L'Italia Mensile

Anche la Croazia contro l’imperialismo della Nato e la guerra contro Mosca

La recente presa di posizione del governo serbo, in netto contrasto con la politica militare e sanzionatoria americana, è supportata e rafforzata dalle ultime dichiarazioni del presidente croato Milanovic che, in una bollente conferenza stampa, ha esposto il suo totale disaccordo con la sanzioni imposte alla Russia e con la pretesa di Washington di costruire e attrezzare campi di addestramento per soldati ucraini sul proprio territorio nazionale.

di Fabio C. Maguire

Il conflitto in Ucraina è stato definito dal premier come “una guerra per procura contro Mosca condotta dalla NATO.”

Milanovic ha esposto il suo categorico rifiuto di aderire alla campagna dell’Alleanza Nord Atlantica e di immolarsi in uno scontro pregiudicato e viziato dall’immoralità e dal sentimento imperialista del Pentagono.

Le varie sanzioni e pene imposte dalla Casa Bianca e da Bruxelles al Cremlino sono giudicate infruttuose e sterili, con la conseguente contestazione di Milanovic di acconsentire ad ogni paese di pianificare e definire la propria linea politica e di gestire indipendentemente le proprie dinamiche interne, senza forzature o pressioni da paesi esteri con evidenti e palesi interessi in ballo nella presente questione.

L’intera classe politica croata sostiene la tesi del proprio leader e a dar man forte alle divulgaIoni presidenziali è il recente diniego posto dal parlamento di Zagabria che “non ha appoggiato la proposta di fornire armamenti militari e la possibilità di addestrarsi ai soldati ucraini sul suolo della Repubblica.”

Il Patto Atlantico sta conducendo, per volontà della casta plutocratica americana, decine e decine di paesi in continue guerre e controversie internazionali che provocano instabilità e precarietà politica ed economica, generando caos e insicurezza in nazioni e Stati stremati dalla perenne e ciclica crociata colonialista neoliberale.

Le dichiarazioni di Zoran Milanovic vanno inserite e proiettate in un processo critico e valutativo del percorso collettivo sin qui intrapreso che vede accrescere l’autocoscienza dei popoli e la consapevolezza di questi che il promesso e famigerato “sogno americano” altro non è che una sudditanza assoluta e una devozione imposta e indiscussa all’egemonia del “Leviatano a stelle e strisce”.

Serbia e Croazia, due Paesi con una lunga e storica rivalità, protagonisti di un duro e aspro confronto bellico nell’ultimo decennio del secolo scorso, condividono oggi posizioni analoghe e similari ed iniziano a diffidare di una condotta troppo oltranzista e massimalista, in ambito militare e finanziario, delle varie alleanze e organizzazioni atlantiste ed europee che pretendono un sostegno immediato e incondizionato.

Le passate ostilità e divergenze fra nazioni che apparivano insormontabili, vengono attualmente accantonate e cessate in nome di una causa maggiore che vede impegnati coloro che non accettano e approvano l’oppressione e l’instaurazione forzata della nuova religione globalista e dell’ideologia militarista e schiavista.

Lo schieramento dei popoli del mondo uniti nella lotta contro i tiranni e gli autocrati imperialisti si fa sempre più saldo e consistente in termini politici e numerici.

La resistenza alla grande offensiva del nuovo capitalismo 4.0 e del “patriziato global-liberista” si deve concretizzare e materializzare mediante la sinergia e la collaborazione planetaria di tutti gli sfruttati e dominati che auspicano alla configurazione di un nuovo paradigma interrelazionale politico ed economico mondiale che non veda i dibattiti internazionali risolti e chiariti per mezzo di ricatti e prese di posizioni autoritarie.

Il dispotismo americano è destinato a fallire e crollare, un nuovo mondo libero e multipolare sta compiendo a maturazione.

Le contraddizioni del sistema capitalistico emergono e si palesano dinanzi ai popoli del mondo che optano per un cammino di lotta a difesa del sentimento patriottico , della giustizia sociale, dei diritti civili e fondamentali dell’uomo e della libertà.

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