L'Italia Mensile

Le Piazze Del Dissenso Non Si Ingabbiano Né Si Strumentalizzano

Le Piazze del Dissenso non si ingabbiano, né si strumentalizzano! Non solo, quest’ultimi, che hanno provato in tutti i modi ad intercettarne voti, piazze e consensi, nemmeno hanno mai compreso la vera natura di questo nuovo popolo, totalmente fuori dagli schemi del sistema e da ogni logica del passato, forse davvero incomprensibile per chi ha fatto sempre e solo politica.

I segnali erano stati chiari ed evidenti. Direi inequivocabili. Eppure qualcuno ci prova sempre…

In questi due anni e mezzo i dissidenti ai governi Conte/Draghi, quelli che si sono prima opposti alla narrazione criminale e terrorista del Covid, poi hanno resistito all’apartheid del Green Pass ed oggi chiedono sovranità ed indipendenza dalla Nato, dall’Oms, dall’Ue e da tutte le forze internazionaliste, hanno mostrato sempre ostilità ed allergia alla politica ed ai politici.

Questo popolo non solo non è né di destra né di sinistra, ma nemmeno fascista e nemmeno comunista. Non solo. Odia l’arroganza antifascista ed è annoiato dalla retorica anticomunista. Non è nazionalista, perché tifa per Trump e vede bene Putin, non è razzista ed è rispettoso di ogni identità e cultura. Non è internazionalista e combatte tutte le strutture sovranazionali che strozzano i popoli!

Non solo, è molto più maturo e risvegliato della classe politica e attacca massonerie, lobbie e sette segrete ed ha compreso che banche, finanza, speculazione e capitalismo sono i veri burattinai, che politici e sindacati sono solo dei burattini.

È un popolo che se ne frega dei salotti televisivi e di quello che scrivono i giornali, che – a differenza dei politici, malati di consenso mediatico – costruisce il pensiero libero contro il pensiero unico del mainstream. Le elezioni di ieri, la bassissima affluenza, è l’ennesima riprova che gli italiani non ne possono più della politica e dei politici.

Ma quale “campi aperti”, sono solo “stagni di potere e di interessi”, ma quali “coalizioni”, sono solo “alleanze di poltrone”, ma quali “maggioranze responsabili”, è solo la tirannia tecno-sanitaria di Draghi e del deep state della Nato!

Lo hanno capito gli italiani stanchi, delusi ed arresi, la cosiddetta “maggioranza silenziosa”, quella costretta a vaccinarsi perché ricattata col Green Pass, non certo perché convinta dalla bontà della scienza o perché affidata al governo.

Lo ha capito, con più coscienza, responsabilità e forza del sacrificio il fronte del dissenso, quello che sta resistendo da due anni e mezzo e da 30 mesi riempie le piazze d’Italia.

Non solo, i 100.000 di Piazza del Popolo del 9 ottobre, i 7 milioni di non vaccinati, i migliaia di connazionali contro la Carta Verde o quelli anti-Nato hanno anche detto a chiare note che non si fanno né ingabbiare, né strumentalizzare. Come successo il 9 ottobre scorso, politica e politici stiano lontano dal dissenso, il popolo è unito solo senza forze divisorie!

C’è qualcosa di più alto e grande che unisce questi cuori e questi spiriti: Fede, Libertà, Lavoro! L’abbiamo gridato nelle piazze, lo continuiamo a gridare ovunque. In primis edificando l’altro pensiero!

La resistenza al golpe globale, la lotta per le libertà, non ha fretta e non ha fiducia in chi ha tradito ogni sua missione storica. Le frettolose fughe in avanti di tipo gruppettaro e micro-politico settario sono la rovina del grande “movimento del 9 ottobre”.

Il modo migliore di “bruciare” una buona idea o una stagione popolare e culturale di grande cambiamento e di forte contestazione sta nel pensare che su di una base teorica coerente e credibile si possa facilmente creare un gruppo unico che la propugni. Non è così! Non è mai stato così! Non sarà mai così! 

Anche ieri ne abbiamo avuto la riprova… Da Sgarbi a Paragone fino a Rizzo… RISULTATI RIDICOLI! Tutti quanti quelli che hanno a cuore la resistenza devono comprendere che presentazioni elettorali a prefisso telefonico, gruppetti da 10 persone, beghe da cortile, sterili polemiche – che troppo spesso hanno caratterizzato certi ambienti – possono danneggiare per decenni una buona causa. 

Il gruppettarismo – occorre saperlo e non farsi illusioni di sorta – è un mondo psicologico-sociale ultra-minoritario e, sostanzialmente, malato.  Malato di protagonismo, di settarismo, di vocazione alla rissa ed alla diffamazione incrociata, alla coattera, eccetera. Relazionarsi con questo mondo, pensando di “influenzarlo” o di “convincerlo”, è un errore generoso, ma spesso mortale. 

Voler diffondere le proprie opinioni partendo dal manicomio provinciale resta un errore.  Il manicomio provinciale del gruppettarismo e l’accademia universitaria restano i due luoghi sociali in cui è meno probabile che si riesca a introdurre dialogicamente e razionalmente idee nuove e “scandalose” della libertà. 

Per questo NOI dobbiamo continuare ad essere il CONTRO-VIRUS popolare, essere il 9 OTTOBRE! Essere quel NUOVO MODELLO comunistarista e solidarista dove si sono incontrati e si sono abbracciati Don Camillo e Peppone, dove abbiamo ascoltato le parole di Monsignor Viganò e quelle del “previano” Fusaro.

Quel 9 ottobre è stata la Pentecoste della dissidenza: lingue di fuoco dal cielo sono scese su 100.000 ribelli che parlavano lingue diverse e all’improvviso hanno parlato un solo linguaggio, quello della LIBERTÀ e della GIUSTIZIA SOCIALE!

Tutto questo ancora non è chiaro ai partiti e ai politici, alle destre e alle sinistre, sia moderne che radicali, a chi prova a mettere il cappello su una campo, questo sì aperto, ampio e plurale, che oggi vuole solo una bandiera: IL TRICOLORE! Ed ha urlato solo uno slogan: NOI SIAMO IL POPOLO!

Ed ha un solo inno: LA GENTE COME NOI, LA GENTE COME NOI, LA GENTE COME NOI NON MOLLA MAI!

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