L'Italia Mensile

Anche la Bulgaria dice no alla guerra contro Mosca

L’imperialismo della Nato trova un nuovo stop in Europa

di Fabio C. Maguire

Il presidente bulgaro Rumen Radev, recentemente eletto, diniega la richiesta di armi e soccorsi di Kiev e non approva la linea strategica della NATO.

Il parlamento di Sofìa ha declinato l’istanza di rifornire l’esercito ucraino con equipaggiamenti e armamenti vari, commentando che non finanzierà una guerra tra fratelli.

Alla lista dei diffidenti, o dissidenti, si aggiunge la Bulgaria che contrasta e condanna apertamente il programma imperialista americano, invitando tutti a studiare le vere origini del conflitto.

La critica corale arriva direttamente alla politica adottata da Washington e Bruxelles che vengono identificati come i futuri principali responsabili di un escalation bellica che condurrà “tutta l’Europa a un esaurimento.”

Il premier bulgaro riferisce la necessità di pragmatismo e di un approccio realista e lucido su questioni estere così delicate e instabili, rilevando il bisogno di lavorare per la pace e non per gli interessi di altri.

Il sostegno al governo arriva anche da molte iniziative e dimostrazioni di piazza che hanno espresso il totale rifiuto per la guerra e un profondo disprezzo per chi la foraggia e la fomenta.

Le manifestazioni hanno visto una partecipazione collettiva e generale di russi e ucraini che chiedono la pace e l’immediata fine di questo assurdo e terribile fratricidio.

La crociata colonialista del Pentagono deve terminare e un grido di libertà arriva da molti popoli del mondo, stanchi di combattere e morire per l’impero statunitense.

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