L'Italia Mensile

Anche la Russia deve fare quel passo in avanti…

Aleksandr Dugin

Per impegnarsi seriamente nella costruzione di un mondo multipolare e dell’integrazione eurasiatica, è necessario cambiare radicalmente il sistema di pianificazione strategica e i suoi metodi.

Oggi ci troviamo in una situazione del genere. Il nostro Governo ha imparato da tempo ad agire secondo i modelli occidentali nel contesto della globalizzazione e padroneggia i relativi metodi quantitativi, i calcoli intelligenti, gli indici, i diagrammi, le procedure di quantificazione, ecc. Tutti questi sistemi sono stati sviluppati in Occidente e si basano sui principi della globalizzazione occidentalocentrica, che è implicita in tutto, ma raramente dichiarata esplicitamente. È così che si crea l’illusione di “oggettività” di questi criteri e metodologie.

Dopo l’inizio del conflitto con l’Occidente, ci siamo ritrovati con l’obbligo di ricalcolare tutto sulla base della sovranità, ma sulla base delle stesse metodologie (non ce ne sono altre). È così che è nato il globalismo sovrano, qualcosa di surreale. Poiché la matrice globalista è cucita nelle fondamenta del metodo, tutti i calcoli porteranno alla conclusione: la globalizzazione è vantaggiosa, la sovranità no. È ovviamente impossibile calcolare i benefici della sovranità, dell’integrazione eurasiatica e della multipolarità utilizzando questa metodologia, poiché la conclusione opposta è incorporata a priori in essa. L’integrazione eurasiatica e la multipolarità sono difficili, costose e poco redditizie. Quindi, si deve fare in qualche modo o, più precisamente, mettere consapevolmente nei rapporti, Un Paese sovrano, purtuttavia, ha bisogno di una metodologia sovrana, così come la quantificazione e la metrica dovrebbero essere sovrane. Ad esempio: quanto vale la Bielorussia? Novorossiya? Nuovi territori? Quanto costa sconfiggere Kiev e raggiungere gli obiettivi delle Forze di Difesa Strategiche? E il riavvicinamento con i Paesi dell’EAEU? E con l’Iran? Secondo i metodi e le metriche del globalismo, tutto questo è troppo costoso, rovinoso, non redditizio e non ne vale la pena. Ma dall’alto dicono: è necessario, quindi lo faremo, ma con la certezza che non ne vale la pena. Dobbiamo farlo. E la resa dei conti interna: cosa stiamo facendo? Si tratta di una grave contraddizione puramente strutturale. La metodologia sovrana e i suoi criteri: questo è ciò che conta.

Mi chiedo: questa contraddizione concettuale (non personale) influirà sulla composizione del nuovo governo? Non ho ipotesi. A mio avviso, lo stesso problema potrebbe essere posto a questo consesso. Non si tratta di persone, ma di strutture di pensiero strategico, di paradigmi.

(https://t.me/ideeazione)

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