburi.

Altro grave problema è dato dalle discariche abusive, diffuse in diverse parti del territorio nazionale.
Non dimentichiamo poi la grande quantità di eternit che è ancora molto diffuso nelle case italiane e va bonificato.

Noi non pensiamo affatto che il mondo sia pensato per un certo numero di abitanti o che sulla Terra siamo in troppi e vadano ridotte le nascite, anzi al contrario riteniamo che le nascite stesse vadano massimamente incentivate, soprattutto in paesi come l’Italia, che stanno attraversando un inverno demografico e che non hanno ancora risolto la piaga degli aborti.

Ricordiamo che in Italia, con l’aborto, sono stati uccisi già 6 milioni di potenziali nuovi cittadini, a partire dall’approvazione della legge 194.

Crediamo invece che vada ripensato il modello di sviluppo, perché la globalizzazione ha portato ad inquinare moltissimo con la spedizione di molte merci che avrebbero potuto essere tranquillamente prodotte in loco, da ciascuno Stato.

Noi siamo per una agricoltura e un allevamento sostenibili e a chilometro zero.

Vanno evitati gli allevamenti intensivi e va privilegiato l’allevamento all’aperto e di piccole dimensioni, tutelando la salute degli animali, limitando al massimo l’utilizzo degli antibiotici e combattuto l’uso illecito dei farmaci anabolizzanti.

Infine va sostenuto il reddito dei piccoli agricoltori e dei piccoli allevatori.

Altro capitolo ancora tutto da esplorare è quello dell’elettosmog, con la minaccia della tecnologia 5G, sia in termini di inquinamento, sia in quello del telecontrollo sistematico di ogni individuo attraverso i programmi di riconoscimento facciale già operativi in Cina e sempre più diffusi anche in Italia.

Riteniamo che siano da rivedere le organizzazioni disciplinari dei vari Ordini professionali, tra i quali quelli dell’Ordine dei Medici, che esercitano pressioni inaudite sui propri iscritti. Le autonomie regionali sulla spesa sanitaria vanno riconsiderate solo laddove si rivelino fonte di sprechi e di clientelismi.

Altro tema è quello dell’allargamento a commissari esterni della Commissione Unica del Farmaco, che esercita un controllo totale su quali farmaci siano utili o meno per la salute degli italiani e che purtroppo non è per nulla indifferente alle pressioni di Big Pharma.

Tecnologie informatiche e web.

Ancora Italia ritiene fondamentale garantire a tutti i cittadini il diritto alla disconnessione, nonché il diritto di ciascuno, di poter continuare ad accedere, a tutti i servizi della Pubblica Amministrazione, senza dover essere costretti all’uso o peggio all’acquisto di un computer.

I professori del politicamente corretto si riempiono tanto la bocca con parole come “inclusione”, “integrazione” avallando, come al solito, l’esatto contrario.

L’essere umano deve restare nella propria dimensione umana, il supporto tecnologico deve essere esattamente questo, uno strumento in più, non l’unico mezzo possibile.

L’uomo è un animale sociale come diceva Aristotele, pertanto deve avere la possibilità di interagire fisicamente con i propri simili, ogni volta che ne senta il bisogno o lo necessiti.

Siamo inoltre fortemente contrari ad ogni teoria “transumanista” ed all’implementazione della cosiddetta “intelligenza artificiale”, frutto è il caso di dirlo, della “stupidità reale” dei soliti centri di potere finanziario, che nei prossimi anni, prevedono di sviluppare enormi profitti, attraverso queste tecnologie, annientando ancora di più l’essere umano in quanto tale, sradicandolo, estraniandolo, emarginandolo e rendendolo di fatto solo un consumatore semi cosciente.

Bisogna garantire a tutti, anche alle persone più anziane, senza alcuna conoscenza tecnologica, di poter chiamare i loro Comuni di residenza ed accedere a tutti i servizi, senza utilizzare gli strumenti telematici o peggio, dover interagire con i robot.

Crediamo che i server dei Media Sociali, operanti in Italia, dovrebbero essere collocati esclusivamente sul nostro territorio nazionale e sotto il controllo esclusivo, di appositi organismi di vigilanza statale.

L’intera infrastruttura internet sul territorio italiano, dovrebbe essere nazionalizzata e controllata da una società pubblica al 100%, la quale dovrebbe garantire la pluralità delle informazioni, delle opinioni e che nessuno possa essere bannato o bloccato con decisione unilaterale dei “padroni del vapore” e senza il preventivo avvallo del suddetto organismo di vigilanza. Il cosiddetto “distanziamento sociale” non dovrebbe più essere promosso e nemmeno immaginato, neppure con il pretesto della salute pubblica.

Infine il cosiddetto ‘smart working’, che è furbizia a beneficio solo del grande capitale, dovrebbe essere limitato il più possibile, solo ai casi di reale necessità e solo su richiesta documentata del lavoratore interessato, in quanto riteniamo la socialità e la condivisione fra i lavoratori, un elemento fondamentale della salute mentale, dell’esercizio della democrazia e dei diritti sindacali.

Che altro fare per depotenziare l’aspetto centralista e autoritario del web e delle tecnologie informatiche, per depotenziare il controllo dei pochi sui molti che esse permettono, e limitare la tendenza all’isolamento emotivo che esse possono indurre?

Si tratta in realtà di soluzioni, di difficile attuazione, in quanto in molti siamo affascinati dalla comodità e dalle possibilità mirabolanti offerte dalla tecnologia, tuttavia bisognerebbe provare ad utilizzare maggiormente i sistemi open source come Linux e sbarazzarsi invece di quelli come Windows ed Apple.

Abbandonare Facebook, Instagram, YouTube, WhatsApp e invece usare Yaxim, Telegram e Nostr, un nuovo social network non censurabile e anonimo. Evitare il più possibile l’uso degli smartphone, soprattutto quelli di ultima generazione.

L’utilizzo delle reti sociali deve trovare una posizione d’equilibrio nella società ritornando ad essere solo un mezzo e non il fine della comunicazione.

Concludiamo con una frase di Albert Einstein, che disse: “Temo il giorno in cui la tecnologia andrà oltre la nostra umanità: il mondo sarà popolato allora, da una generazione d’idioti.”

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