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1 Luglio: Altra Udienza Per I Detenuti Del 9 Ottobre

VENERDÌ 1 LUGLIO ALTRA UDIENZA PER I DETENUTI DEL 9 OTTOBRE: CON L’OCCASIONE RIPROPONIAMO UN ARTICOLO DEL 10 OTTOBRE SCORSO USCITO SU ROMALIFE

LA PIAZZA NO GREEN PASS VA RISPETTATA.

Tanto per il mainstream chi manifesta (davvero) avrà sempre torto.

di Davide Di Stefano (10 ottobre 2021, 9 mesi fa, romalife.it)

NO GREEN PASS PIAZZA DEL POPOLO

Roma, 10 ott – “Abbaiano, Sancho, è segno che stiamo cavalcando”. La demonizzazione della piazza no green pass da parte di tutti i media mainstream, degli opinionisti più accreditati, di Draghi, di Mattarella, dei sindacati e di tutti i partiti di governo, è un buon segno.

Vuol dire che chi manifesta si sta ponendo in modo conflittuale nei confronti dei padroni del discorso e della narrazione dominante. Vuol dire che la contrapposizione messa sul piatto è reale.

Per gli applausi dell’élite ci sono le battaglie facili

Per prendere gli “applausi” e i “mi piace” quando si scende in piazza bisogna fare tutt’altro. Ci sono le battaglie facili di Greta e dei ragazzini di Fridays for future, perfettamente in linea con l’agenda globalista.

Se fai quello ti invita il Papa e parli all’Onu. Oppure puoi fare la “sardina”, nel senso che vai in piazza senza porre alcuna questione, ti dici genericamente di sinistra e servi a fermare Salvini, la “destra” etc.

A quel punto diventi amico di Prodi e stai tutte le sere in prima serata da Formigli col tappeto rosso. Oppure se vuoi fare “bordello” con un minimo di buona copertura mediatica e politica, devi almeno assaltare un gazebo della Lega, provare a interrompere un comizio di Salvini o Meloni, o buttare giù qualche statua in nome dell’antirazzismo.

In quel caso la violenza finisce in secondo piano e resta il fatto che in fin dei conti lo fai “per una buona causa”.

Piazza del Popolo piena come non si vedeva da anni

Ieri è successo un fatto politico enorme. Dopo anni si è rivista una piazza del Popolo strapiena. Diecimila come dice la questura?

Cinquantamila come rivendicano i “no green pass”?

Poco importa. Resta il fatto che la mobilitazione è stata reale e massiccia, non solo militante.

Oggi per screditare la protesta i principali media e commentatori sottolineano quasi esclusivamente la presenza di esponenti della destra radicale.

Ma la realtà è che ieri in piazza, ma anche nei cortei non autorizzati, negli “assalti”, a fronteggiare gli idranti, a rimanere fino a tarda sera nelle vie del centro di Roma in mezzo al fumo dei lacrimogeni, c’erano tutti.

Donne e uomini di mezza età, sbandati, magistrati come Angelo Giorgianni, militanti di destra, persone con rasta e kefiah, immigrati e “italiani di seconda generazione”, ultras, lavoratori.

Tanta rabbia e ancora più disperazione.

Leggi anche – (Video) No green pass, la protesta travolge il centro di Roma: le immagini degli scontri

L’ammissione del Corriere della Sera sui no green pass

Di questo, ovviamente dopo aver posto in primissima pagina le foto dei leader di “ultradestra” arrestati, se ne è accorto anche il Corriere della Sera.

In questo articolo di Giovanni Bianconi si legge: “In strada, pronte a fronteggiare i celerini in tenuta antisommossa, c’erano persone a viso scoperto, uomini e donne non più giovani che gridavano esasperati, immobili e quasi indifferenti al getto degli idranti. Presenze quasi «spiazzanti» per chi deve resistere e se del caso caricare. Per di più in un pomeriggio prefestivo dal clima primaverile, con tanta altra gente che occupava il centro di Roma per passeggiare e fare acquisti”.

Questo, che è un fatto politico piuttosto rilevante, viene oscurato oggi dalle grida di dolore per “l’attacco squadrista” alla sede della Cgil.

Roma sembrava Parigi

Ieri a Roma per la prima volta si è respirata un’aria “parigina”, nel senso simile a quanto accaduto ormai quasi tre anni fa con i gilet gialli. Per partecipazione, rabbia, tipologia di manifestanti comuni, per il grande coinvolgimento di semplici cittadini, in grande maggioranza rispetto ai “professionisti delle manifestazioni”, per conflittualità espressa.

Come riporta sempre il Corriere della Sera: “La piazza che sfugge di mano e mette a soqquadro un pezzo di città è un segnale di doppio allarme: per la sottovalutazione di ciò che sarebbe potuto accadere e per quello che potrebbe succedere nei prossimi giorni e settimane (…) Resta l’immagine dei blindati che vacillano sotto la pressione dei manifestanti, che fa il paio con il furgone piazzato davanti al portone della sede del governo, come un ultimo sbarramento preventivo”.

La violenza è sempre sbagliata?

La violenza è sempre sbagliata? La violenza squalifica sempre una manifestazione? Dipende.

In Francia non è andata così e dopo mesi di mobilitazioni, morti, feriti gravi, migliaia di arresti etc, Macron dopo aver condannato e represso duramente le mobilitazioni, è apparso in televisione mogio mogio per concedere ai manifestanti almeno il 70-80% di quelle che erano le richieste iniziali, dall’abolizione della tassa sul carburante al rialzo dello stipendio minimo.

Questo perché la gestione dell’ordine pubblico era sempre più difficoltosa e perché lo stato di subbuglio permanente alla lunga penalizza chi governa, le violenze da una parte e dall’altra, sia quelle delle forze dell’ordine che quelle dei manifestanti diventano anche “colpa sua”.

Senza contare anche l’immagine a livello internazionale. In tal senso è interessante notare il risalto che, grazie alla grande partecipazione e alla violenza della protesta, la manifestazione di ieri ha avuto sui media internazionali, dagli StatiUniti, al Medio Oriente fino all’India.

Rispetto per la piazza no green pass

Ovviamente l’Italia e la Francia sono realtà diverse, qui da noi c’è una minore tolleranza della violenza di piazza.

Oltralpe la metà delle manifestazioni della Cgt (la loro Cgil) finiscono in scontri. E sono diversi anche i tempi (in 3 anni di cose ne sono accadute…), così come sono diverse in parte le motivazioni che spingono le persone a manifestare.

Insomma quella di ieri è una piazza che, in qualsiasi modo la si pensi, va rispettata. Per numeri, per tipologia di manifestanti, per aver posto pesantemente sul piatto l’opposizione all’idea che, per avere una vita sociale e per andare a lavorare, serva un lasciapassare governativo denominato green pass.

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